L'Aquila, convegno "Stadi senza barriere" e "Supporters Trust".

Macalli: "Progetti di rinascita, sintomatico inizi L'Aquila"

23 Luglio 2012   20:28  

Il concetto, ormai, è chiaro: il calcio va ripensato. E così, mentre fuori campeggiava silenzioso lo striscione di protesta degli ultras: “Tessera del tifoso, unica vera barriera”, all’ interno del salone delle conferenze Carispaq dell’ Aquila venivano illustrati due progetti pilota per l’ intero panorama calcistico italiano: “Stadi senza barriere” e “Supporters Trust”. Idee sviluppate in collaborazione tra L’Aquila e Lega Pro e per i quali anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è complimentato lodandone spirito civico e impegno di solidarietà.

Convegno fiume. Iniziato in mattinata e terminato a pomeriggio inoltrato. Innumerevoli le idee, gli spunti, gli interventi di tutti gli invitati tranne che degli assenti Hagemann, responsabile dello sviluppo europeo di Supporters Direct e Pancalli, vice presidente del CONI.

Sono intervenuti Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro e, ci permettiamo, quasi cittadino onorario (le sue presenze in città non si contano più), Emanuel Macedo De Medeiros (EPFL, Leghe di calcio europee), Roberto Massucci, vicepresidente operativo Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, l’ avvocato Riva, responsabile di Supporters Direct in Italia, David Miani del supporter trust di Ancona, Riccardo Bertolin di MyRoma, ovviamente il presidente dell’ Aquila, Corrado Chiodi, Anna Maria Maurizi del Supporter Trust aquilano ed il presidente Lega Pro, Mario Macalli.

Di cosa si tratta. Due progetti, ormai entrati nel dizionario comune dei tifosi rossoblù.

Il primo riguarda l’abbattimento delle barriere tra il terreno di gioco e gli spalti, eliminando le famigerate gabbie dei settori ospiti (al momento vuoti, causa tessera del tifoso!). E’ un progetto pilota, che la Lega spera di sperimentare con successo in Abruzzo in modo da esportare poi il modello in tutta Italia con il duplice obiettivo di eliminare la violenza e riportare le famiglie allo stadio. Proposito che, nel caso specifico, verrà attuato nel ristrutturando stadio d’ Acquasanta, le cui barriere, già realizzate o previste nei vecchi progetti, verranno riviste: ci sarà una balaustra di un metro e dieci alla base degli spalti, poi il fossato che divide il terreno di gioco dalle tribune sarà coperto da griglie, infine ci sarà un’ altra mini “barriera” da un metro e venti che verrà dotata di un sistema che le consentirà di essere alzata fino a 2,2 metri in caso di partite a rischio.   

Il secondo consiste nel far entrare i tifosi nel governo della società con tutte le conseguenze in fatto di trasparenza e stabilità. Su come il costituendo Supporter Trust aquilano vorrà adoperarsi per coinvolgere quanti più tifosi rossoblù è stata come al solito brillante Anna Maria Maurizi, preparatissima e ormai rappresentante dell’ operazione. Sulle ricadute, invece, interessanti gli interventi sia dell’ avvocato Riva, sia di Miani e Bertolin, capofila di due supporter trust già avviati e attivi non solo nello sport, ma anche nel mondo del sociale. “Ad Ancona siamo entrati in società con il 2% del capitale sociale – ha raccontato Miani –  Abbiamo due componenti su nove del cda e quindi voce in capitolo nelle scelte della società. Oltre a ciò curiamo altre iniziative, tra cui mi piace sempre ricordare ‘Futuro Biancorosso’, grazie al quale abbiamo rimesso su un settore giovanile fin troppo trascurato negli ultimi anni di calcio anconetano – ha spiegato Miani, che poi ha concluso lanciando l’ idea di un’ amichevole – Mi piacerebbe che organizzassimo un incontro tra Ancona e L’Aquila, il cui ricavato potrebbe andare alle popolazioni dell’ Emilia.”

Infine, l’ intervento di Mario Macalli. Ci consenta, a volte frettoloso nello scadere nel giochetto qualunquista di un calcio in crisi per il clima quasi di terrore imperante in tutti gli stadi della penisola. Non siamo così ingenui da ritenere che un presidente di Lega debba affrontare con maggior attenzione passaggi appena accennati come strapotere televisivo e tessera del tifoso, ma almeno non si getti la croce addosso solo a qualcuno se gli stadi italiani sono vuoti.

 “E’ sintomatico che una città martoriata come L’Aquila abbia saputo sviluppare per prima queste idee – ha commentato circa i progetti Macalli – A ruota dovrebbero seguire Perugia e Catanzaro, ma speriamo siano progetti che contagino tutta Italia, serie A e B comprese. Dimostreremmo che non solo il sistema calcio si può riprendere, ma si può anche migliorare. Stiamo perdendo un patrimonio prezioso che è il nostro pubblico. L’ amore di questa gente vale più di tanti quattrini. E per recuperarlo dobbiamo rendere più accoglienti gli stadi e coinvolgerli responsabilizzandoli. Se entreranno in società, si accorgeranno che perdendo quel presidente non ne troveranno facilmente altri. Si renderanno conto di cosa significa investire e programmare, devono capire che per avere continuità bisogna vincere il campionato del bilancio.” (a.f.)


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