Il giallo dei documenti spariti, Del Vecchio replica a Sospiri e Foschi: ''Solo macchina del fango''

06 Settembre 2013   16:44  

Dopo la denuncia dei consiglieri PdL Armando Foschi e Lorenzo Sospiri sul presunto furto di documenti da parte di un membro del consiglio nell'ufficio di una funzionaria, ecco la replica del consigliere del Pd Enzo Del Vecchio, finito sul banco degli accusati.

''Questa mattina, dopo che un giornale locale ha finalmente reso noto il nome del consigliere che avrebbe avuto accesso ad un ufficio pubblico per alcuni in maniera illegittima, al Comune di Pescara è stato svelato il vero volto della destra pescarese rappresentata dall’accoppiata Sospiri-Foschi.

Ci ha pensato lo stesso consigliere “spione” non più anonimo Enzo Del Vecchio a chiedere a coloro che per dieci giorni hanno alimentato una autentica caccia alle streghe quali fossero i reati a lui riconducibili e per i quali si richiedevano le sue dimissioni.

Silenzio. Ma la difesa del Consigliere Del Vecchio è stata anticipata, paradossalmente, già ieri dall’assessore Antonelli che nella seduta del segreto di pulcinella, seduta che sembra sia andata in onda in diretta sul qualche rete telefonica, aveva escluso la presenza di alcun elemento che avesse potuto avere rilievo penale e quindi nessun atto era stato trasmesso all’autorità giudiziaria.

Ciò nonostante il duo Sospiri-Foschi non ha lesinato nel diramare l’ennesimo comunicato stracolmo di invettive con cui rinnovare la richiesta di dimissioni del consigliere ritenendolo colpevole di violazione di un ufficio pubblico (sic.) in maniera arbitraria, pur in assenza di riscontri e riferimenti di assoluta certezza dei fatti che verrebbero contestati.

Svelato il mistero del consigliere è stato lo stesso Del Vecchio, nel corso del consiglio odierno, ad informare del perché e di come quel 12 agosto scorso si fosse recato in un ufficio pubblico per acquisire una normale documentazione amministrativa utile al suo impegno politico.

Lo ha fatto mostrando all’aula intera una nota non secretata ma straordinariamente pubblica e cioè la sua richiesta datata 13 agosto u.s., il giorno è quello successivo alla presunta infiltrazione, con la quale metteva in evidenza le ragioni e l’assistenza ricevuta il giorno precedente per visionare una specifica e puntuale documentazione e non “con motivazioni vaghe”, come sin qui sostenuto, che aveva avuto esito negativo.

Per tali ragioni richiedeva per iscritto quanto dallo stesso ritenuto indispensabile per il proprio lavoro istituzionale e lungi dal poter immaginare che su questa consuetudinaria, trasparenza e linearità di comportamento qualcuno avrebbe potuto innalzarvi una discarica sudicia e nauseabonda con il solo scopo della diffamazione sia pure senza mai indicare il soggetto delle invettive.

Una operazione vergognosa degna del peggiore minculpop.

Ad oggi, peraltro, quella richiesta rimane ancora priva di riscontro.

Che amarezza. Essere additati di non meglio precisati reati con esplicita richiesta di dimissioni dalla carica di consigliere comunale da chi risulta essere interessato da procedimenti giudiziari con richieste di rinvio a giudizio per presunti reati contro la pubblica amministrazione.

Ma che importa, in fondo qualche risultato la macchina del fango l’ha ottenuto se qualche organo di stampa associa ai furti in comune la presenza nell’ufficio del consigliere Del Vecchio e questi ed i suoi amici sono inondati di telefonate e non sempre di solidarietà.''

 


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