Un'inchiesta delicatissima quella nelle mani del Gip Guendalina Buccella.
Le indagini della mobile dell'Aquila soto il comando del dott. Maurilio Grasso ed alle dipendenze dirette del PM David Mancini avrebbero, come ormai risaputo in città, evidenziato presunti maltrattamenti dei piccoli e piccolissimi bambini affidati alle cure della struttura.
Le indagini dirette su due punti fondamentali, per primi i controlli sotto copertura all'interno del nido, poi l'installazione di telecamere di sorveglianza presso la stessa struttura.
Ben sei le telecamere che hanno ripreso da inizio luglio a inizio settembre le attività dell'asilo anche con l'ausilio della registrazione audio.
Immagini passate prima al vaglio degli investigatori e poi affidate alla perizia psicologica dell'esperto indicato dalla Procura aquilana.
In due mesi si è poi arrivati all'emissione dell'ordinanza che interdiva a tre delle educatrici assunte nella struttura la professione a scopo cautelativo.
Ieri dopo 4 giorni di "passione" per le famiglie coinvolte con i propri figli e delle educatrici sospese sono avvenuti gli interrogatori di garanzia e la Questura aquilana a chiamato le prime famiglie come persone informate sui fatti.
Clamorosa l'assenza del PM David Mancini agli interrogatori di garanzia che hanno lasciato il Gip Buccella sola a condurre lo stesso.
Durante il breve colloquio con il magistrato le tre educatrici, assistite tutte da Ferdinando Paone e Manuela Paone, hanno rigettato le accuse una per una adducendo le proprie spiegazioni.
Nello stesso momento la procura ascoltava, invece, i genitori che in molti casi confermavano i timori dell'accusa e rivelavano il particolare di un paio di riunioni con la titolare proprio per parlare della condotta della struttura, entrambe inconcludenti nei fatti (sempre per bocca di alcuni genitori).
Intanto è partita la caccia alle immagini da parte dei grossi network dell'informazione per i programmi di "info-tainment".
Rai, Mediaset, Sky e La7 stanno facendo passi importanti per farsi concedere dalla Procura il filmato, ovviamente censurato, ma per il momento nessuno pare averlo avuto.
Neanche i genitori hanno potuto vederlo, solo le indagate e, sembrerebbe, almeno un giornalista che, incredibilmente, ha avuto accesso alla versione non censurata in cui erano riconoscibili le tre educatrici e tutti i minori.
Nelle prossime 24/48 ore il Gip giudicherà la richiesta della difesa sul rigettare o accogliere il reintegro lavorativo e, forse, la Procura comunicherà, finalmente, ai genitori interessati a che titolo i propri figli siano coinvolti.
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