''Io aquilano a Roma non voglio il tendone dell'Assembea cittadina a Piazza Duomo''

04 Settembre 2012   17:43  

Tendone di piazza Duomo temporaneamente rimosso: riceviamo un commento dal signor Marco Mancini e pubblichiamo:

''Gentile redazione, sono un aquilano di 27 anni, purtroppo costretto a vivere nella Capitale per motivi di lavoro. Torno molto spesso, però, nella mia amata città, alla quale sono legatissimo.

In questi giorni sto assistendo con un certo divertimento al dibattito riguardante la rimozione (temporanea, peraltro) del famoso “tendone” di Piazza Duomo, luogo di ritrovo della sedicente Assemblea Cittadina.

Con un certo divertimento perché, se non fosse tragico, tale dibattito sarebbe appunto ridicolo.

Oltre al divertimento, però, provo anche molta rabbia, per il fatto di vedere il sindaco della città completamente prono davanti ai capricci di qualche esaltato. Non è bastato all’Assemblea Cittadina (e ai vari comitati, spuntati come funghi dopo il 6 aprile) aver spaccato la città, trasformando la sacrosanta battaglia per la ricostruzione dell’Aquila in uno scontro ideologico e fazioso ed allontanando così da essa una buona parte dei cittadini.

Non è bastato a questi signori averci esposto al ludibrio del resto d’Italia, grazie alle figuracce rimediate in qualche trasmissione televisiva. Non è bastato loro essersi autonominati rappresentanti della volontà generale, attraverso una logica giacobina che tutto è fuorché democratica.

Adesso pretendono che il “tendone” rimanga al centro di Piazza Duomo nei secoli dei secoli, affinché essi possano portare avanti il loro improbabile esperimento di democrazia diretta e partecipata.

Siccome questa gente si riempie tanto la bocca di parole come “democrazia” e “partecipazione”, si chieda allora quale sia l’opinione dei cittadini aquilani riguardo alla faccenda.

Scommetto che la stragrande maggioranza desidera che la Piazza torni sgombra, pulita e civile com’è sempre stata e come merita di essere.

Io – e come me molti altri – sono stufo di vedere un’intera città ostaggio di qualche decina di rivoluzionari falliti, rottami degli anni ’70 e spostati vari, che hanno trasformato la sua piazza principale in un bivacco (come se non bastasse, qualcuno ha poi pensato bene di tappezzarla di ridicoli stracci colorati...).

Temo, purtroppo, che il sindaco Cialente non sia della mia stessa opinione, o non abbia il coraggio – per ragioni che mi restano ancora oscure – di spezzare definitivamente il filo che lo lega da decenni a questi personaggi.

Ma dovrebbe rendersi conto che è il sindaco dell’intera città, non della sedicente Assemblea Cittadina di Piazza Duomo.

E il tira e molla al quale abbiamo assistito in questi giorni è stato francamente umiliante, proprio per la città che rappresenta. Ormai sono passati più di tre anni dal terremoto dell’Aquila: se a qualcuno non piace il ritorno alla normalità, è un problema suo.

Se i signori dell’Assemblea Cittadina vogliono riunirsi per continuare a parlarsi addosso, lo facciano da qualche altra parte e non a Piazza Duomo, perché la piazza è patrimonio di tutti i cittadini aquilani. Quegli aquilani che amano la loro città da sempre e non solo dopo la tragedia che l’ha colpita.''   


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