''La Asl si muova, in città è allarme psichiatrico, e il Centro Diurno è ancora nei container...''

28 Settembre 2012   13:41  

La posizione dell'”Associazione 180 amici l'aquila” sulla questione della Salute Mentale a L'Aquila dopo l'allarme sui TSO lanciato dal Sindaco della città.

''L'allarme lanciato dal Sindaco dell'Aquila sul preoccupante aumento dei Trattamenti Sanitari Obbligatori merita particolare attenzione e impone alcune riflessioni sulla questione della Salute Mentale nel nostro territorio .

Alla nostra Associazione risulta che il numero dei TSO dal mese di Gennaio al mese di settembre nel Servizio Psichiatrico Universitario Diagnosi e Cura dell'Ospedale S.Salvatore è stato di 96 .

Di questi un terzo (32 in 8 mesi) risultano effettuati nel territorio dell'Aquila .

Per un opportuno confronto basta ricordare che negli anni 2003-2009 (periodo pre-sisma) il numero dei T. S. O. per persone residenti nell' Azienda Sanitaria di L'Aquila era di 8 e al massimo di 17 l'anno.

Nello stesso periodo di emergenza delle tendopoli e del SPDC in tenda il numero annuale dei TSO effettuati nella ex Azienda Sanitaria di L'Aquila è stato inferiore a 10( effettuati in altre Aziende Regionali per l'inagibilità del Servizio Psichiatrico Univarsitario Diagnosi e Cura del S.Salvatore)) Dal 2009 ad oggi i Servizi Psichiatrici a L'Aquila vivono uno stato di sofferenza dovuto alla sistemazione logistica e alla scarsa dotazione di risorse umane.

Dopo 7 mesi di lavoro in tenda il Centro di Salute Mentale ed il Centro Diurno Psichiatrico sono stati collocati in container nel parco dell'ex Ospedale Psichiatrico S.Maria di Collemaggio.

A niente sono servite le proteste degli utenti e dei familiari per il dover frequentare servizi assolutamente inadeguati , non accoglienti come dovrebbero essere i Servizi di Salute Mentale, privi di possibilità di tutela della riservatezza durante i colloqui e le visite psichiatriche.

Nonostante ciò ancora il Centro di Salute Mentale continua a mantenere l'apertura 12 ore al giorno dal lunedì al venerdì con 6 ore il sabato e la reperibilità psichiatrica notturna e festiva con operatori psico-socio-sanitari in condizioni di burn-out.

Tutto nella colpevole disattenzione dell'Azienda Sanitaria n°1 Avezzano-Sulmona-L'Aquila nella questione della Salute Mentale.

Inchieste giornalistiche hanno denunciato nel 3° anniversario dal sisma 6 aprile 2012 tale situazione logistica (l'Espresso) e la stessa Commissione del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale ha effettuato visita con la presenza del Senatore Ignazio Marino evidenziando la situazione insostenibile sia per i luoghi dell'accoglienza, che per gli ambulatori ed i servizi igienici .

A oltre 3 anni ancora non si intravede cenno di sistemazione per gli ambulatori del Centro di Salute Mentale e per i luoghi riabilitativi del Centro Diurno Psichiatrico.

La maggiore preoccupazione del Direttore ASL Giancarlo Silveri sull'area dell'ex Ospedale Psichiatrico “S.Maria di Collemaggio” è stata quella di denunciare l'occupazione “abusiva” di Casematte (luogo comunque di socializzazione ed accoglienza anche per la popolazione della salute mentale), ma non assolutamente quella di avviare la ristrutturazione degli Edifici da adibire ai Servizi territoriali di Salute Mentale.

Di contro attualmente l'organico del Centro di Salute Mentale e del Centro diurno Psichiatrico si è impoverito perdendo psichiatri, Psicologi,Assistenti sociali e infermieri.

Pochi e precari sono gli Educatori e i Tecnici della riabilitazione.

Già precedenti lavori di ricerca post-sisma hanno evidenziato la crescita del disagio mentale attraverso il consumo crescente di psicofarmaci nella popolazione aquilana , ma nulla è stato attivato per affrontare tale questione sul piano dell'emergenza- urgenza e tanto meno sull'aspetto della prevenzione da parte dell'Azienda Sanitaria.

In aggiunta è stato rilevato il crescente abuso di alcool ,soprattutto nella popolazione giovanile.

Bene ha detto il Sindaco sulla dimensione di vero allarme sociale e sulle condizioni di “vera e propria miseria” che porta al disagio mentale. Si impone la riattivazione della Consulta Provinciale per la Salute Mentale, già istituita nel 2006 e mai messa in condizione di lavorare.

Questa città merita un piano di ricostruzione sociale che affronti le conseguenze della disgregazione della comunità e che metta gli enti pubblici e la rete del volontariato e dell'associazionismo in condizione di efficienza ed efficacia.

Servono luoghi e servizi di cura dignitosi e accoglienti, attraversabili dalla cittadinanza,cure a domicilio, nei luoghi dove la gente vive e lavora, attività di prevenzione del disagio dove si manifesta, unità di strada per fronteggiare espressioni di disagio individuale e comunitario , inclusioni sociali e lavorative, centri di ascolto sia nei nuovi quartieri che nelle scuole .

Quindi serve l'impegno dell'Azienda Sanitaria , del Sindaco quale massima Autorità Sanitaria Locale e di tutte le risorse della società civile per ricostruire ciò che si è perso e riprogrammare un sistema di Salute Mentale in grado di rispondere ai bisogni di salute della nostra popolazione''

 


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