"L'Aquila chiama Italia": crescono le adesioni, monta la protesta

Il presidio permanente: no a politica degli annunci

18 Novembre 2010   08:14  

E' conto alla rovescia a L'Aquila per la grande mobilitazione popolare prevista per sabato prossimo.
Nel capoluogo arriveranno da tutto Abruzzo e da ogni parte del paese, si parla di qualcosa come cinquanta pullman già riempiti per raggiungere l'epicentro del terremoto del 2009.
Fra le ultime adesione, quelle di Api, Legambiente, comitato Pmi di Confindustria L'Aquila, dell'Udc, mentre il Partito democratico chiede alla Regione di essere formalmente presente con il proprio gonfalone.

"Vista l'importanza della manifestazione nazionale 'SOS L'Aquila chiama Italia' del 20 novembre 2010, organizzata a L'Aquila, il gruppo regionale del PD ha chiesto, con una lettera inviata dal capogruppo Camillo D'Alessandro al Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano, la partecipazione ufficiale della Regione con il gonfalone". E' lo stesso Pd a rendere nota la notizia.
I Consiglieri regionali del PD, Camillo D'Alessandro, Giuseppe Di Pangrazio, Giovanni D'Amico, Claudio Ruffini, Marinella Sclocco, Franco Caramanico e Giuseppe Di Luca fanno sapere di aver aderito alla manifestazione.

L'Unione di Centro aderisce alla grande Manifestazione cittadina del 20 novembre per la rinascita dell'Aquila. Lo afferma l'on. Pierluigi Mantini, del coordinamento nazionale costituente dell'Udc. "Siamo accanto ai cittadini, alle associazioni produttive e sociali, ai comitati in modo concreto, con la proposta di legge che lo stesso Casini ha illustrato alla Camera e sottoscrivendo la proposta di iniziativa popolare dei comitati e delle associazioni dell'Aquila". Per Mantini "occorre mantenere viva l'attenzione sulla rinascita dell'Aquila in tutte le forme e le sedi e con il massimo spirito unitario. Riteniamo che si debbano superare autoreferenzialita' e divisioni e ritrovare lo 'spirito L'Aquila' dei primi mesi. Il governo deve mantenere gli impegni sulle tasse e la zona franca ed occorre decidere se la fase di emergenza terminera' davvero a fine anno o sara' prorogata".

Il Comitato Piccola e Media Industria di Confindustria L'Aquila aderisce alla manifestazione del 20 novembre all'Aquila con un documento di azioni. Dunque, non un'adesione generica ma specifica, circoscritta e limitata alle richieste proposte nel documento. In cento anni di vita - osserva una nota dell'associazione - e' la prima volta che Confindustria, seppur attraverso un suo Comitato, aderisce ad una manifestazione di piazza. Un fatto storico, che da' la misura di quanto il territorio aquilano versi in gravissime condizioni e dell'importanza che esso riceva subito specifiche misure di intervento da parte del Governo.

"Parteciperemo sabato, convintamente, alla manifestazione nazionale che si terra' all'Aquila, perche' ne condividiamo pienamente obiettivi e finalita'". E' quanto afferma Bruno Evangelista, portavoce regionale di Alleanza per l'Italia. "A fronte delle numerose problematiche inerenti criteri e risorse necessarie ad accelerare il processo di ricostruzione, non solo urbanistico- edilizio ma anche economico- sociale - scrive Evangelista - arriva provvidenziale quella che ci auguriamo sia una grande mobilitazione popolare utile a richiamare l'attenzione e la solidarieta' dell'intera nazione sul dramma dei comuni del cratere colpiti dal sisma. La stessa iniziativa di una proposta di legge popolare - continua Evangelista - va nella giusta direzione per dare contenuti legislativi e certi ad un processo di sviluppo e di realizzazioni impegnativi in primis per le istituzioni nazionali. Essenziale e' anche, la riformulazione con forza della centralita' degli enti locali ed ancora la erogazione di benefici, per questo territorio, secondo i criteri gia' attivati in altre regioni coinvolte in analoghe calamita'".

Legambiente aderisce alla manifestazione nazionale "SOS L'Aquila chiama Italia" indetta sabato 20 novembre, per ricordare che a piu' di un anno e mezzo dal sisma che ha sconquassato la citta' e altri 56 comuni abruzzesi, "la ricostruzione e' ferma e la situazione drammatica". L'associazione ambientalista, impegnata sul territorio sin dalle ore immediatamente successive alla tragedia del 6 aprile 2009 - si legge in una nota - raccoglie cosi' l'appello lanciato dai cittadini dell'Aquila a tutti coloro che gli sono stati vicini nei mesi scorsi, per denunciare lo stato di abbandono in cui versano le popolazioni terremotate e chiedere subito una vera ricostruzione della citta'. Una ricostruzione che, secondo il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, passa innanzitutto attraverso la giusta valutazione delle macerie prodotte e la loro rapida rimozione, e deve essere improntata a rigidi criteri di sostenibilita', di sicurezza antisismica e di legalita'. "E' vergognoso - dice Cogliati Dezza - che le rovine giacciano tuttora sulle strade dei comuni terremotati e che il centro dell'Aquila sia ancora invivibile per i residenti. Rimuoverle e' il primo, urgentissimo passo da fare. Ma particolare attenzione deve essere dedicata, anche, al riutilizzo degli inerti in modo da limitare un ulteriore degrado del territorio e gli interventi per la messa in sicurezza devono ispirarsi alle piu' moderne tecnologie. A questo riguardo, si sta purtroppo continuando a perdere tempo prezioso per il rilancio del territorio in termini economici e di occupazione. Inoltre - prosegue il presidente di Legambiente - per impedire le infiltrazioni della criminalita' organizzata e garantire il rispetto delle norme esistenti a garanzia della sicurezza dei cittadini, il rispetto della legalita' deve essere un criterio guida nell'opera di ricostruzione".
"L'emergenza e' superata da tempo - aggiunge il presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo - serve una legge organica che individui tempi e risorse certe per la ricostruzione e per la ripresa delle attivita' economiche. Occorre andare oltre il commissariamento e le deroghe; chiediamo trasparenza e partecipazione".

Il presidio permanente di piazza Duomo, intanto, critica la politica degli annunci, che ancora una volta si appalesa alla vigilia di una manifestazione.
"In vista della mobilitazione del 20 novembre, come già accaduto alla vigilia delle altre manifestazioni - si legge in una nota del presidio - il commissario Chiodi prova a sgonfiare la protesta, rilanciando le  solite promesse. Così, è arrivato puntualmente l’annuncio, peraltro molto vago e incerto nella sostanza, di una 'decurtazione' sulla restituzione delle tasse.
Le dichiarazioni del Commissario  - prosegue la nota - generano confusione, parlando da una parte di 'decurtazione' sulla restituzione, dall’altra del trattamento avuto da Umbria e Marche: ricordiamo che quei territori hanno restituito le tasse non versate dopo 12 anni e al 40%; mentre invece Chiodi parla di una 'decurtazione' su una restituzione che comunque inizierà a partire da gennaio. Siamo perciò lontanissimi dal trattamento riservato a Umbria e Marche.
Di zona franca si parla da più di un anno; ma si continua, appunto, solo a parlare. Un provvedimento che si è dapprima sbandierato come una grande panacea, e  che invece sarebbe in ogni caso limitato e insufficiente, continua a rimanere uno slogan vuoto, una semplice chimera.
Non solo. Il problema delle tasse, benché grave e pressante, è solo uno dei tanti aspetti per cui riteniamo fallimentare la gestione del post terremoto ed è infatti solo uno dei  punti  della piattaforma alla base della Manifestazione del 20 novembre.
Non meno gravi - si legge ancora nella nota del presidio permanente - sono i problemi degli sfollati ancora fuori città, dei ritardi nei pagamenti dei contributi alle famiglie, alle ditte che hanno effettuato i lavori, agli alberghi; l’assurdità  che i cittadini stiano pagando mutui altissimi persino su case che saranno da abbattere, l’ingiustizia di non far fronte all’indennizzo per intero delle case classificate “E”, l’incapacità della Struttura tecnica di missione di dare ai professionisti norme chiare e un prezziario adeguato per i progetti. E ancora, più in generale, la mancanza totale di una politica economica e di una pianificazione di lungo respiro che consentano al territorio colpito dal terremoto una vera ripresa. 
Insomma, a fronte di una serie molto complessa di problemi, si assiste all’ennesimo tentativo di dare un 'contentino' dell’ultimo minuto per rabbonire non solo i cittadini esasperati, ma anche le categorie  produttive e  i sindacati che hanno aderito all’ennesimo SOS lanciato dagli aquilani, questa volta  a tutta l’Italia.
Il primo S.O.S. su Sospensione delle tasse, Occupazione Sostegno - ricorda nella nota il presidio - è stato lanciato dai cittadini nel giugno scorso quando il governo aveva predisposto un trattamento fiscale che era un vero salasso: ritorno alla contribuzione ordinaria da luglio e restituzione totale delle tasse, in 5 anni quelle del 2009, in soli 6 mesi quelle del 2010. Anche allora, di fronte al crescere delle adesioni alla mobilitazione, il governo con Gianni Letta, emise in fretta e furia un comunicato all’ultimo minuto per annunciare il rinvio della restituzione delle tasse, tacendo del tutto sugli altri, enormi,  problemi sollevati da cittadini, istituzioni, forze economiche e sindacali.
Stesso copione in vista del 7 luglio, quando la mobilitazione si è spostata a Roma, in concomitanza con la discussione della manovra finanziaria. Altri tentativi dell’ultimo minuto per provare a disinnescarla, poi le manganellate e la solita presa in giro: restituzione in 10 anni invece che in 5, irrisolti tutti gli altri nodi.
Ma i nodi, si sa, vengono al pettine. Il Commissario Chiodi ha passato questa settimana tra riunioni e conferenze stampa nel tentativo di dare nuovo credito alle sue promesse. Ma il tempo delle promesse - conclude la nota del presidio permanente - è finito da un pezzo e l’inganno è troppo scoperto perché qualcuno ci creda ancora". 

Sulla stezza lunghezza d'onda Stefania Pezzopane, responsabile PD nazionale per la Ricostruzione a L'Aquila nonchè assessore comunale nel capoluogo: "Le rassicurazioni del Commissario Chiodi circa una possibile sforbiciata sulla restituzione delle tasse, a qualche giorno dalla manifestazione del 20 novembre, suonano come l'ennesimo tentativo di rabbonire gli animi con qualche contentino".
"Solo un risultato - aggiunge - ci potra' appagare veramente: ottenere lo stesso trattamento fiscale gia' riconosciuto per le Marche e l'Umbria, che hanno restituito il 40% dopo 10 anni. E' questa la richiesta che avanziamo da mesi, e' questa la rivendicazione che gli aquilani ribadiranno nel corso della manifestazione di sabato. Non possiamo accontentarci dei saldi di fine stagione, soprattutto se questo avra' come conseguenza un taglio sulle risorse per l'occupazione e la rinascita economica. Servono certezze per L'Aquila. La forza della mobilitazione che gli aquilani stanno portando avanti merita ben altre risposte", conclude Pezzopane.

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