L'albergo dei poveri, la kermesse dell'Atam per "I cantieri dell'immaginario"

Stasera alle 21 a Santa Maria Paganica

21 Luglio 2012   11:09  

Per "I cantieri dell'immaginario" l'Atam propone "L'albergo dei poveri. Prove di gioia", ispirato all’opera di Maksim Gor'kije a brevi lampi da Dante Alighieri, Osip Mandel’stam, Fernando Pessoa, William Shakespeare e altri poeti.

Un progetto di teatro, canto, musica e installazioni per la trasformazione del ricordo nei luoghi della città ferita.

L'appuntamento è per stasera, 21 luglio, alle 21,30 in Piazza Santa Maria Paganica.

La direzione artistica è di Elena Bucci e Marco Sgrosso, la cura del suono e live electronics di Raffaele Bassetti, le installazioni a cura di Claudio Ballestracci, le registrazioni a cura di Nicoletta Fabbri con Elena Bucci, Marco Sgrosso e gli attori che hanno partecipato al laboratorio.

LA KERMESSE

Siamo in una piazza, in un luogo costruito per l’incontro, dal quale gli uomini sono stati esiliati a causa  della distruzione improvvisa della natura.

“Proprio qui torniamo a praticare i linguaggi dell’arte, la abitiamo, ne ricreiamo geometrie, non con mattoni e pietre, ma soltanto con la luce e i nostri movimenti, impastando le nostre parole con il ritmo della musica dal vivo”. Così Elena Bucci, fondatrice, insieme a Marco Sgrosso, della compagnia Le belle bandiere, che mette in scena lo spettacolo.

Vengono evocati  racconti di vite individuali, ognuna con la sua magica soluzione contro il male, a volte fatta di ribellione, a volte di amore, a volte di piccoli gesti ripetuti che creano la tessitura lieve e serena del vivere di una comunità. Emerge una tessitura drammaturgica che, aiutata dalla musica, dalla luce, dalle installazioni, comprende brevi dialoghi da L’albergo dei poveri, violenti, spietati, che vengono messi accanto a dialoghi contemporanei di altra crudeltà, inimmaginabile dopo tanta storia, ma reali e documentati, presi dalla strada o dalla televisione.

In questo luogo, in questo tempo, tutto ci parla di esilio e tutto tende a comprenderlo e trasformarlo.

Tutto evoca tempeste diverse che con la loro violenza hanno stravolto vite, famiglie, comunità, persone.

Esiliati sono stati gli abitanti di questa città dalla violenza della natura e dalle difficoltà della ricostruzione. Esiliati sono dal resto d’Italia che velocemente dimentica. Esiliati i poeti…

Partendo dall'opera di Maksim Gor'kij – incentrata sulla scelta dell'uomo tra un percorso verso la menzogna oppure verso la verità, attraverso i racconti e i pensieri di un gruppo di diseredati della società, riuniti in un misero dormitorio gestito da un'ambigua coppia di sposi, i protagonisti della performance si avvicinano in punta di piedi al cuore emotivo della recente e potente distruzione che ha coinvolto vite, famiglie, opere d’arte, sentimenti della città dell’Aquila.

Frammenti di testo da L’albergo dei poveri saranno contrappuntati da lampi di poesia, immagini, suoni che siano stati nel tempo speciali talismani, accogliendo la sfida di provare a miscelare i diversi linguaggi che possediamo per natura ma che spesso dimentichiamo di usare“Come per una dolorosa coincidenza, il terremoto ha colpito da poco anche l’Emilia Romagna, dove ha sede la compagnia Le belle  bandiere.  

I danni sono stati molto minori, molte di meno le vittime - continua Elena Bucci Sgrosso -  ma la paura è stata grande e sentire il tremare della terra ci fa capire quello che la mente da sola non può. La stessa cosa che spesso riesce a fare il teatro.Ci sentiamo più vicini, tutti insieme più fragili e allo stesso tempo più uniti. Non potendo comprendere fino in fondo la perdita e l’esilio perché non li abbiamo vissuti, possiamo però cercare di parteciparvi nel ruolo di chi mette la propria esperienza teatrale e il proprio sentimento al servizio di quella trasformazione catartica del dolore che è la forza piùgrande del teatro.

Abbiamo scelto per il nostro racconto un luogo sfregiato, trasformato da un'improvvisa violenza naturale ma ancora profondamente denso di ricordi e di racconti da riscoprire.

Qui, tuttavia, l'arrivo inatteso di un vecchio pellegrino – pur senza portare facili soluzioni  apre la porta alla verità e all'amore, accende una scintilla di speranza in occhi appannati dalla disgrazia e concede una tregua al dolore.

L’illusione che speriamo di mettere in atto è quella del misterioso arrivo nella piazza di un gruppo di esiliati, ognuno con la sua storia, il suo luogo abbandonato nel cuore e la sua volontà di ricostruire..

Immaginiamo che le strade diverse di ognuno confluiscano in un unico canto e in un unico racconto, che i corpi di molti disegnino un unico pacifico esercito che si armi di poesia per affrontare il futuro, trasformando il pianto in riso e viceversa, forse per scoprire che sono in fondo la stessa cosa, le due facce immancabili dell’adorabile vita”.

Ai microfoni di Abruzzo24ore.tv Elena Bucci


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