La Amadori di Mosciano minaccia la sostituzione dei contratti, sindacati in agitazione

La crisi ecomomica potrebbe presto mietere le sue ennesime vittime nel tessuto ecomomico abruzzese.

Stiamo parlando degli operai dello storico stabilimento Amadori di Mosciano Sant'Angelo, alle prese con un delicatissimo rinnovo dei contratti integrativi, le cui trattative dovrebbero partire nei prossimi giorni.

Il condizionale é però d'obbligo, soprattutto in riferimento alla tempistica che ne precederà l'inizio, dal momento che l'azienda ha posto una questione preliminare, ossia la sostituzione dei contratti di lavoro. Già oltre 10 anni addietro la Amadori é passata dal contratto dell'industria a quello dell'agricoltura, ed ora vorrebbe passare di nuovo da quello dell'agricoltura a quello delle cooperative agricole.

Una prospettiva che ha immediatamente provocato lo stato di agitazione dei sindacati, che sostengono che un eventuale nuovo passaggio di contratto comporterebe stipendi molto più bassi, per una perdita annuale media dei salari intorno ai 1.000 euro.

Una questione che, va da sè, rischia di complicare ancor di più il già delicato braccio di ferro tra sindacati e azienda per il rinnovo del contratto integrativo, che verte su tre questioni basilari: il consolidamento dei contratti stagionali, per la stabilizzazione del lavoro attraverso l'incremento delle giornate contrattuali e la trasformazione a tempo indeterminato (e per mantenere un corretto equilibrio tra il numero di lavoratori fissi e stagionali), la fruizione anche da parte degli stagionali di congedi parentali o permessi per decesso e, in ultimo, il miglioramento salariale dei premi di risultato sulla base di programmi di sviluppo, andamento produttivo ed efficienza gestionale e organizzativa dell'azienda.

Al momento, presso lo stabilimento di Mosciano sono impiegati 1.300 lavoratori, di cui appena 480 fissi, con i sindacati che chiedono l'assunzione a tempo indeterminato per 103 di loro.