Il dipendente pubblico che non lavora velocemente diverrà sanzionabile e sostituibile

25 Luglio 2012   07:52  

Questo il succo dell'emendamento al "Decreto Sviluppo" già approvato a febbraio, ma che in questo caso e grazie ad una votazione trasversale partita dai relatori Alberto Fluvi (Pd) e Raffaello Vignali (Pdl) con il parere favorevole del governo e approvato in commissione, introduce l'elemento del tempo ai fini di una corretta valutazione del lavoro dello stesso.

Le imprese sono scappate dall’Italia non per le tasse e nemmeno per l’articolo 18 ma per i tempi lunghi della nostra pubblica amministrazione

commenta Vignali al Corriere della Sera.

Nell'emendamento è chiaro che se un utente è consapevole di un ritardo ingiustificato, che va oltre i tempi stabiliti, può richiedere la rimozione di quell'impiegato e far subentrare il suo dirigente a far concludere la pratica.

La figura del dirigente preposto dovrà essere ben visibile sul sito internet dell'amministrazione per rendere più facile la richiesta eventuale del cittadino di sostituzione.

Inoltre il dirigente che non interverrà in caso di un comprovato ritardo sarà correo con l'impiegato e subirà la stessa valutazione negativa.

Soprattutto aggiunge che lo stesso dirigente, in caso di termini non rispettati, "comunica senza indugio il nominativo del responsabile (del ritardo, ndr), ai fini della valutazione dell’avvio del procedimento disciplinare secondo le disposizioni del proprio ordinamento e dei contratti collettivi nazionali di lavoro". Se non lo fa, diventa a propria volta responsabile dell’inottemperanza.


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