In Consiglio regionale approda la nuova legge elettorale

Via il listino, consiglieri ridotti da 45 a 29

12 Marzo 2013   13:30  

E' approdata oggi in consiglio regionale la nuova Legge elettorale della regione Abruzzo.

Molte le novità, si va dal taglio dei consiglieri che passano da 45 a 29 più i due candidati Presidenti più votati, all'abolizione del "listino del Presidente" alla più ampia elezione territoriale che permetterà una rappresentanza più omogenea.

Alla maggioranza andranno 18 consiglieri più il Presidente, alle forze di minoranza 12.

Un abbattimento dei costi del consiglio di 12 milioni di euro per il prossimo quinquennio, un chiaro segno di riavvicinamento al "Paese Italia".

 Nel video interviste a Cecè D'Alessandro consigliere dell'Idv, Lorenzo Sospiri consigliere Pdl e Gianni Chiodi, governatore d'Abruzzo.

La cronaca della seduta

Il Presidente della Commissione Speciale per la Legge elettorale, Lorenzo Sospiri (PdL), ha illustrato le linee principali del provvedimento legislativo, sollecitandone una rapida approvazione in previsione delle prossime regionali.

Sul testo licenziato nelle scorse settimane in Commissione, sono stati presentati circa 1200 emendamenti da Rifondazione Comunista e dal PD.

Dopo Sospiri, nella discussione e' intervenuto il Capogruppo del PD Camillo D'Alessandro, secondo cui "e' piu' importante garantire la governabilita' della Regione, piuttosto che portare a casa il risultato della legge da parte di Sospiri".

 "Al collega Sospiri, - sottolinea D'Alessandro - probabilmente preso dall'antidalfonsinite di ritorno, faccio presente che non consentiremo, per quel che possiamo fare, la riedizione di una porcata regionale vista che gia' ne esiste una a livello nazionale.

Il PD  ha ribadito la linea di ferma opposizione all'attuale impianto. Siamo pronti a discuterne, a patto che si faccia con assoluta chiarezza. In primis va garantita la governabilita'.

Con l'attuale proposta di legge elettorale e con la soglia del 2 per cento, infatti, si consegnera' una Regione dove saranno presenti una decina di monogruppi che condanneranno l'Abruzzo da un lato alla instabilita' politica, dall'altro a enormi costi per tenere in piedi i vari Gruppi consiliari.

La seconda questione posta dal PD riguarda invece la reintroduzione del voto disgiunto.

Oggi gli abruzzesi non hanno la possibilita' di scegliersi il proprio Consigliere e il proprio Presidente, facolta' data a tutti gli elettori in Italia nelle proprie regioni, ma non in Abruzzo.

Evidentemente - continua D'Alessandro - la paura fa 'novanta' e di fronte a un possibile ingresso di Luciano D'Alfonso hanno pensato bene di limitare l'effetto popolarita' dell'ex Sindaco di Pescara, impedendo che una parte di elettorato possa votarlo.

Se i lavori dovessero protrarsi senza un utile accordo, il PD proporra' che intanto si proceda alla abrogazione del listino, cioe' degli eletti senza voto, e poi si discuta nel merito, perche' la legge elettorale va fatta non in ragione di chi pensa di vincere o perdere, ma per far funzionare l'Abruzzo".

A questo proposito, il Capogruppo del Prc Maurizio Acerbo ha rilevato che in caso di voto disgiunto, cosi' come per le elezioni comunali e provinciali, e' necessario il sistema del "doppio turno".

Acerbo ha poi censurato l'atteggiamento del PD, rilevando che Rifondazione ha presentato i suoi emendamenti per bilanciare proprio quelli del Partito Democratico.

"Emendamenti preventivi a difesa della democrazia", li ha definiti.

Al centro dello scontro c'e' la questione della soglia di sbarramento, fissata al 4 per cento nel testo licenziato in Commissione. Soglia condivisa sia da Rifondazione, che dal PdL, ma non dal PD.

"Possiamo diminuire gli emolumenti - ha puntualizzato Acerbo - ma non la democrazia, cosi' come rimane nodale la questione della rappresentanza di genere".

E' intervenuto anche il Capogruppo dell'Udc Antonio Menna, che ha difeso il lavoro fatto in Commissione, mentre il Consigliere dell'Idv Cesare D'Alessandro ha proposto di approfondire ulteriormente la discussione in Commissione, cosi' da consentire l'approvazione nella prossima seduta, in programma tra due settimane.

Il consiglio si è dunque sciolto perchè venuto meno il numero legale. 

 

 

 

 


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