Il ministro Giarda: soldi sms per i terremotati abruzzesi alle banche, e che c'è di strano?

05 Luglio 2012   17:42  

Ora gli opinionisiti e cittadini che sostengono che questo governo è amico delle banche avranno un argomento in più.
E' accaduto infatti che il parlamentare dell'Italia dei valori Fabio Evangelisti ha chiesto  in un interrogazione al ministro Giarda perchè  ciqnue dei 60 milioni di euro raccolti con gli sms per il terremoto dell'Aquila,  sono finiti nei forzieri della Etimos, un consorzio finanziario di Padova, che usò quei fondi per garantire le banche in caso di piccoli prestiti chiesti dai terremotati.

Un progetto di microcredito a tasso agevolato, certo,  ma pagato dai cittadini donatori, a cui non è stato spiegato un meccanismo che in tre anni è costato 470 mila euro solo di spese di gestione. A vantaggio di qualcuno che terremotato certo non era.

Il ministro Giarda nel rispondere all'interrogazione ha risposto senza mezzi termini e con apprezzabile schiettezza: è stato giusto affidare quei fondi al consorzio Etimos e - racconta il Fatto Quotidiano -  il ministro ha lodato i “risultati lusinghieri” ottenuti, in quanto i 5 milioni raccolti “hanno consentito l’attivazione di linee di credito per complessivi 45 milioni di euro''. Non ha spiegato Giarda perchè allora i fondi raccolti con gli sms destinati all'Emilia non andranno alle banche, dopo la netta contrarietà del presidente di Regione Vasco Errani per questa ''buona pratica abruzzese'', ma andranno direttamente e senza esosi oneri di gestione, a finanziare la ricostruzione e per dare aiuti immediati e a fondo perduto alle attività economiche.  

A seguire il testo dell'Interrogazione di Fabio Evangelisti:

''come accade sempre in occasione di eventi tellurici o atmosferici avversi e devastanti, gli italiani, anche e soprattutto quelli che vivono difficoltà economiche quotidiane, si mostrano spesso generosi in quanto a solidarietà attraverso donazioni effettuate per la maggior parte con sms o telefonate a numeri speciali comunicati di volta in volta;

come è drammaticamente noto, i terremoti del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia hanno causato danni notevoli per affrontare i quali è stato anche attivato, appunto, un numero ad hoc, il 45500, che consente di donare due euro con un messaggino; 

si tratta di un flusso notevole di denaro sulla destinazione del quale gli stessi italiani che donano si interrogano, anche attraverso quel potente strumento informativo che è ormai internet;      

ed è proprio l'incessante domanda su che fine fanno questi preziosi sms che sta scuotendo in particolar modo il popolo dei blog, dei post e dei twitter;  

il vice capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha recentemente affermato che «La cifra raccolta sarà interamente destinata alle popolazioni colpite e, come è già accaduto in passato, le cifre donate non saranno gravate da Iva né alcuna quota sarà trattenuta dai vari operatori di telefonia.

Ma i soldi, questo è bene precisarlo, non arrivano immediatamente nella disponibilità della Protezione Civile, né degli operatori telefonici.

Quella che si fa con gli Sms è infatti una sorta di promessa di donazione e fino a quando Tim, Vodafone, Wind, eccetera non riscuotono le bollette, non possono entrare in possesso dei soldi e quindi non possono trasferirli alla Protezione Civile sul conto che la stessa Protezione Civile ha presso la tesoreria dello Stato alla Banca d'Italia»;      

i tempi tecnici di trasferimento dei fondi, si sa, sono di circa 60 giorni, in pratica quando il donatore paga la bolletta, ma va detto che normalmente le donazioni attraverso sms sono effettuate con schede ricaricabili, quindi con denaro sottratto contestualmente e quindi immediatamente disponibile;  

sono ancora tanti gli interrogativi sulla destinazione finale dei soldi raccolti via sms all'indomani del terremoto dell'Aquila nel 2009, ovvero oltre 68.338.754 di euro;

a questo proposito, da quanto si legge nei vari forum di discussione, sembra che un dieci per cento circa di questa cifra sia stato girato a suo tempo alla fondazione Etimos, per un costo di esercizio di 400 mila euro «spalmati» in nove anni, che si sarebbe occupata di finanziare in Abruzzo progetti di microcredito;

si apprende, sempre tramite internet, che nel tempo siano stati erogati tramite la Etimos oltre 3 milioni e 830 mila euro di crediti da gennaio 2011 a oggi, con un totale di 191 finanziamenti suddivisi fra imprese (114), cooperative (9) e famiglie (68), per un ammontare medio che si attesta rispettivamente intorno a 27mila, 38mila e 5.600 euro;      a gran voce tutti coloro che seguono attentamente questo drammatico evento tellurico si chiedono:  

dove vanno a finire i soldi che si donano attraverso gli sms inviati con i cellulari, se arrivino a destinazione, che fine fanno le centinaia di migliaia di euro che transitano verso i conti correnti creati proprio per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto e quali garanzie si hanno e come si può controllare che l'aiuto sia effettivamente «incanalato» nei giusti binari;     

quali siano le informazioni in suo possesso in ordine a quanto evidenziato in premessa; 

quali garanzie intenda fornire a tutti coloro che più o meno generosamente contribuiscono alla creazione di un fondo per aiuti immediati alle popolazioni 


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