L'odissea di Yuri D'Angelo, il papà di Valle Castellana: "Eva non mi fa vedere mio figlio"

Un viaggio a vuoto in Grecia

29 Agosto 2012   11:57  

Un viaggio a vuoto in Grecia per tentare di riabbracciare il figlioletto. Sembra una storia infinita quella di Yuri D'Angelo, il trentenne di Valle Castellana salito alla ribalta delle cronache nei mesi scorsi per essere fuggito col figlio che il tribunale ha affidato alla madre, una ballerina greca.

"Il mio bambino ha compiuto tre anni. E io non ho neanche potuto abbracciarlo. E' il primo compleanno che festeggia senza di me" è la testimonianza raccolta da Il Resto del Carlino.

Una battaglia legale di cui non sembra vedersi luce. Yuri, dopo il viaggio a vuoto a luglio, aveva deciso di recarsi direttamente a Cipro, in occasione del compleanno del piccolo il 30 luglio scorso: "La madre però non mi ha fornito il suo indirizzo, si negava al telefono, ha fatto di tutto insomma per impedirmi di partire: io non posso permettermi un altro viaggio senza senso. E così ho rinunciato. La cosa peggiore però non è tanto che lei non voglia vedermi o parlarmi: il problema è che sta allontanando da me il bambino. Lui ormai chiama 'papà' il nuovo compagno di sua madre ed è arrabbiato con me perché pensa che lo abbia abbandonato. Non sa quello che sto facendo per poterlo riabbracciare anche soltanto per dieci minuti".

"Sono partito per Corfù, dove sapevo che si trovava mio figlio, i primi di luglio per una settimana - racconta - . Il mio scopo, oltre a riabbracciarlo, era quello di regolarizzare l'affido di fronte all'autorità greca". Il viaggio, però, si è rivelato un'odissea: "Eva, che non si trova in Grecia ma a Cipro, mi ha impedito di vedere il bambino: per questo, accompagnato dal mio avvocato, sono stato ricevuto dal pm di Corfù al quale ho spiegato tutta la situazione. Il giudice quindi ha inviato una convocazione alla mia ex moglie affinché si presentasse entro la settimana: lei non l'ha fatto".

Il giovane papà, a questo punto, ha deciso di rivolgersi all'Interpol perché "il domicilio dichiarato da Eva non era quello dove effettivamente si trovava il bambino". Ma neanche questa mossa è servita a smuovere qualcosa. "Il problema è che le autorità greche non possono fare niente in quanto il bambino si trova in un altro Stato - dice ancora Yuri - e quindi mi tocca ricomiciare tutto da capo. Sono stravolto, stanco. Non faccio che pensare a mio figlio e ho paura che tutto quello che sto facendo non me lo restituirà".


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