L'indagine ISTAT sulla nostra società

18 Dicembre 2012   13:27  

ISTAT: CONSUMI AL PALO, SI SPENDE MENO PER CASA E VESTITI 
Consumi delle famiglie italiane al palo: nel 2010 sono rimasti sostanzialmente invariati, si spende sempre meno per l'abbigliamento e per la casa. E' quanto emerge dall'Annuario statistico dell'Istat. "L'indagine sui consumi delle famiglie condotta dall'Istat nel 2011 su un campione rappresentativo delle famiglie residenti, mostra come il livello di consumo totale rimanga sostanzialmente invariato rispetto al 2010: la spesa media mensile e' infatti pari a 2.488 euro, circa 35 euro in piu' dell'anno precedente (+1,4 per cento). Poiche' tale aumento incorpora sia la dinamica inflazionistica (che nel 2011, in base all'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettivita', e' risultata in media pari al 2,8 per cento) sia la crescita del valore del fitto figurativo (+2,1 per cento), ne consegue una sostanziale stabilita' in termini reali della spesa per consumi delle famiglie".

Nel 2011, la spesa per generi alimentari e bevande e' pari a 477 euro, circa 11 euro in piu' rispetto al 2010, essenzialmente per effetto della sostenuta dinamica inflazionistica che ha caratterizzato queste voci di spesa. Tra le spese alimentari, cresce l'acquisto di carne (+3,3 per cento) che si conferma ancora la spesa piu' alta (rappresenta il 4,6 per cento della spesa totale e il 23,7 per cento di quella alimentare); aumenta del 2,0 per cento la spesa per latte, formaggi e uova e del 5,3 per cento quella per zucchero, caffe' e altro. Le spese familiari per beni e servizi non alimentari passano, tra il 2010 e il 2011, da 1.987 euro mensili a 2.011 euro. Diminuiscono del 5,9 per cento le spese per abbigliamento e calzature: da 142 euro del 2010 a 134 euro del 2011 (la quota di spesa passa dal 5,8 per cento del 2010 al 5,4 del 2011). Si riduce la quota di spesa per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa (dal 5,4 per cento del 2010 al 5,1 per cento del 2011) scendendo da 132 euro mensili a 128. Si riduce, inoltre, la quota relativa al tempo libero e alla cultura (dal 4,4 per cento al 4,2 per cento), a seguito della diminuzione delle spese per divertimenti, hobby, cinema, teatro e abbonamenti a giornali e riviste, e, in misura minore, la quota per altri beni e servizi (dal 10,3 per cento al 10,2 per cento); in quest'ultimo caso si tratta in particolare di spese per viaggi, onorari di professionisti e assicurazioni sanitarie e sulla vita. Crescono, anche per effetto dell'aumento dei prezzi, le spese per l'abitazione (+3,3 per cento) e per trasporti (+4,4 per cento).

 

ISTAT: ITALIANI LONGEVI E INSODDISFATTI; DRAMMA LAVORO GIOVANI 
Italiani sempre piu' vecchi e insoddisfatti delle loro condizioni economiche: gli anziani alle prese con l'aumento delle malattie croniche, cui fa fronte un calo dei medici, mentre per i giovani il lavoro e' ormai una chimera. E torna ad aumentare la migrazione interna: gli italiani che si trasferiscono da una Regione all'altra sono saliti del 2,5%, soprattutto al Nord. E' la fotografia scattata dall'Istat nel suo Annuario statistico 2012. 

La speranza di vita alla nascita migliora sia per gli uomini (79,4) che per le donne (84,5): l'Italia e' tra i Paesi piu' longevi in Europa. Ma nel Belpaese si cominciano a soffrire pesantemente gli effetti della crisi: gli italiani sono sempre piu' insoddisfatti della propria situazione economica, quasi sei su dieci si dichiarano scontenti del proprio budget familiare. E se nel 2011 gli occupati complessivamente aumentano, e' sempre piu' allarme lavoro per i giovani: nella fascia tra i 15 e i 34 anni l'occupazione registra un calo tendenziale del 3,2% (-200mila unita'). Un giovane su tre tra i 15 e 24 anni e' senza lavoro con un picco del 40,4% nel Mezzogiorno. E diminuiscono gli iscritti all'Universita': le matricole nell'anno accademico 2010/2011 sono circa 288.000, 6.400 in meno rispetto all'anno precedente (-2,2%). L'occupazione cresce invece nelle fasce piu' adulte, fra i 35 e i 54 anni (+143.000), e soprattutto fra gli over55 (+151.000), anche per effetto della riforma delle pensioni. Gli assegni previdenziali pubblici sono comunque sempre piu' ricchi di quelli privati. Nel 2010 l'importo e' stato esattamente il doppio: 21.200 contro 10.709 euro.

ITALIANI SEMPRE PIU' LONGEVI, UOMINI A 79,4 E DONNE A 84,5 
Nel 2011 in Italia la speranza di vita media migliora sia per gli uomini che per le donne, grazie all'influenza positiva della riduzione dei rischi di morte a tutte le eta'. Secondo le stime dell'Istat, riportate nell'Annuario statistico italiano, nel 2011 gli uomini passano a 7,4 anni rispetto ai 79,1 del 2010, mentre per le donne si passa a 84,5 rispetto agli 84,3 dell'anno precedente. 

Nel contesto internazionale l'Italia si conferma uno dei paesi con popolazione piu' longeva: nel 2010, all'interno dell'Unione europea, soltanto la Svezia continua a mantenere migliori condizioni di sopravvivenza maschile (79,6 anni), mentre in Francia e in Spagna le donne fanno registrare la vita media piu' elevata (85,3 anni).

 

CRESCONO GLI OCCUPATI MA 1 GIOVANE SU 3 SENZA LAVORO 
Crescono gli occupati in Italia ma non tra i giovani: nel 2011 nella fascia tra i 15 e i 34 anni l'occupazione registra un calo tendenzialer del 3,2% (-200mila unita'). E un giovane su tre tra i 15 e 24 anni e' senza lavoro con un picco del 40,4% nel Mezzogiorno.

E' quanto emerge dall'Annuario statistico dell'Istat. "Nel 2011 - sottolinea l'Istat -sono 22.967.000 gli occupati, in aumento, dopo due anni di discesa, di 95.000 unita' rispetto all'anno precedente. Il risultato complessivo e' la sintesi di una riduzione della componente italiana, controbilanciata dall'aumento di quella straniera (+170.000 unita'). La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati raggiunge il 9,8% (9,1% nel 2010)".

Gli occupati crescono sia nella classe di eta' centrale, fra i 35 e i 54 anni (+143.000), sia soprattutto fra gli over55(+151.000). "L'aumento dell'occupazione nelle classi di eta' piu' adulte - sottolinea l'Istat - puo' essere ricondotta ai requisiti sempre piu' stringenti per accedere alla pensione, che spostano in avanti il momento di uscita dal mercato del lavoro".

Quanto alla posizione professionale, "la crescita degli occupati riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti (+130.000 unita'), mentre gli indipendenti tornano a ridursi (-0,6%, pari a -36.000 unita') dopo il leggero incremento osservato nel 2010". A livello di settore, "l'agricoltura registra una nuova flessione (-1,9%, pari a 16.000 unita' in meno), mentre l'industria in senso stretto segna, dopo tre anni di calo, un moderato recupero (+1,4% pari a +63.000 unita'). Prosegue a ritmi piu' sostenuti il calo nelle costruzioni (-5,3% pari a -102.000 unita') mentre nei servizi l'occupazione torna a crescere (+1%, pari a 151.000 unita' in piu'), dopo la sostanziale stabilita' del 2010". Il tasso di occupazione e' al 56,9%, valore ampiamente al di sotto della media Ue (64,3%); quello maschile si attesta al 67,5%, mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,5%. Secondo l'Istat, "rimangono ampi i divari territoriali, con il tasso di occupazione che al Nord e' oltre venti punti piu' elevato di quello dell'area meridionale".

 

PENSIONI PUBBLICHE PIU' RICCHE, IL DOPPIO DELLE PRIVATE 
Pensioni pubbliche piu' ricche delle private: nel 2010 l'importo e' stato esattamente il doppio. E' E' quanto emerge dall'Annuario statistico dell'Istat. "Nel comparto pubblico il numero dei trattamenti in essere al 31 dicembre 2010 ammonta a 2,8 milioni, per una spesa annua di 58.878 milioni di euro. Gli importi medi annui delle prestazioni erogate nel comparto pubblico risultano doppi rispetto a quelli delle pensioni erogate nel comparto privato e nell'ordine assumono valore pari a 21.200 e 10.709 euro".

LA CRISI ERODE BUDGET FAMILIARE, 6 SU 10 INSODDISFATTI 
Gli italiani sono sempre piu' insoddisfatti della propria situazione economica: quasi sei su dieci si dichiarano scontenti del proprio budget familiare. Secondo l'annuario statistico 2012 dell'Istat, la percentuale di persone di 14 anni e piu' che si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica e' pari al 42,8 per cento, una quota decisamente inferiore a quella rilevata nel 2011 (48,5 per cento).

Rimane stabile la percentuale dei molto soddisfatti (2,6 per cento nel 2011 e 2,5 per cento nel 2012), mentre diminuisce la percentuale di persone che si dichiara abbastanza soddisfatta (dal 45,9 per cento nel 2011 al 40,3 per cento nel 2012). Aumentano i poco soddisfatti (dal 36,1 per cento al 38,9 per cento) e soprattutto i per niente soddisfatti (dal 13,4 per cento al 16,8 per cento), per i quali si registra la quota piu' alta dal 1993.

 

La situazione a livello territoriale e' molto articolata: al Nord e al Centro, la quota dei residenti che danno un giudizio positivo sulla propria situazione economica e' piu' alta che nel Mezzogiorno (50,0 per cento al Nord, 44,3 per cento al Centro e 32,0 per cento nel Mezzogiorno). Il Nord e il Centro sono anche le ripartizioni in cui la diminuzione registrata rispetto al 2011 e' piu' consistente: nel 2011 i molto e gli abbastanza soddisfatti erano 56,2 per cento nel Nord e 50,9 per cento nel Centro, mentre erano 36,9 per cento nel Mezzogiorno.

UN DISOCCUPATO SU DUE CERCA LAVORO DA ALMENO UN ANNO 
"Un disoccupato su due cerca lavoro da almeno un anno, con un'incidenza della disoccupazione di lunga durata che arriva al 51,3% dal 48% del 2010". E' quanto emerge dall'Annuario statistico dell'Istat. "Dopo la forte emorragia di manodopera del 2009-2010 - si legge nell'Annuario - i disoccupati con precedenti esperienze di lavoro (ex occupati ed ex inattivi) hanno segnato una modesta flessione (-53 mila unita', pari a -3,4%). E' continuato invece a crescere il numero delle persone in cerca di prima occupazione, con un incremento relativo superiore di quasi tre volte quello del 2010 (58 mila persone in piu', pari al 10,7%)".

 

Il tasso di disoccupazione nel 2011, spiega l'Istat, resta invariato all'8,4% rispetto all'anno precedente: cresce leggermente nel Mezzogiorno, rimane stabile al Centro e diminuisce al Nord. Tra i giovani, se si guarda al titolo di studio, spiega l'Istat, "si conferma il vantaggio relativo dei laureati, che presentano il tasso di disoccupazione piu' basso (5,4%, in calo di tre decimi di punto rispetto al 2010). Tuttavia, tra i giovani fino a 29 anni il tasso di disoccupazione dei laureati e' piu' elevato rispetto a quello dei diplomati, a motivo sia del piu' recente ingresso nel mercato del lavoro di coloro che hanno prolungato gli studi, sia delle crescenti difficolta' occupazionali dei piu' giovani, anche se in possesso di titolo elevato". 

Resta stabile al 62,2% il tasso di inattivita'. Tra gli inattivi, "si e' ridotta l'area di chi non e' interessato a lavorare mentre e' cresciuta la cosiddetta 'zona grigia'", di cui fanno parte coloro che hanno mostrato un piu' elevato attaccamento al mercato del lavoro o che pur non cercando un'occupazione sarebbero disponibili a lavorare. 

 "Nel complesso della 'zona grigia' - si legge nell'Annuario - lo scoraggiamento e l'attesa degli esiti di passate azioni di ricerca sono le principali motivazioni della mancata ricerca di un'occupazione, segnalare da circa 1 milione e 800 mila inattivi".

AUTO RESTA PASSIONE ITALIANI, SOLO 1/4 USA MEZZI PUBBLICI 
L'automobile resta la passione degli italiani Tra i mezzi di trasporto privato il piu' utilizzato e' ancora l'automobile.

E' quanto emerge dall'Annuario statistico dell'Istat. Nel 2012 sette occupati su 10 (69,3%) la usano come conducenti negli spostamenti per recarsi al lavoro e poco piu' di un terzo degli studenti (34,7%) come passeggeri per andare a scuola.

Nel 2012 poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e oltre usa i mezzi pubblici urbani, il 16,3% quelli extra-urbani mentre il 28,5% ha preso almeno una volta il treno. Rispetto alla qualita' del servizio erogato, in particolare per quel che riguarda la frequenza delle corse, la puntualita' e il posto a sedere, gli utenti dei pullman extra-urbani sono piu' soddisfatti di coloro che utilizzano autobus e treno. Rimangono sostanzialmente stabili rispetto al 2011 le quote di utenti soddisfatti per la puntualita' dei treni (50,1%) e la possibilita' d trovare posto a sedere (64,6%).

 

Nel 2010 circa 839 milioni di passeggeri hanno utilizzato il trasporto ferroviario, per un totale di oltre 47 miliardi di passeggeri-chilometro. Rispetto all'anno precedente i passeggeri risultano in aumento del 4,9% mentre i passeggeri-chilometro scendono del 2%. Sono oltre 84 milioni le tonnellate di merci trasportate via ferrovia, il 10,6% in piu' di un anno prima.

Ammontano, invece, a 1 miliardo e 527 milioni le tonnellate di merci trasportate su strada. Nel 2011, la quota prevalente del trasporto continua a indirizzarsi verso il traffico su strada: sono oltre 42 milioni gli autoveicoli circolanti e fra questi si contano piu' di 37 milioni di autovetture.

FUGA DA UNIVERSITA', CALANO MATRICOLE 
I giovani iscritti per la prima volta all'universita' nell'anno accademico 2010/2011 sono circa 288.000, circa 6.400 in meno rispetto all'anno precedente (-2,2%). Lo rivela l'Istat, secondo cui si conferma il trend negativo delle immatricolazioni iniziato nel 2004/2005, che ha riportato il numero di nuove iscrizioni a un livello inferiore a quello rilevato alla fine degli anni Novanta.

La diminuzione riguarda in particolare i corsi di laurea del vecchio ordinamento (-8,6%). La popolazione universitaria e' composta da 1.781.786 studenti, valore sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente, con una mobilita' territoriale piuttosto elevata. Le donne sono piu' propense degli uomini a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria (le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 67 su 100, i diplomati quasi 56), ma anche a portare a termine il percorso accademico.

 

Tra i laureati triennali e a ciclo unico (ossia tra coloro che hanno conseguito almeno un titolo di formazione universitaria), il tasso di conseguimento della laurea (laureati per 100 venticinquenni) e' del 37,8% per le donne contro il 25,5 degli uomini. Fra coloro che hanno concluso percorsi "lunghi" (corsi di durata da quattro a sei anni e delle lauree specialistiche biennali) le laureate sono 22,6 ogni 100 venticinquenni e i laureati 15,1 ogni 100.

SALUTE; CRESCE ASSISTENZA DOMICILIARE, CALANO I MEDICI 
Cresce l'assistenza domiciliare, complice l'invecchiamento progressivo della popolazione, ma calano leggermente i medici di famiglia: nel 2009 l'assistenza sanitaria territoriale conta circa 46.000 medici di base, 7,7 ogni 10 mila abitanti.

Sebbene il contratto dei medici di medicina generale preveda che si possano assistere fino a un massimo di 1.500 pazienti, il valore medio nazionale si attesta a 1.134 assistiti per medico. Sono, invece, 7.700 i pediatri, nove ogni 10 mila bambini fino a 14 anni. E' quanto si legge nell'annuario statistico 2012 dell'Istat. Sul territorio nazionale, ogni 100 mila abitanti operano circa 16 ambulatori e laboratori pubblici e privati convenzionati (in lieve calo negli ultimi tre anni) e 4,9 servizi di guardia medica (anch'essi in calo). Il progressivo invecchiamento della popolazione spiega, invece, la crescita progressiva, da 475 mila nel 2007 a 533 mila nel 2009, dei pazienti assistiti al proprio domicilio, l'84% dei quali e' ultrasessantacinquenne.

PIU' DI SETTE FAMIGLIE SU 10 VIVONO IN CASE DI PROPRIETA' 
(AGI) - Roma, 18 dic. - Nel 2011 il 72,4% delle famiglie e' proprietario dell'abitazione in cui vive, mentre il 18% paga un canone d'affitto. E' quanto emerge dall'Annuario statistico dell'Istat.

Tra le famiglie in affitto il 73,5% vive in abitazioni di proprieta' di un privato, il 20,8% in case di proprieta' di enti pubblici (in calo dal 22,2% nel 2010). Fra le principali utenze domestiche, a incidere di piu' sul budget familiare sono, nell'ordine, la bolletta del gas (2,2% della spesa totale), quella dell'energia elettrica (1,8%) e la bolletta telefonica (1,4%).

 

CARCERI, MISURE ALTERNATIVE A DETENZIONE +21,6% 
Aumenta nel nostro Paese il ricorso alle misure alternative alla detenzione: quelle in corso alla fine dell'anno passato risultano essere 22.423 (tra affidamento in prova al servizio sociale, semiliberta', detenzione domiciliare, liberta' vigilata, liberta' controllata e semidetenzione), il 21,6% in piu' rispetto all'anno precedente.

E' uno dei dati che emergono dall'ultimo Annuario statistico dell'Istat, secondo cui tali misure riguardano nell'8,2% dei casi donne, nel 15,7% stranieri e nel 17,1% persone dipendenti da alcol e droghe.

Come nel 2010, le misure alternative piu' utilizzate sono l'affidamento in prova al servizio sociale (44,4%) e la detenzione domiciliare (37,3%). Gli ospiti degli istituti penitenziari italiani nel 2011 restano 66.897, l'1,6% in meno dell'anno precedente: nel 4,2% dei casi si tratta di donne, mentre gli stranieri raggiungono il 36,1%. "Il problema del sovraffollamento - denuncia l'Annuario - continua a rappresentare una criticita', per quanto il rapporto tra detenuti presenti e posti letto previsti sia sceso a livello nazionale, passando da 151 del 2010 a 146,4 del 2011".

La situazione e' mediamente piu' critica al nord (157,5 detenuti per 100 posti letto), ma anche al sud e al centro i valori sono ben lontani da quello ottimale. La capienza massima delle carceri viene superata in tutte le regioni con l'eccezione del Trentino-Alto Adige (72,3 detenuti presenti per 100 posti letto) e tocca il picco massimo di 182 detenuti per 100 posti letto in Puglia. Solo un detenuto su cinque, infine, lavora, in massima parte (83,8%) alle dipendenze della stessa amministrazione penitenziaria.

 

CITTA' SOFFOCATE DAL TRAFFICO; AL NORD BENE DIFFERENZIATA 
Traffico, parcheggio e inquinamento sono i problemi piu' avvertiti dalle famiglie italiane in tema di ambiente. Dall'Annuario Statistico 2012 si evince che nell'anno in corso, il traffico e' sempre uno dei problemi che gli italiani dichiarano di affrontare quotidianamente relativamente alla zona in cui vivono (38,4% delle famiglie della stessa zona).

Seguono la difficolta' di parcheggio (35,8%), l'inquinamento dell'aria (35,7%) e il rumore (32,0%). Fra i problemi piu' avvertiti ci'e' anche quello dell'irregolarita' nell'erogazione dell'acqua, che costituisce un problema per l'8,9% delle famiglie, ma le differenze sul territorio, in questo ambito sono forti: le percentuali piu' alte si registrano in Calabria (29,2%) e Sicilia (26,5%).

Stenta ancora a decollare la "cultura" della raccolta differenziata: il Nord e' ancora in testa nel praticare questo tipo di gestione dei rifiuti rispetto alle altre regioni con il 49,1% di raccolta. Seguono a grande distanza le regioni del Centro (27,1%) e quelle del Sud (21,2%).

Nel 2010 la quantita' di rifiuti urbani raccolti si attesta a 32,4 milioni di tonnellate (ovvero 537 chilogrammi per abitante), quella differenziata arriva al 35,3%, dal 33,6% del 2009. Per fortuna, cala il numero degli incendi boschivi: nel 2010 si sono verificati 4.884 incendi, che hanno interessato circa 46 mila ettari di superficie forestale. Il numero di incendi e' inferiore a quello dell'anno precedente (5.422), cosi' come la porzione di territorio interessata, che scende a 9,5 ettari di superficie media percorsa dal fuoco, dai 13,5 del 2009.

 

PRANZO A CASA PER TRE SU 4, RESISTE L'"ITALIAN STYLE" 
Pasto veloce fuori casa? Macche': gli italiani non transigono sulle abitudini alimentari, e per tre su quattro il pranzo a casa rimane imprescindibile. Lo rileva l'annuario statistico 2012 dell'Istat.

Il pranzo costituisce infatti ancora nella gran parte dei casi il pasto principale (68,0 per cento della popolazione di 3 anni e piu') e molto spesso e' consumato a casa (74,3 per cento), permettendo cosi' una scelta degli alimenti e una composizione dei cibi e degli ingredienti piu' attenta rispetto ai pasti consumati fuori casa. Rispetto al 2011 si registra un incremento significativo nella quota di persone che dichiarano di consumare il pranzo a casa (+1,2 per cento), soprattutto tra i giovani di 25-34 anni (+4,1 per cento).

Eccetto i bambini da 3 a 5 anni (che mangiano a casa nel 37,5 per cento dei casi), il 60 per cento e oltre della popolazione in genere pranza in casa. Tra gli adulti la quota piu' bassa, di coloro che dichiarano di pranzare a casa, si registra tra gli uomini di 35-44 anni (51,6 per cento). Consumano il pranzo a casa maggiormente i residenti nel Mezzogiorno (86 per cento) rispetto a quelli nel Nord (67,3 per cento).

Al Sud tale quota e' in aumento rispetto al 2011 di circa tre punti percentuali.

Sempre nel Mezzogiorno, piu' frequentemente rispetto al resto del Paese, e' il pranzo ad essere considerato il pasto principale (78,9 per cento rispetto al 62 per cento nel Centro e al 62,5 per cento nel Nord). Anche nel 2012 rimane stabile rispetto agli anni precedenti la quota di persone che al mattino ha l'abitudine di fare una colazione che puo' essere defi nita "adeguata", vale a dire non solo limitata al caffe' o al te', ma nella quale vengono assunti alimenti piu' ricchi di nutrienti: latte, cibi solidi (biscotti, pane eccetera). Tale quota e' pari al 80,1 per cento della popolazione di 3 anni e piu'.

Questo comportamento salutare e' una consuetudine piu' femminile (82,9 per cento tra le donne contro il 77,2 per cento tra gli uomini), ma anche molto diffusa tra i bambini (circa il 94 per cento tra i bambini da 3 a 10 anni). Sono piu' attenti ad adottare questa sana abitudine i residenti nell'Italia centrale (83,3 per cento) e nel Settentrione (81,9 per cento). Nel Mezzogiorno la percentuale scende al 75,9 per cento.

 

 


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