L'Aquila, cancro alla prostata: nasce team con 6 servizi che guida 'in automatico' il paziente

DALLA DIAGNOSI ALLA CURA

14 Settembre 2016   12:10  

Col nuovo metodo maggiore contrasto a una malattia che, ogni anno, all’ospedale di L’Aquila registra 100 operazioni chirurgiche di asportazione delle parti malate e 600 trattamenti terapeutici di diverso tipo. 

Nella ‘squadra’ operano: urologia, radiologia, anatomia patologica, radioterapia, oncologia, medicina nucleare.

L’AQUILA - E’ sufficiente il sospetto di un tumore alla prostata per mettere in azione, con compiti ben definiti e distinti, una ‘squadra’ composta da 6 servizi che prende per mano il paziente e lo guida, passo dopo passo, all’interno di un percorso terapeutico-assistenziale che lo porterà, a seconda dei casi, alla chemioterapia, alla radioterapia o alla sala operatoria. Il paziente, rispetto a quanto accaduto finora, non dovrà più ‘bussare’, di volta in volta, alla porta dei singoli specialisti che intervengono nella catena di visite e accertamenti.

Si tratta di un nuovo modello multidisciplinare, attivato da pochi giorni all’ospedale San Salvatore di L’Aquila, che potrebbe rivelarsi molto efficace alla luce dell’alto tasso di incidenza del cancro alla prostata in Abruzzo e più in generale in Italia.

Al San Salvatore, ogni anno, il chirurgo asporta oltre 100 lesioni tumorali dalla ghiandola a cui si aggiungono, al di fuori della sala operatoria, circa 600 trattamenti di tipo diverso. Va ricordato che il cancro alla prostata rappresenta la neoplasia non cutanea più comune del sesso maschile, con un tasso di mortalità che è secondo solo a quello del cancro al polmone.

In sostanza, la ‘prostate unit cancer’ (questo il nome del nuovo pool multidisciplinare di specialisti) è una ‘filiera’ che, una volta messa in funzione, procede in ‘automatico’, per step prestabiliti, grazie al lavoro di un ‘sestetto’ che opera in simbiosi: urologia, radiologia, anatomia patologica, radioterapia, oncologia, medicina nucleare. In pratica, ogni caso, al termine di un articolato ‘tragitto’ di accertamento e diagnosi, viene sottoposto in modo quasi codificato, in base alla sua specificità, a un dato trattamento.

Il nuovo approccio metodico, pertanto, valorizza le diverse professionalità del San Salvatore tramite un’azione in stretta sinergia.

La fase di avvio dell’itinerario diagnostico-terapeutico è costituita dalla visita dall’urologo e, da quel momento, il paziente entra nel pool composto dai 6 servizi che lo seguirà passo dopo passo dalla diagnosi fino, a seconda dei casi, all’intervento chirurgico, alla chemioterapia o alla radioterapia. La diagnosi, peraltro, si avvale della biopsia (eco guidata o RM guidata, a seconda della sede del tumore) e della risonanza magnetica multiparametrica (3 tesla), eseguita solo in pochi ospedali italiani.

Si tratta di un esame che fornisce immagini ad alta risoluzione e dettagliate informazioni sulle lesioni della prostata che consentono di individuare il punto preciso su cui eseguire la biopsia.

"Il nuovo percorso diagnostico-terapeutico”, dichiara il Manager della Asl, Rinaldo Tordera, “oltre a rendere più efficaci prevenzione, diagnosi e cura, semplifica di molto l’approccio del malato con i servizi, rendendone molto più agevole la fruizione”.

Il coordinamento diagnostico della nuova squadra di specialisti (prostate unit cancer) è affidato a Rosa Manetta, che opera nell’équipe medica del reparto di radiologia diretta dal prof. Carlo Masciocchi) e quello terapeutico a Luigi Di Clemente, direttore di urologia. Gli altri specialisti coinvolti con i rispettivi servizi sono il prof. Ernesto Di Cesare (Radioterapia), il prof. Corrado Ficorella (oncologia), Massimo Di Pietro (medicina nucleare) e il prof. Enrico Ricevuto (unità operativa di assistenza territoriale oncologica). 

 


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