L'Aquila, quando i cambi rischiano di fare la differenza. Non fosse per gli svarioni in difesa

13 Settembre 2014   09:34  

La vittoria comincia a diventare una chimera per L'Aquila in questo inizio di stagione: le speranze di conquistare i primi tre punti si sono infrante sul palo colpito al 90' da Francesco Corapi.

Senza dubbio la fortuna non ha arriso agli uomini di Giovanni Pagliari, ma l'1-1 finale della gara contro il Prato non può essere spiegato esclusivamente con una sorte avversa. Anzi, la fortuna è sembrata a tratti essere favorevole proprio ai rossoblù, ritrovatisi in vantaggio di punteggio e di uomini nello spazio di pochi secondi, ma dimostratisi incapaci di saper mantenere il favore degli episodi rovinando tutto con uno svarione difensivo. Risultato: parità ristabilita, nel punteggio come nel computo degli uomini incampo.

Un'ingenuità madornale, che nel giro di pochi attimi ha di fatto vanificato le intuizioni a gara in corso del tecnico rossoblù, su tutte quel Corapi che ha illuso il pubblico aquilano con una delle sue mortifere punizioni (favorita da un errato piazzamento della difesa ospite)

Tutto sarebbe stato dimenticato, certo, se il centrocampista calabrese non avesse preso il palo su un'altra punizione nel finale, ma resta il fatto che L'Aquila può (anzi, deve) a buon diritto piangere due punti persi. Un risultato finale tutto sommato cercato: per larghi tratti, infatti, specialmente nel primo tempo, i rossoblù sono apparsi lontani anni luce da quel collettivo armonioso che fu lo scorso anno e che a maggior ragione vorrebbe essere in questo campionato.

Dopo due punti in tre gare, l'imperativo inizia ad essere categorico: urge ritrovare al più presto la verve dei giorni migliori, pena un campioanto anonimo nel medio periodo e forse ancor peggio, nel medio periodo, possibili provvedimenti da parte della dirigenza.

Lorenzo Ciccarelli


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