Inquinamento delle acque a Rocca San Giovanni: a monte dell’inchiesta denuncia del WWF

28 Marzo 2017   09:53  

C’è una circostanziata denuncia all’autorità giudiziaria da parte delle guardie volontarie del WWF a monte dell’inchiesta dei Carabinieri Forestali sull’inquinamento delle acque del torrente Fontanelle a Rocca San Giovanni, che ha portato al deferimento all’autorità giudiziaria dei presunti responsabili individuati nel presidente della SASI  e di un tecnico della stessa società.

Nella segnalazione del WWF è stata messa in evidenza quella che appare come la più importante fonte di inquinamento del Fontanelle, diretta conseguenza di alcuni pozzi Imhoff (i cosiddetti “pozzi neri”) non funzionanti. Anziché provvedere alla primaria sedimentazione e digestione dei fanghi degli scarichi di acque reflue che giungono da circa 200 famiglie e da un importante centro commerciale della zona, i pozzi venivano by-passati da condutture che sversavano, tal quale, il liquame inquinante nel torrente fino a giungere al mare in località Foce di Rocca San Giovanni.

Dichiara Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle Guardie Giurate Volontarie del WWF: «Purtroppo le nostre denunce rappresentano soltanto la punta di iceberg di una situazione relativa alla depurazione delle acque nella Provincia di Chieti ancora sotto gli standard minimi richiesti dalla Comunità Europea. 

Ricordiamo che nel 2015, a seguito del sequestro da parte della Procura della Repubblica di Lanciano, la SASI avrebbe dovuto mettere in regola 12 depuratori tra Lanciano, Rocca San Giovanni, Atessa, Treglio, Bomba e altri paesi.

La Procura aveva per l’ennesima volta certificato che i 12 depuratori gestiti dalla SASI erano mal funzionanti e inadeguati al loro scopo. Nel 2016 sono stati invece nuovamente sequestrati i depuratori e ancora una volta denunciato il Presidente della SASI in quanto, secondo la magistratura, in quasi un anno e mezzo poco o nulla era stato fatto per rendere efficienti gli impianti».

Luciano Di Tizio delegato Regionale del WWF, aggiunge: «La speranza è ora quella che, a seguito delle denunce delle guardie WWF, le acque del Torrente Fontanelle possano tornare a essere meno inquinanti anche in vista della imminente stagione balneare.

Colgo l’occasione per sottolineare, in positivo, l’importante lavoro d’indagine svolto dai Carabinieri Forestali, in questo caso specifico quelli del Comando di Stazione di Lanciano. Ma va purtroppo anche necessariamente sottolineato, in negativo, che la cattiva depurazione o, peggio, l’assenza di depurazione, è un problema che riguarda moltissimi dei fiumi, torrenti e fossi abruzzesi la cui pessima situazione è stata per troppi anni colpevolmente trascurata dalla politica regionale».


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