Inchiesta escort e appalti in Provincia dell'Aquila: altri due indagati
Cesidio Serafini, 50 anni, di Avezzano e Amedeo Figliolini, 59 anni, residente in provincia di Foggia: questi i nomi dei nuovi due indagati nell'inchiesta che coinvolge l’ex-direttore generale della Provincia dell'Aquila Angelo Valter Specchio, sugli appalti per la messa in sicurezza degli istituti scolastici di Avezzano e Sulmona utilizzando atti falsi per avvantaggiare alcune societa' in cambio di benefici personali.
Lo rivela Marcello Ianni sul quotidiano il Messaggero. I due sarebbero accusati ''di aver concorso alla commissione di falso ideologico e abuso in atti d’ufficio facendo locare all’ente Provincia dell’Aquila, lo stabile di via XX Settembre, al civico 420, di Avezzano, tanto da fare ottenere un ingiusto vantaggio alla proprietà dell’immobile, derivante dalla ristrutturazione del fabbricato e dal canone di locazione''.
Resta intanto in carcere fino al 9 febbraio, il direttore generale della Provincia dell'Aquila, Angelo Valter Specchio, finito in manette (insieme ad altre due persone).
Per l'accusa sussistono ancora i pericoli di inquinamento delle prova
Appena due giorni fa Specchio per circa due aveva risposto alle domande formulate dai magistrati. Nell'ambito della stessa attivita' di indagine, oltre a Specchio erano finiti in manette Giancostantino Pischedda, procuratore speciale della ditta Pellegrini di Cagliari e Franco Rossano Palazzo, legale rappresentante di una societa' di impianti tecnologici con sede a Foggia, entrambi tornati in liberta'.
Gli indagati rispondono a vario titolo dei reati di corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, peculato, abuso d'ufficio e falso ideologico in atti pubblici.
L'inchiesta ha preso in esame in particolare i lavori di messa in sicurezza sismica per le scuole di Avezzano e Sulmona, compresi nell'appalto multimilionario del progetto 'Scuole sicure'. Alla base delle accuse, "l'illegittimita' nelle procedure di affidamento degli appalti" nonche' "gestione di beni e denaro pubblico in modo personalistico e dispersivo, a fini di vantaggi personali.
