L'Aquila, ufficiale Lorenzo Del Pinto. Rescissione col Chieti, annuale con L'Aquila
"Grazie Chieti, orgoglioso di giocare per la mia città"
Si era aggregato ai rossoblù col nulla osta del Chieti, in attesa della risoluzione del contratto che legava Lorenzo Del Pinto ai neroverdi.
E poco fa è avvenuta la rescissione nella sede del Chieti alla presenza del presidente Bellia.
"Ci tengo a ringraziare il Chieti - inizia Del Pinto - Sono stati due anni stupendi, è grazie a loro se sono riuscito a mettermi in luce e ad avere una chance in Prima Divisione. Personalmente poi, un grazie va al presidente Bellia, perchè con me si è comportato veramente bene, è stato di parola. Tanti altri non credo l'avrebbero fatto."
Dunque dopo il padre Luciano, terzino degli anni '80, un Del Pinto torna ufficialmente a vestire la casacca rossoblù. Perchè il contratto (annuale con opzione per il secondo) con L'Aquila è già siglato ed ora si tratterà di depositarlo semplicemente in Lega.
"Sono orgoglioso e contento di vestire la maglia dell' Aquila, per giunta in Prima Divisione - racconta il centrocampista di Scoppito, che da bambino sognava di emulare un giorno Vincenzo Lanotte - Per me è un sogno, ma sono cosciente di dover rimanere coi piedi per terra. Mi metto a disposizione di mister Pagliari, personalmente è una grande opportunità che spero di sfruttare nel miglior modo possibile."
Il ritiro? L' impressione è decisamente positiva. Ad iniziare dal mister che è di un altro passo. Lavora molto sull' aspetto mentale e mette sempre il gruppo al centro - racconta Del Pinto, che divide la camera con Imperio Carcione - Il gruppo mi sembra già affiatato e capitan Pomante sa tenerlo ben unito. E poi la sede del ritiro è da serie A. La mattina presto facciamo delle belle passeggiate tra le buche del campo da golf ed i boschi che le circondano. Paesaggi suggestivi ed organizzazione perfetta. Stiamo lavorando in maniera seria e serena. Oggi abbiamo svolto i primi test, da domani arrivano i carichi."
Del Pinto sarà il terzo aquilano in rosa, insieme a Gizzi e Marcotullio.
Alessandro Fallocco
