In attesa del Consiglio, si accende il dibattito sulla data delle prossime elezioni

Cronache dall'Emicilo

18 Giugno 2013   13:52  

Una variazione di bilancio, l'indizione di un referendum consultivo per la modifica delle circoscrizioni comunali di Francavilla e Ortona, il programma triennale d'invertenti sulla rete viaria regionale, l'elezione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive. Questo lo scarno ordine del giorno del consiglio regionale di oggi.

La mattinata è comunque volata via in attesa che la commissione bilancio concludesse il suo lavoro preparatorio.

Nell'attesa, al nostro microfono, posizioni discordanti sulla data delle prossime elezioni regionali.

Il Pdl con Ricardo Chiavaroli ribadisce; si deve votare il 15 marzo con l'election day, per risparmiare milioni di euro. 

Tutto sommato d'accordo il consigliere dell'Italia dei valori Carlo Costantini.

Il Pd compatto chiede invece il voto subito, a novembre, perchè l'esperienza del governo Chiodi va chiusa il prima possibile.

La di là della data della chiamata alle urne, l'importante, sottolinea l'assessore Pdl Gianfranco Giuliante, è che la maggioranza imprima un colpo d'ala a questo ultimo scampolo di legislatura.  

 

RUFFINI: ''SENTENZA  CONDANNA REGIONE A RISARCIRE I DIPENDENTI ARIT''

"Una sentenza della Corte d'Appello dell'Aquila condanna la Regione Abruzzo a risarcire i lavoratori dell'Arit vincitori di concorsi a tempo indeterminato per i profili tecnici e stabilisce la loro assunzione immediata a partire dalla data della sentenza".

Lo riferisce il Consigliere regionale del PD Claudio Ruffini. "La vicenda inizia nel 2009 – racconta Ruffini – quando l'Arit bandisce diversi concorsi, sia per amministrativi che per tecnici-informatici, assumendo in ruolo soltanto i primi e lasciando fuori i profili tecnici. Nel corso degli anni, per fare fronte alle esigenze funzionali relative ai progetti assegnati all'Arit si è fatto ricorso a personale tecnico a tempo determinato.

Successivamente i suddetti contratti sono stati prorogati per consentire la prosecuzione delle attività ancora in itinere e sono scaduti nel febbraio 2013 quando sono diventati non più prorogabili per espressa previsione di legge. Dopo anni di battaglie, i quattordici vincitori dei concorsi a tempo indeterminato per i profili tecnici decidono di presentare ricorso contro l'Arit e la Regione Abruzzo e il Giudice del Lavoro del Tribunale di Teramo, a marzo 2012, condanna Arit e Regione a risarcire di ben 20 mensilità ogni dipendente che doveva essere assunto a tempo indeterminato.

A questo punto – continua il Consigliere – l'Arit decide di appellarsi contro la sentenza, ma la Corte di Appello dell'Aquila, lo scorso 14 giugno deposita una sentenza choc: non solo conferma il risarcimento del danno ma aggrava la posizione dell'Ente regionale, obbligandolo ad assumere immediatamente i lavoratori nel profilo professionale di cui risultano vincitori". Per Ruffini la vicenda è "l'ennesimo pasticcio della giunta Chiodi nella gestione del personale regionale.

Ci sembra un film già visto con la Ria, che finora ha prodotto solo lo sfascio della macchina amministrativa e un mega contenzioso, di cui è impossibile tracciarne i confini. Più volte, assieme ad altri colleghi, ho sollecitato l'assessore Carpineta ad intervenire, ma non sono servite interrogazioni, risoluzioni e decine di comunicati stampa per ottenere un suo interessamento concreto nella vicenda. La politica regionale è rimasta a guardare e come troppo spesso capita in Abruzzo, le decisioni sul personale ce le ritroviamo per via di sentenze dei giudici.

La Carpineta deve spiegare agli abruzzesi quali risultati ha ottenuto in materia di personale. Ma soprattutto chi pagherà i danni erariali derivanti dalla sue discutibili scelte? Finora le sentenze che condannano la Regione all'immediata assunzione dei profili tecnici sono soltanto tre, ma altre arriveranno, essendo che i ricorrenti erano in quattordici. Bisogna precisare – rimarca ancora l'esponente del PD – che questo pasticcio ha nomi e cognomi evidenti.

Basti pensare che l'Arit già nel 2010 aveva richiesto alla Regione la possibilità di assumere i 14 lavoratori nei profili tecnici. Una richiesta che è stata rinnovata nel dicembre 2012 e che a tutt'oggi non ha mai ricevuto una risposta.

Quindi il risultato di questa inerzia ed incapacità della giunta è lampante. Una politica inadeguata che ha prodotto non soltanto la negazione dei diritti dei lavoratori, ma soprattutto un enorme sperpero di denaro pubblico oltre ad una pubblica amministrazione inefficiente. In pratica il contrario di quello che un buon amministratore del personale si dovrebbe prefiggere.

E dobbiamo ringraziare l'azione positiva condotta dall'Arit che ha permesso di limitare i danni economici alle casse regionali, altrimenti ci saremmo ritrovati difronte ad un nuovo caso Ria. Noi l'avevamo detto e ridetto che c'erano soluzioni alternative, ma il duo Chiodi e Carpineta ha fatto orecchie da mercante ed adesso è arrivato il conto con gli interessi".

RISOLUZIONE ACERBO SU ANIMALI DA PELLICCIA

«Più di 100.000 cittadini hanno firmato a sostegno della proposta di legge "divieto di allevamento, di cattura e uccisione di animali per la loro pelliccia" di cui è promotrice la LAV (Lega AntiVivisezione).

E' bene che anche regioni ed enti locali si esprimano per sollecitare l'avvio dell'iter legislativo per la discussione e votazione della proposta di legge LAV già presentata a Camera e Senato. Per sostenere la campagna della LAV ho presentato una risoluzione che è all'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale di martedì 18 giugno.

In Europa, l'allevamento di animali "da pelliccia" è un'attività in declino e sempre più Stati Membri stanno adottando provvedimenti normativi non solo restrittivi e disincentivanti, bensì veri e propri provvedimenti di messa al bando, come già fatto da Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Bosnia, Danimarca, Slovenia. Mi sembra doveroso che l'Abruzzo "Regione verde dei parchi" si schieri a favore della legge proposta dalla LAV».

Così il Capogruppo di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, che si è schierato a sostegno della proposta di legge sul divieto di allevamento di animali "da pelliccia".

 


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