Inaugurazione Anno Giudiziario 2014, Di Grazia: "Organizzazioni criminali non attecchiranno "

04 Marzo 2014   13:17  

"Anche se la provincia dell'Aquila mostra la presenza di Cosa Nostra, Camorra, e 'Ndrangheta non credo che questi fenomeni di criminalita' organizzata possano attecchire in Abruzzo, perche' sano e' il contesto sociale di questa terra mite e operosa".
E' quanto ha affermato stamani il procuratore regionale della sezione giurisdizionale per la Regione Abruzzo della Corte dei Conti, Fausta Di Grazia.

Parlando in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2014, il magistrato contabile ha sottolineato che "sara' compito anche della Corte dei conti di tenere alta l'attenzione, affinche' venga sempre e comunque mantenuto il rispetto della legalita'.
E' ovviamente auspicabile - ha aggiunto - anzi necessario, un potenziamento del personale di magistratura e amministrativo assegnato alla Procura regionale, per far fronte all'esponenziale aumento del numero delle vertenze gia' in atto e per quello previsto in avvenire.

Sarebbe indispensabile, inoltre, una 'task force' fra inquirenti della Corte dei conti, della Procura della Repubblica e personale investigativo dei Corpi militari e civili di ausilio nelle inchieste, al fine di gestire l'attuale emergenza (il riferimento e', in particolare, alle inchieste post-sisma, ndr) e garantire i risultati dovuti".

Il procuratore regionale ha poi parlato di "servitori dello Stato che, con determinazione e organizzazione, andrebbero concentrati su obiettivi sensibili come L'Aquila e i Comuni interessati dal sisma, per arginare, con un'azione preventiva oltre che dissuasiva, l'avanzata della criminalita' organizzata". "Anche quest'anno, consapevole del fatto che lo stato di emergenza non e' ancora superato - scrive il magistrato nella sua relazione - rivolgo un doveroso saluto agli abitanti dell'Aquila che con caparbieta' e coraggio lavorano in attesa di recuperare finalmente una vita normale nella loro citta', i quali, a mio avviso, sono i veri eroi del dopo terremoto.

Questi abruzzesi forti e gentili - si legge sempre nella relazione - non dimenticano la saggezza del lasciare alle generazioni future sani principi e insostituibili tradizioni. Sono loro che devono vigilare per primi affinche' nessuno si appropri senza titolo del denaro pubblico, perche' chi ingiustamente incassa, senza dare e senza fare, aiuta L'Aquila a non rialzarsi piu'".

 "I presunti reati commessi nel territorio abruzzese suscitano legittima indignazione dei cittadini, gia' fortemente provati dai noti eventi luttuosi del 2009".

Ha detto il il Procuratore Di Grazia, riferendosi , in particolare, a due inchieste: l'una relativa al Comune dell'Aquila, l'altra alla Regione Abruzzo.

Per quanto riguarda il capoluogo di regione, "si profila l'ipotesi di tangenti che coinvolgono il comune su appalti legati alla ricostruzione e, in particolare, a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati.
Dal momento che grande e' la risonanza a livello nazionale e locale di questi eventi, non si possono omettere brevi considerazioni di carattere generale", dice di Grazia.
"Fermo restando che i processi non si fanno sui giornali e nelle inchieste televisive, ma che spetta alla magistratura l'accertamento dei fatti e delle relative responsabilita', mi preme ricordare - ha affermato il procuratore - che il sistema corruttivo da sempre e' stato portato a all'attenzione della Corte dei conti.
L'attuale maggiore espansione oggettiva e soggettiva della giurisdizione contabile costituisce, senza dubbio, un ulteriore valido strumento di contrasto al condizionamento criminale nelle pubbliche amministrazioni.
Scuote, inoltre, l'opinione pubblica lo scandalo che riguarda le spese addebitata a vario titolo alla Regione Abruzzo dai suoi amministratori e in questo caso e' doveroso lasciare ai giudici la valutazione di ogni aspetto delle vicende" su cui si indaga.
Per quanto riguarda la Regione Abruzzo, il procuratore regionale della Corte dei conti faceva riferimento all'inchiesta della Procura di Pescara che ha indagato 25 amministratori, presidenti di Giunta e Consiglio compresi, per presunti indebiti rimborsi spesa. 


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