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Il direttore della Confcommercio Celso Cioni in questi giorni si sta dando un gran da fare per trovare una soluzione per la moria del commercio aquilano. Gesti eclatanti come il tentativo di darsi fuoco all’interno della sede di Bankitalia oppure i dialoghi con il sottosegretario Legnini.
Tardi?
Speculare alle dimissioni di Cialente?
Le imprese aquilane sono in crisi da subito dopo il terremoto. La Confesercenti nell’estate del 2009 chiedeva l’immediato rientro nel centro storico di tutte le attività.
Bruno Basile infatti, allora, spiegava: “Quando si è prospettata l’idea di affrontare questo discorso con una legge ordinaria regionale, variando la precedente che vietava l’insediamento nei nuclei industriali e nei capannoni, abbiamo obiettato perché questo non era il modo e il metodo per affrontare un fatto straordinario (il terremoto). Abbiamo proposto un atto commissariale con il quale si andava a requisire i capannoni industriali che erano inattivi. La Protezione Civile li avrebbe acquistati ad un prezzo contenuto (4 euro al metro quadro), si garantiva in tal modo la temporaneità. Ora il costo di tali capannoni è di 25 euro al metro quadrato, milioni di euro di investimenti da fare e i trentasei mesi non basteranno per ammortizzare i costi.
L’impegno è troppo oneroso, e i commercianti capiscono che non potranno più contare su fatturati degli anni precedenti, anche perché c’è un calo demografico. Purtroppo siamo stati a correre dietro alla Protezione Civile e non il contrario.”
Intervista rilasciata nell’agosto 2009 che ha anticipato quello che sarebbe accaduto se si fosse fatta la scelta sbagliata e infatti Basile continuava: “La mafia è la connivenza tra politica e malaffare, con il sistema legislativo che si sta adottando non si vuole creare un humus per affari illegali? Il fatto stesso che si dà la possibilità di spostare attività commerciali in zone industriali, non è un “inciucio” con i proprietari di strutture industriali, con le quali non sanno cosa farci perché non hanno attività dunque utilizzabili per speculazioni? (…)
Sarebbe stato un provvedimento importante quello delle agevolazioni fiscali, ad esempio la defiscalizzazione per dieci anni.”
Questo terremoto ci sta dimostrando che quasi tutte le scelte di chi aveva potere decisionale sono state errate e chi ne paga le conseguenze sono sempre coloro che subiscono. Basta pensare che proprio la Confcommercio nell’agosto 2012 aveva diffuso il dato sconcertante che avevano chiuso in tutto l’Abruzzo 925 aziende e la grande distribuzione aveva messo in ginocchio i piccoli. Dov’erano tutti mentre si sponsorizzavano e aprivano i centri commerciali?
Samanta Di Persio
Nel video "Eccelso cioni" di Ph6.3 una goliardica ricostruzione di questa settimana di caos politico/istituzionale/economico.
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