Ingiusta detenzione: Comune di L'Aquila solidale con Petrilli

28 Maggio 2013   13:39  

Sull'ingiusta detenzione patita dall'Aquilano Giulio Petrilli, accusato di banda armata ma sempre assolto fino all'ultimo grado di giudizio, intervengono oggi l'assessore comunale Lelio De Santis e di consiglieri Giuliano Di Nicola (Idv), Sergio Ianni (Pd) e Antonio Nardantonio (Psi).
Il problema della giustizia - dicono in una nota congiunta - e' sentito dalla stragrande maggioranza degli italiani. E' sempre piu' urgente una riforma che vada incontro alle esigenze di tutti e non di una sola persona e pochi sodali. Una giustizia che allunga a dismisura i suoi tempi e' di fatto una giustizia negata. Non si puo' assolutamente lasciare ai talk show l'amministrazione della giustizia in Italia. Nell'auspicare che il Governo metta finalmente mano ad una questione annosa ed irrisolta, i sottoscritti consiglieri desiderano esprimere solidarieta', umana e politica, alla protesta che vede protagonista Giulio Petrilli, che sara' impegnato in un sit-in davanti alla Corte di Cassazione a Roma. Petrilli - prosegue la nota - e' vittima di un clamoroso caso di 'malagiustizia': Non e' piu' il tempo e non e' piu' tollerabile, in un paese civile, che esistano ancora sacche di privilegio per cui non si risponde degli errori commessi . Pur rendendosi conto che la materia della responsabilita' civile del giudice e' estremamente delicata, riteniamo che, cosi' come nel settore sanitario si va sviluppando sempre di piu' il fenomeno della medicina difensiva, analogamente si potrebbe determinare una fuga delle responsabilita' dell'amministrazione nella complessa macchina giudiziaria italiana. Non sono piu' tollerabili i casi di assoluta irresponsabilita' per cui nessuno risponde dei casi di ingiusta detenzione. Per un cittadino onesto - concludono gli amministratori - la detenzione e' un fenomeno devastante, che mina per sempre la personalita' di un individuo; di questo il giudice dovra' tener conto ogni qual volta emette una sentenza di condanna e, se sbaglia, lo Stato o chi per esso, dovra' concedere il risarcimento anche se nessuna somma potra' mai rimarginare l'indelebile ferita della psiche di un uomo".


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