Inchiesta isolatori sismici: chiesto un anno e mezzo per Mauro Dolce

10 Ottobre 2013   16:39  

L'inchiesta su presunte irregolarita' circa l'adeguatezza degli isolatori sismici sistemati nel Progetto Case a L'Aquila fa un passo in avanti, dopo un lungo stop dovuto alla redazione di una voluminosa consulenza.

Il pubblico ministero titolare dell' inchiesta, Fabio Picuti, al termine del suo intervento di stamani, ha chiesto per Mauro Dolce, responsabile del procedimento del Progetto Case, la condanna ad un anno e mezzo di reclusione ed il pagamento di una multa pari a 600 euro.

Dolce, accusato di frode nele pubbliche forniture, viene giudicato con rito abbreviato dal gup Giuseppe Romano Gargarella.

Il pm ha invece chiesto per gli altri due imputati, anche loro accusati per lo stesso capo d' imputazione, il processo.

Si tratta di Gian Michele Calvi, direttore dei lavori, e Agostino Marioni, dirigente di una delle ditte fornitrici. A parlare in questo momento e' i legale di fiducia di Mauro Dolce.

Secondo alcuni legali, la decisione del gup avverra' in un' altra udienza ancora da calendarizzare.

L'inchiesta nacque in seguito a una segnalazione fatta da una delle ditte escluse dall'appalto (ma fu esaminato anche un servizio di Rainews nel quale si ventilavano irregolarita') e ci furono inizialmente sei avvisi di garanzia.

Successivamente, per chiarire i dubbi, tramite un incidente probatorio, si decise di scegliere un perito al quale chiedere se e in che misura gli isolatori sismici fossero adeguati e rispondenti ai livelli di sicurezza.

Il perito, Alessandro De Stefano, sostenne che alcuni isolatori, quelli della Alga, non sarebbero adeguati alle esigenze per cui sono imputati un dirigente di quella azienda mentre gli altri due che rischiano il processo sono coinvolti per via del loro ruolo apicale nella realizzazione del Progetto Case e, nello specifico, per il montaggio e la scelta degli isolatori sismici.

Il perito, nella sua disamina, ha sostenuto che alcuni di questi isolatori non sono sicuri.

Decisivo, dunque, l'esame di alcuni isolatori. Non essendoci una strumentazione adeguata in Italia per testare gli isolatori, si decise di portare il materiale nei laboratori di San Diego, negli Stati Uniti, con un costo piuttosto alto a cominciare dal trasporto in aereo. Del resto alternative meno costose non esistevano a fronte del fatto che altri laboratori piu' o meno adatti erano a Taiwan.

Tornando alla perizia, l'esperto parlo' di difformita' dei materiali forniti da quelli offerti in gara e riferi' anche di criticita' ai fini del funzionamento.

Cio' a fronte di contestazioni della difesa per la quale gli strumenti usati per fare i test sarebbero ritenuti inadeguati. Una vicenda molto importante in quanto gli isolatori montati complessivamente sono circa 5mila a fronte di un appalto di sette milioni di euro.

 


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