Il polo dell'innovazione investe sul vino

21 Luglio 2011   09:46  

Rilanciare e innovare il settore vitivinicolo abruzzese, in particolare le cantine sociali, attraverso laboratori tematici che coinvolgano anche i settori dell'energia, della tutela ambientale e paesaggistica, della cultura e del turismo.  Muove così i suoi primi passi la società consortile Irene, (Innovative e Responsible Economy Network), gestrice del Polo dell'innovazione sociale e dell'economia civile recentemente riconosciuto dalla Regione nell'ambito del Por Fesr Abruzzo 2007-2013. Un progetto che coinvolge oltre 200 imprese abruzzesi profit e no profit, promosso da Confcooperative Abruzzo, Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, Legacoop Abruzzo e in partnership con la Casartigiani Teramo. Tra le prime attività promosse dal Polo sul territorio ci sono i Laboratori intersettoriali per la commercializzazione e valorizzazione dei prodotti agricoli e, in particolare, del settore vitivinicolo, una serie di incontri finalizzati alla stesura di progetti per lo sviluppo del settore dell'agro-industriale con la collaborazione scientifica della facoltà di Agraria dell'Università di Teramo. I laboratori rientrano nel programma di attività del Polo finanziate con fondi a valere su Por Fesr Abruzzo 2007-2013 per il sostegno alla creazione dei Poli di innovazione. I laboratori nascono con una vocazione intersettoriale nella consapevolezza che il processo di innovazione e riconversione delle imprese non sarebbe possibile se non attraverso la contaminazione con altri setttori, come ad esempio quello dell'energia, dell'ambiente, della cultura e del turismo.
Dopo i primi due incontri organizzati in provincia di Teramo, a Colonella e a Controguerra, ieri (martedì 18 luglio) è stata la volta della provincia di Chieti: il tavolo di lavoro si è riunito a Ortona, ospitato dalla Cantina Citra, proprio nel cuore del distretto vitivinicolo teatino. Quello del vino, in particolare il comparto delle cantine sociali, è un settore che vive in Abruzzo notevoli difficoltà legate alla scarsa redditività delle uve e dei terreni, alla mancanza di ricambio generazionale all'interno delle imprese, all'aumento dei costi di produzione e alla difficoltà a collocare i prodotti sui mercati.
A discutere delle possibili strategie di sintesi per lo sviluppo del settore c'erano Giampiero Ledda, presidente della consortile Irene, Valentino Di Campli, presidente del Consorzio Citra Vini, il prorettore dell'Università di Teramo Michele Pisante assieme ai docenti e ricercatori della facoltà di Agraria Fabio Stagnari, Giuseppe Arfelli, Andrea Piva, Rosanna Tofalo, Emilio Chiodo e Giovanna Suzzi, direttore del dipartimento di Scienze degli alimenti. Con loro anche Emanuele Pierannunzi, presidente del Collegio provinciale degli agrotecnici di Teramo, Giuseppe D'Alessandro, segretario generale di Confcooperative Abruzzo, Pietro Iacobitti, presidente di Confcooperative Chieti e Nazzareno Di Buò, revisore contabile della consortile Irene.
L'incontro è stato occasione per fare il punto sui lavori del tavolo e per tracciare le principali linee di indirizzo. Tre gli obiettivi indicati: lavorare per la tutela del prodotto Montepulciano, attivare un laboratorio sull'innovazione continua con al centro una cantina sociale che sarà beneficiaria di un progetto di riconversione aziendale e un laboratorio mirato allo sviluppo degli strumenti di comunicazione promozione e marketing, con particolare attenzione alla penetrazione nei mercati esteri.
A mettere in evidenza difficoltà e potenzialità del settore è stato il pro-rettore alla Ricerca dell'università di Teramo Michele Pisante, docente della facoltà di Agraria dell'ateneo. «C'è un serio problema di ricambio generazionale all'interno delle imprese - ha spiegato - ma l'università può dare un notevole contributo ai processi di innovazione, grazie all'apporto intellettuale dei suoi ricercatori. C'è bisogno di personale altamente qualificato per la riconversione e internalizzazione delle imprese: si potrebbe anche pensare a uno spin-off universitario che lavori in questa direzione».
Dopo la discussione il presidente di Citra Vini, Valentino Di Campli, ha illustrato i risultati della cantina, leader italiana nell'export con una rete di distribuzione che penetra in 45 Paesi e che riunisce al suo interno 9 cantine sociali. L'incontro si è concluso con una visita alla struttura, dal potabilizzatore al laboratorio analisi con una degustazione finale. Sempre all'interno della cantina Citra si terrà, la prossima settimana, un nuovo incontro del tavolo che chiuderà il ciclo di lavori prima pausa estiva.


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