L'Aquila a Lamezia si gioca la stagione

E i giocatori si giocano il futuro

07 Maggio 2013   07:34  

E’ tutto detto in titolo e sottotitolo. E’ molto semplice. Vi ricordate la famosa promessa di 40 giorni fa? Riassumiamo brevemente: dopo la vittoria a Foligno qualcosa si rompe e L’Aquila di Ianni raccoglie 2 punti in 4 partite. Rincorsa al Pontedera compromessa e vai col tango. Si arriva a un confronto giocatori – ultras e alla fine di uno sciopero ormai famigerato e di una giornata convulsa rimane un’ unica cosa ferma, la promessa finale. “Se non si vince addio ai biennali” fu il patto a tre sancito tra giocatori, tifosi e società.

Accettarono per conto di tutta la squadra Carcione, allora capitano, e Iannini “capopopolo”. Azzardando o con convinzione, ma di sicuro messi alle strette da un gruppo di tifosi che aveva compreso l’ unico punto sensibile dei giocatori di oggi: i denari sonanti. Quelli che, puntuali o in ritardo, mensilmente o ad ogni trimestre, bianchi, neri o rossi che siano, per riffa o per raffa, all’ Aquila hanno sempre preso. Belli e tanti, alla faccia della crisi e per correre (lo facessero!) dietro a un pallone. E intorno agli obiettivi, ai premi promozione, alle opzioni contrattuali ed alle promesse di rinnovo si sperava si ricompattasse uno spogliatoio spaccato. 

E tutto sommato ancora ci si spera. Perché come ha detto il presidente Chiodi il tempo dei processi ancora non è arrivato e la possibilità di entrare nei play off c’ è. E anche di resettare tutto nella lotteria dei play off, come sperano e predicano soci e dirigenti. Basterebbe un pareggio e il verdetto di un’ annata slitterebbe di qualche settimana. Ma è ovvio che tutto sta ai giocatori. Saranno loro a decidere se mettere da parte beghe e rancori, problematiche e lamentele in luogo dell’ obiettivo e della convenienza comune della promozione.

Altrimenti, di una stagione rimarrebbe solo quella promessa. E un piazza pulita che a quel punto sarebbe quanto meno doveroso.

Alessandro Fallocco


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