L'Aquila, bandiera bianca con la Salernitana. L'Aquila - Salernitana 0 a 2

Guazzo - Ginestra, rigore negato ai rossoblù

06 Gennaio 2013   20:25  

Ce l’ avete presente L’Aquila – Perugia di un anno fa? Ecco, stesso identico copione. Stessa presenza massiccia di tifosi ospiti, stesso clima di attesa, stessa voglia di centrare l’ impresa. Con L’Aquila a cercare di fare la partita nei primi minuti e poi quel guizzo che ti rovina la domenica. E, casualità delle casualità, gol del vantaggio ospite sempre al 41’ del primo tempo. Allora era Clemente, oggi Guazzo. Stessa posizione di tiro, stessa traiettoria ad incrociare quello stesso angolino nella porta sotto la Sud. Di diverso solo il risultato finale e l’ espulsione. Su tutto, comunque, la stessa, identica sensazione finale che a L’Aquila, oggi come allora, manchi sempre qualcosa rispetto a chi deve e sa vincere.

Insomma, anche oggi ed episodi a parte, la sensazione è stata di inferiorità. Certo, L’Aquila se la sarebbe potuta giocare meglio. Discutibili le scelte (tattiche e personali) a centrocampo ed evidente pure una certa distanza tra i reparti. Ma in definitiva, a voler solcare una linea rossa tra i meriti della Salernitana ed i demeriti dell’ Aquila, questa coinciderebbe con i nomi degli uomini che sono scesi in campo. Senza voler fare paragoni riduttivi, come non lodare i ritmi e gli inserimenti di un giocatore come Mancini? E le sfuriate di Mounard? E la stazza, la malizia, i centimetri ed il cinismo di gente come Guazzo e Ginestra? Allora, di fronte a cotanta qualità, le sgroppate di Ciotola diventano fumose e irritanti, le geometrie di Iannini involvono in labirinti senza uscita, la buona volontà di Colussi risulta poco meno che vana, le giocate di Albanese irrintracciabili.   

Carcione e Iannini, ormai lo sanno pure i muri, evidentemente non possono coesistere. E invertendo l’ ordine delle posizioni, il risultato non cambia. Ma è tutta la mediana che oggi non ha girato. Assunto che di fronte c’ erano avversari da categoria superiore (Mancini, Perpetuini, Montervino), sicuramente qualcosa non è andato in fase di preparazione tattica della partita. Perché tranne lo sprint iniziale, il centrocampo rossoblù è sempre andato in apnea. Iannini sempre 20 metri più avanti rispetto ai compagni, Agnello a fare la molla tra reparti lontanissimi. Risultato: avversario sempre in superiorità in mezzo al campo. Col solo Carcione a fronteggiare Mounard e le mezzali avversarie libere di fare il bello e cattivo tempo. Basti pensare alle praterie apertesi in occasione del gol del vantaggio e di un paio di ripartenze precedenti.     

In attacco, non può portare la croce e cantare la messa il solo Improta. L’ animus pugnandi di Colussi non basta per vincere, Ciotola fin quando non concretizzerà le proprie giocate rimarrà un funambolo inespresso. A proposito di Colussi, ci è sembrato netto il rigore ai suoi danni. Tra un rigore negato ad un’ ammonizione (la seconda) per simulazione ci passa un mare. Il regolamento, e questo è vero, non prevede soluzioni di buon senso, ma ad una caduta plateale di Guazzo poco prima, il signor Intagliata di Siracusa aveva risposto semplicemente con l’ invito a rialzarsi.

Quanto alla difesa, la nota positiva viene dalla grinta di Mucciante e da un Pomante che si spera imbocchi la via della miglior condizione. Quanto ai terzini, che pure non hanno sfigurato, hanno un pizzico sofferto l’ esperienza degli avversari. Che, non a caso, non giocano coi fuoriquota. La nota negativa, invece, sta in una linea difensiva parecchio arretrata. Lontana dalla mediana e mai in grado di mettere in fuorigioco i due killer di giornata. E in un calcio moderno che su tutto predica la compattezza tra i reparti, proprio non te lo puoi permettere.    

In definitiva, la partita di oggi ha parlato e tanto. L’ attributo di antagonista della Salernitana affibbiato a L’Aquila in estate dagli addetti ai lavori non regge. Non è un dramma, sia chiaro. Perché basterebbe arrivare secondi per ottenere lo stesso identico risultato. E tutto sommato, con gli scontri diretti alle porte e con un incontro da recuperare, non sembrano incolmabili i sette punti che dividono L’Aquila dall’ Aprilia. Purché si corra ai ripari scegliendo dal mercato gli uomini giusti in entrata e tagliando quelli poco funzionali. E, ovviamente, tornando a vincere già da Pontedera.     

La cronaca. Ianni risolve il dubbio di centrocampo scegliendo Iannini e non Menicozzo, con la novità di Carcione basso e Iannini mezzala. Solito 4-3-3, Pomante torna in difesa, Colussi prende il posto di Infantino, squalificato.

Dall’ altra parte, come da previsioni, Perrone  vara un 4-3-1-2 ideale per sovrastare a centrocampo l’ avversario ed innescare tra le linee le rifiniture di Mounard per le due punte, Ginestra e Guazzo.

L’Aquila parte bene, cercando di impadronirsi del campo con buona corsa e qualche giocata intelligente. Ma i granata gestiscono la sfuriata iniziale degli abruzzesi senza colpo ferire e prendono le contromisure. Al 14’ Guazzo in area prova a procurarsi il rigore, Intagliata fa cenno di rialzarsi. Al 18’ inizia a salire in cattedra Mancini, autentico dominatore del centrocampo. Tiro a giro dal vertice, solo brividi per Testa. Poi ci prova L’Aquila, prima con Ligorio al cross (in rara sovrapposizione) per Colussi che ci prova in spaccata, poi con Improta che in area controlla e si gira, mura Rinaldi.  

Inizia a carburare anche Mounard che si accende con un tiro dai 25 metri diretto all’incrocio, Testa vola letteralmente e manda in angolo. Al 27’ ancora Mancini dal vertice, la deviazione per poco non beffa Testa sul secondo palo. Al 35’ botta di Carcione dal limite su punizione, Iannarilli respinge di pugni. Iannini d’ esterno dalla distanza, fuori di poco. Poi al 39’ show di Mounard che sulla trequarti accelera, salta tre uomini e incrocia, palo. Prove generali del gol, che arriva due minuti più tardi. Ripartenza di Mounard, Carcione è il solo che si frappone prima della difesa, palla sul limite a Guazzo che si gira e spara sull’ angolo basso opposto.

La ripresa si apre con l’ episodio che chiuderà il match. Al 13’ Colussi viene trattenuto in area da Luciani, ma l’ arbitro ravvede incredibilmente una simulazione e con il secondo giallo manda negli spogliatoi l’ attaccante rossoblù. Perrone allora passa al 5-3-2 con Tuia in luogo di Mounard ed irretisce le ultime velleità dei rossoblù. Che in dieci provano la reazione di orgoglio con un 4-3-2 con Improta e Albanese in avanti, ma che capitolano definitivamente al 44’ quando Ginestra recupera palla a centrocampo, si invola verso la porta e poco fuori l’ area scocca un destro che, deviato, si insacca alle spalle di Testa.

L’AQUILA – SALERNITANA 0 - 2

MARCATORI Guazzo al 41’ p.t.; Ginestra al 44’ s.t.

L’AQUILA (4-3-3): Testa 6; Rapisarda 6, Pomante 6 (dal 38’ s.t. Triarico), Mucciante 6,5, Ligorio 6;  Iannini 5 (dal 10’ s.t. Menicozzo 5), Carcione 6,5, Agnello 5,5; Ciotola 5,5 (dal 18’ s.t. Albanese 5), Colussi 5,5, Improta 5,5. (Modesti, Petta, D’ Amico, Marcotullio) All. Ianni 5,5.

SALERNITANA (4-3-1-2): Iannarilli 6,5; Luciani 6, Molinari 6,5, Rinaldi 6, Piva 6; Montervino 6 (dal 34’ s.t. Zampa s.v.), Perpetuini 6, Mancini 7; Mounard 7 (dal 17’ s.t. Tuia 6); Ginestra 7, Guazzo 7 (dal 39’ s.t. Ricci s.v.). (Dazzi, Cristiano Rossi, Vettraino, Vagenin). All. Perrone 7.

ARBITRO: Intagliata di Siracusa 5

NOTE: spettatori 2000 circa, incasso 14600 euro. Espulso Colussi al 13’ del s.t. per doppia ammonizione; ammoniti Colussi, Rinaldi, Molinari, Carcione, Ginestra. Angoli 6 – 6

Alessandro Fallocco


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