Il senatore Razzi dal dittatore coreano Kim Jong-Un, per mettere fine alla minaccia atomica

I colleghi: Daje Anto', ti daranno il Nobel per la pace!

30 Luglio 2013   10:10  

In occasione delle celebrazioni dei 60 anni della firma dell'armistizio della Guerra di Corea, sul palco riservato alle autorità proveniente da tutto il mondo, al fianco della poltrona d’onore riservata al dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un, c'erano anche quelle per il senatore abruzzese del Pdl, Antonio Razzi e Paolo Romani, ex ministro dello Sviluppo Economico.

I due rappresentanti del parlamento italiano hanno visto sfilare tutto il corteo a passo dell'oca, composto di pattuglie aeree acrobatiche, elicotteri che simulavano attacchi, Ilyushin 72 da trasporto truppe, corpi di elite e mezzi pesanti come artiglieria, carri armati e i temuti missili. 

Romani al termine della manifestazione ha anche precisato:

Ho applaudito poco, perché da quel regime ci divide tutto. Non posso applaudire quando si inneggia al leader. Posso applaudire a dei virtuosismi come quelli dell'Arirang. Ci sembra difficile poter applaudire chi è a capo di questo regime.

L'ex sottosegretario ha anche parlato anche del suo incontro con Kim Jong-un:

Solo qualche battuta, di nessun rilievo politico. È un leader che non parla. Finora abbiamo sempre discusso con i riferimenti che man mano si sono presentati. Con il ripristino dei rapporti diplomatici nel 2000, abbiamo trovato motivi di sviluppo di un Paese arretratissimo, siamo disponibili a collaborare. È tutto molto difficile e complicato. Il regime è molto statico.

Ha spiegato, inoltre, Romani all'Ansa:

Io e Razzi sono andati lì perché il parlamento italiano nella riunione interparlamentare, ha deliberato questa missione: io, il senatore Razzi e il senatore Farina del Pd che per impedimenti non è potuto venire.

L’abruzzese Razzi, invece, noto per il fuori onda «ho pensato ai cazzi miei» o per aver denunciato –e ritrattato- la compravendita dei parlamentari, da tempo lo dice chiaramente, sogna di riavvicinare Corea del Nord e Corea del Sud.

Razzi punta nell'obiettivo in cui ha fallito anche Barack Obama, tanto che qualche tempo fa ha affermato:

Dopo un lungo lavoro di mediazione con gli ambasciatori delle due Coree - "con loro ho dialogato molto, ora vorrei farli incontrare nella pizzeria Da Mario, a Napoli"- sono pronto a portare pace e serenità in Corea, scongiurare la minaccia atomica, riunificare la penisola, forte dell'amicizia che mi lega al leader di Pyongyang.

Eh già, il buon vecchio Kim, amicone di Razzi da una vita, o almeno così dice il senatore:

Parliamo tedesco insieme, lui da giovane ha studiato a Berna, ed io facevo l'operaio proprio lì.

Razzi ha giurato di sapere ormai tutto della politica internazionale!

Sarà, ma i colleghi del senatore non sembrano molto convinti, e tra uno sganascio e l'altro affermano:

Daje Anto', ti daranno il Nobel per la pace!

Lui ci crede e replica:

Sì, forse ci volevo proprio io, Antonio Razzi, per far cadere il 'Muro' coreano.


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