Il "mea culpa" dell'Assessore Febbo e il silenzio del Comitato Ristretto dei Sindaci

Riceviamo e pubblichiamo

16 Ottobre 2013   09:47  

Su sollecitazione di molti sindaci del vastese, su tutti, è bene ricordare per il suo impegno il Sindaco di Celenza sul Trigno Andrea Venosini, che da oltre un anno si batte contro il taglio delle guardie mediche, si è svolta nella Sala Museale di Monteodorisio un incontro organizzato dai medici.

Finalmente un incontro chiarificatore con l’Assessore Febbo dopo le roventi polemiche suscitate dalla pubblicazione del decreto che di fatto ha deciso il taglio delle 20 guardie mediche in Abruzzo, quattro delle quali interessano il territorio del vastese. Le dichiarazioni dell'Assessore Febbo in merito alla questione sono state chiare. A proposito del decreto che stabilisce la soppressione di alcune sedi del Servizio di Continuità Assistenziale nel territorio vastese, egli ha dichiarato: “E’ stato un errore,sicuramente il decreto è da rivedere” lasciandosi sfuggire: “Le sette guardie mediche tagliate le ridurremo a sei”.
In sala si è subito aperto il toto voto: quale guardia medica verrà salvata e con quale criterio? Ammesso l’errore della giunta di centro destra, l’assessore ha voluto “condividere” le responsabilità con il Comitato Ristretto dei Sindaci che avevano dato parere favorevole al taglio. Seppur “non vincolante”, infatti, il Comitato Ristretto dei Sindaci presieduto dal sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, avrebbe potuto rimarcare con maggior forza i rilievi che sono emersi in questi mesi. Su questo punto, dopo l’intervento dell’assessore si è aperto un “aspro dibattito”.
E’ intervenuto da subito il Sindaco di Fossacesia che, in qualità di membro del Comitato Ristretto dei Sindaci, ha tenuto ha rimarcare che lo stesso Comitato Ristretto dei Sindaci non avrebbe espresso nessun parere favorevole, ma avrebbe solo potuto prendere atto della situazione, in più di un’occasione l’amministratore di Fossacesia, ha difeso l’operato del Comitato Ristretto dei Sindaci, finché non è intervenuto il consigliere regionale Antonio Menna che è subito tornato sull’argomento e ha tirato fuori il documento del Comitato Ristretto dei Sindaci leggendo alla platea l’inizio del documento: il verbale n. 4/2012del 28/11/2012.
Chiudendo una polemica che si era trascinata per buona parte dell’incontro. Da una parte l’errore ammesso dall’assessore Febbo, e dall’altra la mancata difesa del Comitato Ristretto dei Sindaci, danno ragione a tutti quei cittadini che hanno espresso il proprio disappunto verso il silenzio della politica in difesa dei piccoli paesini dimenticati e abbandonati da tutti.
Non sono comunque mancati altri momenti di tensione, soprattutto durante l’intervento del Direttore del Distretto di Base il Dott. Fioravante Di Giovanni che ha tentato di proporre un Piano, lo stesso che era stato presentato il 3 ottobre 2013 in consiglio comunale a Celenza sul Trigno.
I medici presenti in sala hanno criticato il piano dichiarando che in nome di una presunta "riorganizzazione" del Servizio di Continuità Assistenziale si riducono solamente le postazioni di guardia medica e hanno lamentato di non essere stati informati sulla chiusura delle postazione di guardie mediche, così come non sono stati sentiti i sindaci delle aree interne del vastese.
A riportare alla calma e invitare la platea, gli amministratori e i cittadini a cogliere l’occasione e aprire un tavolo di confronto sul piano di riordino proposto dal Dott. Di Giovanni e cercare di conoscerlo nel dettaglio e poterlo modificare è sta l’On. Maria Amato che, nel suo intervento, ha ricordato come vadano tutelati i diritti della montagna, “perché la gente che ci vive non lo fa per fare un pic-nic, ma perché in questi luoghi è nata, lavora e vive la propria famiglia”.
L’On. Amato ha poi ricordato la necessita di ridefinire la rete della medicina di urgenza-emergenza, il 118, prevalentemente nella nostra area che ha chiamato il – sud - della regione.
Ampie fette del territorio sono lasciate sole e questo è un territorio montuoso, con tanti piccoli comuni, ad alto indice di invecchiamento e di vecchiaia. In queste aree, dove la popolazione è prevalentemente anziana, dove la demografia è condizionata dai servizi che vengono progressivamente tolti, diventa difficile, per una famiglia con bambini piccoli, vivere quando non viene garantito neanche il servizio di continuità assistenziale ed il 118 arriva tardi.
È vero che non tutti possiamo essere tutelati allo stesso modo e che le risorse vanno utilizzate con criterio, ma è vero anche che bisogna fare una distinzione tra le aree montane e i comuni capoluoghi.
Sono poi arrivate le dichiarazioni del Presidente della Provincia Di Giuseppeantonio le cui parole sono state chiare: “La provincia non ha i fondi necessari per provvedere al miglioramento delle strade interne del vastese che già oggi sono in condizioni serie”.
Alcuni medici di guardia medica hanno subito colto l’occasione per ricordare: “Nei mesi invernali, nelle aree interne del vastese con la viabilità precaria e le condizioni metereologiche nevose, abbiamo difficoltà serie a spostarci, dalla sede di guardia medica verso i comuni in cui siamo stati chiamati a prestare il nostro servizio”.
L’ultimo intervento è stato quella del sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini che ha ricordato come nel consiglio comunale straordinario svoltosi a Celenza è stato votato a maggioranza la delibera per presentare il ricorso al Tar contro il decreto regionale e ha ribadito come l’intendo non è quello di creare opposizione, ma di far ritirare il decreto, per poter poi creare le possibilità di confronto e dialogo che è quello che è mancato in questa fase.
“Abbiamo un’occasione storica per il territorio delle aree interne, tutti dobbiamo capire che dobbiamo unire le nostre forze e realizzare qualcosa di positivo per i nostri concittadini, un nuovo modello che assicuri piena continuità assistenziale a tutti i cittadini delle aree interne. Dobbiamo lavorare affinché si individuino i punti centrale di sede delle guardie mediche, raggiungibili in maniera agevole e nei tempi adeguati da tutto il territorio circostante. Dobbiamo andare oltre le guerre di campanile che ancora investono il nostro territorio. Quando si tratta di difendere un servizio dobbiamo lavorare uniti, come ha detto l’On. Amato, cercando di cogliere le positività e lavorarci sopra, ma dobbiamo anche impegnarci a difendere tutti quei professionisti che da anni lavorano nei servizi di continuità assistenziale. Non posso pensare che non siamo capaci di andare oltre questo modello di continuità assistenziale da tutti riconosciuto non più in grado di soddisfare i bisogni dei cittadino”.

Daniele Leone

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore