L'Aquila Avezzano e Sulmona: VVF insufficienti, i sindaci si rivolgono al ministro Cancellieri

24 Ottobre 2012   12:34  

"Vigili del Fuoco dei presidi di L'Aquila, Avezzano e Sulmona insufficienti per garantire gli interventi di soccorso nel vastissimo territorio della Provincia, una delle più estese d'Italia, (5.034 kmq di superficie, la metà dell'intera regione Abruzzo), i sindaci delle tre città bussano alla porta del Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, sollecitando la “Riclassificazione” del Comando Provinciale di L’Aquila (da S1b a S5); Avezzano (da D2 a D3); Sulmona (da D1 a D2)e la revisione della pianta organica. Obiettivo: passare dalle 188 unità attuali a 236.

“Numeri alla mano, alla luce delle migliaia di richieste di intervento al numero 115 dei Vigili del Fuoco, che ringraziamo per l'impegno”, affermano i sindaci Massimo Cialente, Giovanni Di Pangrazio e il vice sindaco di Sulmona, Enea Di Ianni, delegato di Fabio Federico, “riteniamo urgente e indifferibile la riclassificazione del 3 presidi che operano in zona prevalentemente montana; la rivisitazione della pianta organica; un piano di riqualificazione del personale finalizzato a un miglioramento dell'attuale capacità di risposta sulla sicurezza dei cittadini e del territorio; un'efficace integrazione operativa a livello provinciale con le sedi permanenti in conformità alle indicazioni contenute nel progetto "Italia in 20'”, la cui realizzazione risulta particolarmente utile per il territorio Aquilano, Marsicano, della Valle Peligna e dell’Alto Sangro”.

L'operazione è stata messa in cantiere dopo un incontro ad Avezzano, dove il segretario nazionale del Conapo, Daniele Sbarassa, accompagnato dal segretario provinciale, Elio D'Annibale, ha messo sul tavolo del Sindaco, Giovanni Di Pangrazio, le criticità dell'importante settore del soccorso.

I primi cittadini, che confidano nella sensibilità del Ministro Cancellieri, mettono in risalto i principali rischi per la popolazione e il numero degli interventi realizzati in questi ultimi anni, compreso quelli post-sisma, indicano anche la strada per rimpinguare gli organici degli avamposto del soccorso.

“Le assunzioni sono possibili”, spiegano Cialente, Di Pangrazio e Di Ianni, “visto che l'aula del Senato, nella seduta 803^ del 27 settembre 2012, ha rivisto le norme del “turn over” per i Vigili del Fuoco riportandole al 50%. Il potenziamento sarebbe un forte segnale di attenzione per una popolazione messa in ginocchio dal terremoto che sta cercando di rialzare la testa ma deve fare i conti con la dura realtà”.

Il territorio si presenta in gran parte montano, nella sua porzione più interna e impervia, a bassa densità abitativa, con caratteristiche più assimilabili a zona alpina che appenninica: le maggiori cime, Gran Sasso e Maiella, sfiorano i 3000 metri di altitudine.

I principali rischi presenti sono di tipo naturale: Rischio sismico

Secondo studi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in Abruzzo si verifica un terremoto di forte intensità ogni 10/15 anni; dopo la Calabria, l'Abruzzo è la regione a più elevata sismicità d'Italia, con “sorgenti sismogenetiche” e faglie ben precise che danno origine a scosse che non si trovano solo lungo gli Appennini ma anche a ridosso del mare.

In particolare tutta la provincia aquilana è stata da sempre duramente colpita da ricorrenti terremoti con elevate “magnitudo” (si ricordino il sisma di Avezzano nel 1915 e quelli di L'Aquila nel 1703 e nel 2009) che hanno provocato numerosissime vittime e devastanti conseguenze nei confronti degli edifici, che in genere risultano particolarmente vulnerabili per la scarsa qualità dei materiali impiegati e per il cattivo stato di manutenzione.

Rischio idrogeologico

Con regolare frequenza i fiumi a carattere torrenziale quali l'Aterno-Pescara, il Sangro e il Liri, a causa di eventi meteorologici avversi abbinati a una scarsa pulizia degli alvei, esondano nelle aree limitrofe, provocando notevoli danni e criticità per la popolazione, le attività produttive e commerciali e gli allevamenti di animali di vario genere (si ricordino le recenti alluvioni del 1 Dicembre 2010). Le precipitazioni intense attivano spesso, nei pendii e versanti a ridosso delle stesse aree esondate, movimenti franosi estesi e pericolosi.

Rischio incendi di bosco

Le grandissime superfici boscate, pur presidiate dal Corpo Forestale, sono esposte a un rischio di incendio variabile in relazione alle condizioni specifiche stagionali, comunque considerevole. Rischio montagna e neve Sono presenti in provincia numerose località sciistiche ben attrezzate e molto frequentate da turisti della montagna provenienti da tutte le regioni d'Italia, anche per effettuare escursioni "estreme", situate generalmente ad altitudini intorno ai 2000 metri s. l. m.

Le frequentazioni da parte di persone non particolarmente esperte e sprovviste di attrezzature adeguate che si vengono a trovare in condizioni climatiche critiche spesso determinano la necessità di effettuare interventi di soccorso -a persona o ricerca disperso- anche nelle stagioni non propriamente invernali: operazioni molto lunghe, difficili e dispendiose in termini di risorse umane.

Devono inoltre essere considerati con estrema attenzione i rischi antropici che determinano gli incidenti stradali, compresi quelli coinvolgenti sostanze pericolose, (il territorio è attraversato in tutte le direzioni, soprattutto nell'asse Tirreno-Adriatico da importanti autostrade e arterie molto trafficate), nonché gli incendi in aziende nelle zone maggiormente industrializzate di Avezzano, L'Aquila, Carsoli e Sulmona. SISMA del 6 Aprile 2009 Come noto i tragici eventi sismici che hanno colpito il "cratere" aquilano e con particolare intensità proprio la città capoluogo con il suo inestimabile patrimonio storico- culturale, hanno fatto confluire, sin dal primo giorno, un imponente contingente di Vigili del Fuoco e di mezzi da tutte le parti d'Italia, quale necessario presidio operativo per fronteggiare le conseguenze del sisma e fornire adeguata assistenza e soccorso alla popolazione duramente colpita. Circa 2500 uomini, dislocati in sette Campi Base (L'Aquila, Navelli, Pizzoli, Barisciano, Monticchio 1 e 2, Sulmona), ridotti progressivamente fino alle attuali 74 unità, hanno assicurato nel tempo e in collaborazione con i colleghi di L'Aquila, le attività conseguenti all'emergenza post-sisma quali ad esempio: soccorso urgente a persona, ricerca e recupero dei dispersi e delle vittime; assistenza alla popolazione con interventi di varia natura, in particolare accompagnamenti e recupero dei beni; verifiche di stabilità degli edifici e di altre condizioni di sicurezza, anche in seno a commissioni congiunte (GTS, etc.); messa in sicurezza degli edifici, ivi compreso l'ingente patrimonio storico-culturale costituito da chiese ed edifici di interesse, anche con la realizzazione di opere provvisionali; demolizioni e recupero macerie dai cantieri dopo la selezione.

Grazie a questo dispositivo integrativo il personale del Comando Provinciale Vigili del Fuoco dell'Aquila ha potuto adeguatamente far fronte anche all'attività istituzionale del soccorso urgente "ordinario" in base alle richieste pervenute al numero 115 della sala operativa della sede centrale.

Nella tabella seguente si riportano i dati relativi agli interventi annui effettuati nei periodo dal 2007 al 2010



Anno

Soccorso ordinario

Soccorso per sisma

Totale

2007

5.753

 

5.753

2008

5.401

 

5.401

2009

5.603

199.587

205.190

2010

6.031

27.777

33.808

 

Dal confronto emerge con evidenza il "salto" esponenziale della domanda di soccorso causato dai noti eventi sismici ma anche il suo lento e graduale decremento che andrà comunque gestito con idonee risorse per fronteggiare adeguatamente le necessità correnti evitando drastici e improvvisi tagli. Tenuto conto infatti delle importanti e innumerevoli attività svolte finora in favore di Enti pubblici e privati, di amministrazioni locali e soprattutto della popolazione (nonché della presenza specie all'interno del centro storico del capoluogo, contesto fortemente caratterizzato dalle attività e dai rischi tipici della ricostruzione con numerosissimi cantieri e lavoratori addetti), sarà fondamentale disporre per diversi anni, sia nella sede centrale di L'Aquila che in quelle di Avezzano e Sulmona di un contingente adeguato di Vigili del Fuoco che consenta il progressivo smaltimento delle esigenze post-sismiche unitamente alla garanzia del soccorso ordinario.

L'organico attuale del personale operativo del Comando dell'Aquila risulta carente rispetto al DPCM del 2008 cui si fà riferimento (molto simile alle dotazioni di cui al DPCM '97), di n. 28 unità

Premesso quanto sopra, quindi, oltre al ripristino dell'organico previsto dal DPCM del 2008, riteniamo urgente e necessario il potenziamento dell'intero dispositivo di soccorso del Comando provinciale di L'Aquila a partire da una riclassificazione degli organici operativi delle sedi di L'Aquila (da S1b a S5). Avezzano (da D2 a D3) e Sulmona (da D1 a D2).


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