L'Italia un paese di anziani e di malati cronici, a rischio servizio sanitario pubblico

11 Aprile 2017   11:39  

Nel nostro Paese non aumentata solo l'aspettativa di vita ma anche l'utilizzo di antidepressivi e i suicidi. "A rischio la tenuta della sanità pubblica".

Italiani sempre più malati cronici (4 su 10), sempre più vecchi, e con una prevenzione (programmi di screening, vaccinazioni ecc.) che segna il passo.

La conclusione è poco consolante: è a rischio la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. E' quanto afferma ilrapporto Osservasalute , il ritratto della salute degli italiani presentato al policlinico Gemelli. Spesa sanitaria nel 2025 sarà 7,2% del Pil 

Le ultime previsioni sulla spesa sanitaria effettuate dal Ministero dell'Economia e Finanza,Ragioneria Generale dello Stato (Rgs) stimano che l'incidenza della spesa pubblica sul Pil, nel 2025, sarà pari a circa il 7,2%, nel 2035 al 7,6% e raggiungerà l'8,3% nel 2060.

A questo quadro di spesa vanno aggiunte le risorse destinate all'assistenza di lungo periodo agli anziani non autosufficienti che, oggi, assorbono solo l'1,9% del Pil; la Rgs per questa tipologia di spesa, sempre nell'ambito dello scenario legato all'invecchiamento, prevede un aumento di tale quota che si attesterebbe, nel 2025, a circa il 2%, nel 2035 al 2,3% e raggiungerebbe quasi il 3,3% nel 2060.

La sostenibilità delle attuali condizioni di salute della popolazione, si legge nel rapporto, si gioca sulla capacità del sistema di promuovere la salute attraverso efficaci interventi di prevenzione primaria e secondaria.  

Un popolo di malati cronici Complice l'invecchiamento della popolazione, le malattie croniche sono in aumento e riguardano quasi 4 italiani su 10, pari a circa 23,6 milioni di persone, che 'succhiano' molte risorse al Servizio sanitario nazionale. Infatti, ai malati cronici sono destinate gran parte delle ricette per farmaci e sono loro che affollano più spesso le sale d'attesa degli studi dei medici di famiglia.

Secondo il Rapporto Osservasalute 2016, analizzando le principali patologie croniche (ipertensione arteriosa, ictus ischemico, malattie ischemiche del cuore, scompenso cardiaco congestizio, diabete mellito tipo II, Bpco, asma bronchiale, osteoartrosi, disturbi tiroidei - con l'eccezione dei tumori tiroidei) emerge che, nel 2015, il 23,7% dei pazienti adulti in carico alla medicina generale presentava contemporaneamente 2 o più condizioni croniche tra quelle elencate.

Questo dato mostra un trend in preoccupante crescita, rispetto al 21,9% del 2011. Inoltre, nel 2015 il 72,1% delle persone con almeno 2 patologie croniche concomitanti assume quotidianamente 5 o più farmaci differenti. Infine, i pazienti con multicronicita' nel 2015 hanno generato il 55% dei contatti con i Medici di Medicina Generale. Nel 2015 in diminuzione le aspettative di vita Il 2015 è stato un anno particolare per la mortalità in Italia in quanto si è assistito a un aumento del numero di morti in valore assoluto rispetto agli anni precedenti.

A fronte delle circa 600 mila morti medie nel 2013 e nel 2014, nel 2015 si sono verificate 49.000 morti in più. Non vi è una spiegazione univoca per tale fenomeno, ma concorrono più fattori contemporaneamente. Secondo il rapporto Osservasalute, l'incremento della mortalità del 2015 rispetto al 2014 si è verificato, essenzialmente, nei primi 3 mesi dell'anno (rispettivamente, +6.000, +10.000 e +7.500) e nel mese di luglio (+9.500 mila).

Al 2015, la speranza di vita alla nascita è più bassa di 0,2 anni negli uomini e di 0,4 anni nelle donne rispetto al 2014, attestandosi, rispettivamente, a 80,1 anni e a 84,6 anni. Questi rallentamenti sono generalizzabili a tutto il Paese, passando da casi in cui la diminuzione e stata cospicua (Valle d'Aosta) ad altri in cui la speranza di vita è rimasta ferma al livello del 2014 o, invece, aumentata lievemente.

Nel complesso, nei 5 anni trascorsi dal 2011 al 2015, gli uomini hanno guadagnato 0,6 anni, mentre le donne 0,2 anni. Aumenta il consumo di antidepressivi Diminuiscono i ricoveri per disturbi psichici ma continua la crescita dei consumi degli antidepressivi.Nel 2015 sono stati pari a 39,60 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti.

Dopo l'aumento costante registrato nel decennio 2001-2010, il volume prescrittivo sembrava aver raggiunto, nel 2011-2012, una fase di stabilità (38,50 dosi al giorno ogni mille abitanti) mentre, in realtà, nel triennio successivo si è registrato un nuovo incremento (39,10 dosi nel 2013; 39,30 dosi nel 2014; 39,60 dosi nel 2015). I consumi di farmaci antidepressivi più elevati per l'ultimo anno di riferimento, il 2015, si sono registrati in Toscana , nella provincia di Bolzano, in Liguria, e in Umbria, mentre sono le regioni del Sud e le Isole, con l'eccezione della Sardegna che presentano i valori piu' bassi di consumo. 

In crescita il numero di suicidi Nel biennio 2012-2013 il tasso grezzo media annuo di mortalità per suicidio è stato pari a 8.06% per 100.000 residenti di età superiore ai 15 anni. Si riscontra un leggero aumento rispetto agli anni precedenti. infatti, nel biennio 2010-2011 il tasso medio annuo di mortalità per suicidio è stato pari a 7,32 per 100.000 residenti di 15 anni ed oltre. Nel biennio 2008-2009, il tasso medio annuo di mortalità per suicidio era pari a 7,23 per 100.000 residenti. Nel biennio successivo, 2009-2010, era 7,21 (per 100.000). Nel biennio 2011-2012, il tasso annuo di mortalità per suicidio è stato pari a 7,99 (per 100.000).

 In termini assoluti, tra i residenti in Italia con età superiore ai 15 anni, nel biennio 2012-2013, si sono tolte la vita 8.310 persone e, tra queste, gli uomini rappresentano il 77,6%. Il tasso standardizzato di suicidi è pari a 13,48 per 100.000 per gli uomini e a 3,40 per 100.000 per le donne. 

Per entrambi i generi la mortalità per suicidio cresce all'aumentare dell'età


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