Inchiesta "Il Vate", la Regione si costituisce parte civile

23 Marzo 2016   11:23  

 La Regione Abruzzo si costituira' parte civile, tramite il legale dell'avvocatura dello Stato Generoso Di Leo, nell'ambito del processo su presunte tangenti e cultura all'assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo, nato da un'inchiesta del 2013 denominata "Il Vate" e che conta tra gli imputati l'ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis.

Questa mattina la prima udienza davanti al tribunale collegiale di Pescara, presieduto dal giudice Maria Michela Di Fine, e' stata rinviata per difetto di notifica ad uno degli imputati.

Intanto, il pm Anna Rita Mantini ha depositato l'elenco della documentazione che intende produrre, per consentire ai difensori di interloquire nel corso della prossima udienza.

Oltre a De Fanis, sono imputati Ermanno Falone, rappresentante legale dell'associazione "Abruzzo Antico"; Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo; l'imprenditore Antonio Di Domenica, originario di Atessa (Chieti).

I reati contestati, a vario titolo, sono concussione, induzione indebita a dare o promettere utilita', truffa, peculato, abuso, falso in atto pubblico, corruzione, tentata induzione a dare o promettere utilita'.

I quattro imputati oggi erano assenti. La prossima udienza si terra' il 19 maggio.

Il procedimento, nato dalla denuncia dell'imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti, mira a far luce sulle modalita' di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l'organizzazione, l'adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali.

Per questa vicenda l'ex assessore De Fanis trascorse quattro mesi agli arresti domiciliari.

Ad occuparsi delle indagini e' stato il Corpo Forestale dello Stato, guidato dal commissario Annamaria Angelozzi.

Nella vicenda erano coinvolti anche l'ex segretaria di De Fanis, Lucia Zingariello, che il 19 gennaio scorso ha patteggiato davanti al gup una pena di un anno e undici mesi di reclusione, e Rocco Masci, originario di Ripa Teatina (Chieti), presidente dell'associazione "Ars Associazione Culturale Musicale", per il quale il gup ha disposto l'applicazione dell'istituto della messa alla prova per un periodo di 8 mesi.


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