L'Aquila - Hinterreggio, le interviste. Ianni: "Del male da soli". Ripa: "Campo impossibile"

Venuto: "Accetto il responso del campo"

17 Febbraio 2013   20:13  

“Sicuramente c’ è delusione - inizia Maurizio Ianni – Una volta che loro sono rimasti in dieci ci aspettavamo molto di più. L’ errore di Andrea purtroppo può capitare nel calcio, poi un campo del genere non ci ha dato molte possibilità per far gioco e recuperare. Oggi era impossibile per chi era in campo riuscire ad alzare la palla. Anche alla fine non riuscivamo ad alzare la palla per i quattro attaccanti che avevamo davanti. Era veramente difficile dopo che ci siamo complicati la vita da soli. Purtroppo queste son partite che le devi sbloccare con la cattiveria, le devi vincere anche con la forza agonistica. Oggi forse ci è mancata un po’ di umiltà che abbiamo avuto nelle altre partite, perché ad un certo momento dovevamo essere bravi ad imprimere una marcia in più alla partita.

Ci siamo innervositi troppo – continua Ianni – La squadra doveva rimanere più tranquilla, capire come gestire la partita, avere la mentalità di riuscire a vincerla anche all’ ultimo minuto. Questo oggi non l’ abbiamo avuto, in determinati momenti ci siamo fatti prendere dalla foga, siamo stati poco lucidi e quando non lo sei rischi anche in queste partite. Purtroppo il campo neanche ha agevolato una squadra come la nostra, abbiamo fatto veramente tanta fatica, abbiamo sbagliato dei passaggi clamorosi. Solo chi entra su quel campo può rendersi conto delle condizioni.

Primi venti minuti della partita abbiamo avuto un paio di occasioni in cui siamo stati bravi ad attaccare la profondità, non bravi invece nell’ ultimo passaggio o nella conclusione. La sensazione generale comunque è quella che è mancata la cattiveria nei momenti decisivi della partita. Insieme alla capacità di leggere la partita, poi il gol preso ci ha complicato tutto. Forse l’ espulsione ci ha rilassato mentalmente perché pensavamo di averla già vinta la partita. Invece come capita nel calcio prendi gol e tutto diventa difficile.

Carcione? Più che in fase di impostazione è mancato sui calci piazzati che in queste situazioni diventano fondamentali. Oggi impostare il gioco sarebbe stato proprio difficile, mentre quando ti manca l’ uomo che batte bene i piazzati di sicuro qualche soluzione la perdi.”  

“Abbiamo perso due punti - commenta Ciccio Ripa –  dovevamo sfruttare questa partita in casa. Però su questo campo non è calcio, non si può giocare. Su un campo del genere il piede affonda e la palla non si alza. Noi siamo una squadra di qualità, ora ho capito perché abbiamo fatto tante vittorie fuori. Sono un giocatore dell’ Aquila e sono a disposizione del mister, che fa le sue scelte – continua Ripa sul suo utilizzo da parte di Ianni – Ogni volta che entro in campo cerco di dare il massimo. Oggi è stata una delle volte in cui ho giocato di più, insieme alla partita di Fondi. Con Infantino mi sono trovato bene, anche perché il 4-4-2 lo proviamo in settimana. Ma ripeto, su questo campo è difficile perché devi andare sulle fasce e crossare. Il gol? Ho visto Mucciante sulla fascia, sono andato in mezzo sperando arrivasse la palla là. Fortunatamente è andata bene. Diciamo che il terzo tempo è una mia arma in più. Lo dedico a mia moglie Valentina e a mia figlia Carol.”

 “Bisogna accettare sempre il responso del campo – dichiara a fine partita il tecnico Antonio Venuto - Abbiamo avuto la possibilità di vincere la partita, ma potevamo anche perderla. Ciotola alla fine ha avuto una buona occasione, quindi mi tengo stretti il punto e la prestazione. Mi preme sottolineare proprio la prestazione, perché dopo venti minuti siamo rimasti in dieci, ma nonostante tutto non ci siamo disuniti e siamo stati bravi ad annullare tutto ciò che L’Aquila creava, cercando le ripartenze. E in una di queste siamo riusciti a far gol con Carbonaro. Questa squadra si sta dimostrando ben meritevole di guadagnarsi la permanenza in Lega Pro.”

“La scossa di stanotte? L’ abbiamo sentita - racconta Venuto – Eravamo all’ hotel Federico II, dove c’ erano anche i Giovanissimi della Lazio. Si è creata un po’ di preoccupazione, ci siamo alzati alle due e mezza perché comunque si sono allarmati anche in portineria. Ma c’ era comunque fibrillazione, perché qui il trauma è grosso. Io sono siciliano e sono abituato, quindi siamo tornati a dormire. Ma con la tuta indosso, come ci ha consigliato la portineria. I Giovanissimi della Lazio hanno preferito dormire in pulman invece.”   

Alessandro Fallocco


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