L'Aquila. Dimissioni di Iannini, le reazioni

Chiodi: "Lo ha fatto per la società." E la tifoseria si divide

10 Ottobre 2012   12:21  

Quando sembrava essere tornato il sereno attorno all’ Aquila, a movimentare la settimana rossoblù sono giunte le richieste del pm Ceccarelli nell’ ambito del processo sul fallimento del club del 2004. Chiesti 7 anni e mezzo per Michele Passarelli e 6 per Eliseo Iannini, entrambi accusati di bancarotta fraudolenta. 

E puntuali, ieri pomeriggio, sono giunte le dimissioni proprio di Eliseo Iannini, che dopo l’ ampliamento estivo della base societaria, era rientrato nel club con la veste di presidente del settore giovanile.   

“Ho preso questa decisione in quanto, da parte mia, c’è il desiderio che le vicende legate alla vecchia gestione societaria – ha scritto Iannini in una nota - le quali mio malgrado mi vedono coinvolto, non vadano in alcun modo ad inficiare l’operato portato avanti dalla nuova società.” 

Insomma, una decisione presa per non danneggiare l’ immagine dell’ attuale gestione e a poche ore di distanza da quello che a tutti gli effetti è stato accolto come un fulmine a ciel sereno sia da Iannini, sia dall’ entourage rossoblù. 

“Non se l’ aspettava nessuno, lui in primis – ha commentato a riguardo il presidente Corrado Chiodi – Si è sentito in dovere di uscire dignitosamente per non ledere l’ immagine della società e mi auguro che i tifosi capiscano. In questa vicenda credo che Eliseo purtroppo sia l’ unico che rimase col cerino in mano, perché io l’ ho sempre conosciuto come un grandissimo tifoso rossoblù. E credo che il suo impegno nel settore giovanile fosse per lui una sorta di voglia di riscatto. Attendiamo che si chiarisca tutta la situazione, noi l’ aspettiamo. La società? Non assolutamente cambia nulla.”    

Nella tifoseria, invece, reazioni discordanti. Quello del 2004 fu un fallimento vissuto come un tradimento nell’ anno del tanto decantato slogan “L’Aquila agli aquilani”, dei 1200 abbonamenti sottoscritti dopo il salvataggio di fine estate e delle collette disperate. Poi il silenzio di un’ intera e indegna classe politica, di un ceto imprenditoriale insensibile, l’ anno senza calcio, una tifoseria che nei numeri ancora subisce quella mazzata dispersiva.

Ovvio che la cosa sia argomento abituale di discussione nei ritrovi abituali della comunità rossoblù. Compresi blog e forum, tra cui laquilame.com, storico punto d’ incontro in rete dei tifosi aquilani.

Per tutti è come se si fosse riaperta una ferita ancora tremendamente dolorosa. Tanti si augurano che la giustizia faccia il suo corso, altri riflettono sulla convenienza di aprire corsi e ricorsi storici, qualcuno, invece, addebita alle pressioni della politica la sfortuna di aver tentato un salvataggio impossibile.

E per domani è prevista nuova udienza. Si attendono sviluppi. 


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