Indagine semestrale Confindustria: coraggio, il meglio è passato...

27 Novembre 2012   18:34  

Il presente dell'economia abruzzese non é positivo, e non sono rosee nemmeno le previsioni per il futuroQuesto, in estrema sintesi, é quanto sostenuto oggi dagli esperti intervenuti stamani alla presentazione dell'indagine semestrale sull'industria abruzzese nel primo semestre del 2012, tenutasi presso la sede della Confindustria di Chieti, in larghetto Teatro Vecchio. 

L'incontro é stato introdotto da una riflessione di Silvano Pagliuca, tesoriere dell'Unione Industriali di Pescara, sulle difficoltà dell'impresa in Italia: "Un anno fa, parlavamo della crisi paventando tre possibili scenari che avrebbero potuto verificarsi: uno shock che avrebbe potuto paradossalmente accelerare ripresa dell'economia, una situazione di sufficiente stabilità o un ulteriore peggioramento della stessa. Ad oggi, le imprese non hanno visto miglioramenti né devono aspettarsene, viste le difficoltà che il governo ha in questo momento nell'attuare liberalizzazioni, con conseguente impossibilità di investire per gli imprenditori".

La difficoltà della situazione economica per le imprese italiane ed abruzzesi é stata illustrata dal professor Luciano Fratocchi, docente di Ingegneria economico-gestionale presso l'Università dell'Aquila: "Sulla base dei dati del primo semestre del 2012, raccolti quindi tra luglio ed agosto, l'Italia, pur mantenendo la seconda posizione in Europa alla voce dell'industria manifatturiera, ha avuto un andamento peggiore rispetto al resto dell'UE. La produzione industriale é in forte calo, solo la domanda di brevetti ha registrato un aumento del 18%.

In Abruzzo, nello specifico, meno di un quinto delle aziende, nel semestre in esame, ha effettuato investimenti.

Solo il settore farmaceutico resiste, mentre gli altri, compresi quelli più legati al territorio, hanno subito una netta diminuzione.

Ciò e dovuto, bisogna ammetterlo, alla scarsa lungimiranza di buona parte degli stessi imprenditori sugli effetti dell'attuale crisi e sulla loro durata. Inevitabili le ripercussioni sul mercato del lavoro, con l'86% delle imprese che non prevede assunzioni ed il 30% che, anzi, prevede di dover ridurre gli organici. 

Per il prossimo semestre si può avere un cauto ottimismo, nel senso che la situazione non dovrebbe peggiorare ulteriormente, ferma restando l'esitazione che le aziende hanno al momento nell'effettuare investimenti".

Antonio D'Intino, presidente dell'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Abruzzo, ha parlato degli effetti della crisi nel campo dell'edilizia regionale:"Il settore delle costruzioni é in caduta libera, investimenti e fatturato sono a livelli minimi, i lavori pubblici sono in forte calo, quelli privati pressoché fermi.

Ed i lavoratori impiegati nel nostro settore subiscono più di altri gli effetti della crisi: nell'ultimo semestre l'edilizia ne ha persi circa 10.000, il 30%, considerando anche quelli in mobilità o in cassaintegrazione.

Siamo ancora in attesa di decreti governativi che consentano alle imprese di iniziare a ricostruire a L'Aquila e provincia, che garantiscano alle imprese il pagamento in tempi certi e sostenibili, affidandosi a noi, anziché ad imprese di altre regioni, in virtù della maggiore conoscenza del territorio".

 Il professor Giuseppe Mauro, ordinario di Politica economica presso l'Università di Chieti-Pescara, ha individuato "le principali ragioni della crisi nell'avvento dell'euro, che ha posto fine a svalutazioni competitive, e negli effetti della globalizzazione e dell'emergere di nuovi mercati, non colti dalla classe politica ed imprenditoriale, con la conseguenza di un progressivo abbassamento del Pil, che in Abruzzo é andato anche al di làdella media nazionale".

Presente al convegno anche Alfredo Castiglione, assessore regonale allo Sviluppo economico e all'Innovazione tecnologica ed informatica, secondo cui "i finanziamenti regionali alle imprese sono al momento impossibilitate per l'insufficienza dei fondi che il Governo mette a isposizione dell'Ente, fondi che, comunque, sono in gran parte spesi nella ricerca di poli d'innovazione tecnologica, per cui l'Abruzzo é al quarto posto tra le regioni italiane".

 

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