L'Aquila, la forza della serenità. Il punto dopo il successo al Del Duca

Finalmente scevra da pressioni, come non era mai successo negli ultimi sei anni. E L’Aquila inizia a collezionare imprese. Sembra essersi decisamente ribaltata, almeno in questo scorcio di campionato, la storiella delle purghe racimolate fino all’ anno scorso al Fattori contro i vari Fondi, Melfi, Arzanese e Gavorrano. Almeno a leggere i commenti del giorno dopo in casa Lecce e Ascoli. E’ bastata una categoria di differenza perché L’Aquila svestisse i panni della “condannata a vincere” per incarnare alla perfezione il ruolo della squadra sbarazzina che mette in difficoltà le grandi. E sono già due gli stadi di serie A espugnati.

E’ il giusto mix tra qualità dei singoli e organizzazione collettiva. Ma quest’ anno c’è un ingrediente in più: la tranquillità. Prendete Ascoli per credere. L’ anno scorso il pareggio avversario sarebbe stato sinonimo di ansie, paure, errori in serie. E invece nulla di tutto ciò, anzi. Ripresa sopra le righe e seconda impresa di stagione.

Con immensa soddisfazione dei tifosi, dopo tante delusioni finalmente orgogliosi di una squadra capace di interpretare sul campo la voglia di riscatto di una città. E di giocarsela alla pari con piazze calcisticamente ben più nobili e ambiziose.

Quello che lascia ben sperare, poi, sono gli ampi margini di miglioramento. Per due motivi. Innanzitutto perché, tolti Gizzi e Triarico (ieri in panchina), ad Ascoli in campo c’ erano solo tre reduci della passata stagione: Testa, Pomante e Carcione. Dunque, con un amalgama sicuramente migliorabile. E poi perché nell’ undici titolare è evidente quanto possano crescere giovani vogliosi di emergere ed esperti in cerca di rilancio. Un potenziale che potrà lievitare in maniera inversamente proporzionale alla presenza di pressioni, magari a braccetto con quel pizzico di nuovo entusiasmo che si inizia a respirare in città.

Ora non resta che espugnare il Fattori.

Alessandro Fallocco