"Incanto" di Pietro Grossi

06 Settembre 2012   13:25  

Un po' lenta la prima parte: l'adolescenza di tre amici scorre sui colli toscani, la spensieratezza di quell'età, il bullismo, i legami che sembrano eterni, la ribellione verso l'autorità genitoriale sono al centro della vicenda. Fino a quando l'obiettivo di rimettere in piedi una vecchia moto diventa comune, per correre a più non posso lungo una strada in periferia abbandonata e poi inaspettatamente ritrovata asfaltata da un giorno all'altro. La "stradaccia" si fa quindi teatro di corse proibite fino a quando i sogni, le aspettative diversissime dei tre protagonisti, li portano ad allontanarsi.

Un filo però, li tiene insieme sempre, anche se loro non lo sanno. Dovrebbe salvarli, quel filo, invece diventa quasi un cappio, un'ancora troppo pesante da trascinare, una realtà dura da digerire, quando si accorgono che niente nella loro vita è stato casuale. E se avessero potuto scegliere? Avrebbero vissuto la stessa vita? Troppo tardi per chiederselo.

Sinossi

Un borgo tra i colli toscani, un'estate di sole e frinire di cicale, tre ragazzi diversissimi ma legati dall'amicizia tacita e rovente di chi vuole crescere in fretta: Greg, solitario erede della famiglia più ricca del circondario; Jacopo, genitori borghesi ai limiti della noia; e Biagio, povero, libero e strambo come Huckleberry Finn. Nel volgere di quell'estate, una vecchia motocicletta rimessa a nuovo e una pista d'asfalto comparsa magicamente nella campagna, nera e lucida come un serpente indiano, segneranno l'inizio di un'avventura destinata a portarli lontano. Pochi mesi dopo, Biagio azzarda un'eccentrica carriera di campione internazionale delle due ruote. E Jacopo, compilando una cartolina trovata in un libro di scuola, vince una borsa di studio che lo condurrà a misurarsi con i misteri e le sfide della fisica in una delle più prestigiose università britanniche. Le tracce di Greg, invece, paiono perdersi nelle ragnatele luminose dell'alta finanza mondiale. Eppure, proprio nel momento in cui sono più lontani, a chissà quante migliaia di chilometri l'uno dall'altro, i tre amici sembrano non essere mai stati più vicini, uniti come sono - per chissà quale destino o invisibile forza cosmica - dalla quasi simultanea scoperta del sesso e dell'amore, il magnete più potente e il mistero più insondabile ed esaltante, qualcosa che "ha a che fare più con l'universo che con il mondo". Amore, successo, felicità: di tutte le promesse che si rincorrevano nell'adolescenza lungo la "Stradaccia", almeno una è stata mantenuta? Quale illusione ha sedotto ciascuno dei ragazzi ora diventati uomini, inducendoli a spezzare quell'incanto, quella quiete fatta di piccole cose e grandi sogni? Vent'anni dopo, spinto da un sospetto assurdo, Jacopo incontra Greg a New York. Inattesa e liberatoria come un temporale estivo, necessaria e abbacinante come una dimostrazione matematica, è la resa dei conti di un'amicizia: tre vite in un cono di luce che ha provato a sfidare il buio tutto intorno. Pietro Grossi torna al romanzo, e lo fa muovendo dal momento palpitante del coming of age che già era al centro della sua prima prova narrativa: ma qui il respiro si fa più ampio, il passo ambizioso, la scrittura matura e forte. Il frutto è una narrazione ricca, cesellata e insieme epica, che ci consegna la traiettoria di un destino con la sua perentoria, umanissima verità.

Note sull'autore

Pietro Grossi cresce a Firenze, dove con qualche turbolenza resta fino ai vent'anni. Dal '99 al 2001, dopo un anno in giro per il mondo e un inverno di nuovo a Firenze alla facoltà di Filosofia, frequenta la scuola Holden, creata da Alessandro Baricco a Torino.

Il suo esordio letterario è datato giugno 2000: Touché, pubblicato dalla casa editrice Pagliai Polistampa in una collana di letteratura italiana diretta da Enzo Siciliano. Dal 2001 al 2002 si trova a New York, dove studia regia e religioni comparate e lavora con una società di produzione cinematografica e come traduttore.

Dal 2002 al 2006 vive prima a Roma poi a Milano, lavorando come correttore di bozze, barman, traduttore e infine copy-writer in una grande agenzia pubblicitaria. Collabora saltuariamente con il cinema. Nel 2006 esce la raccolta di racconti Pugni, edito da Sellerio Editore. Raggiunge le finali di molti premi letterari, tra cui Premio Viareggio e Premio Strega.

Vince il Premio Cocito Montà D'alba, il Premio letterario Piero Chiara, il Premio Fiesole Narrativa Under 40 e il Premio Pistoia del Ceppo. Nel 2010 la versione inglese, Fists, edita da Pushkin Press, arriva in finale all'Independent Foreign Fiction Prize, premio per la letteratura straniera concesso dal quotidiano Independent, e vince il Premio Campiello Europa 2010.

Nell'autunno 2007 esce il suo secondo romanzo, L'acchito, sempre per la Sellerio Editore. Suoi racconti sono usciti su Nuovi Argomenti e su antologie di Fandango e Arnoldo Mondadori Editore. Il suo ultimo lavoro, Incanto, è datato ottobre 2011.


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