La Commissione Grandi Rischi denunciata per mancato allarme

Entra in scena un nuovo presunto responsabile nell'inchiesta giudiziaria sui crolli sospetti a L'Aquila a seguito del sisma del sei aprile, e in particolare il crollo della casa dello studente. E' la Commissione grandi rischi, già oggetto di un esposto da parte dell'avvocato aquilano Antonio Valentini che ha ipotizzato il reato di omicidio colposo in relazione ai messaggi rassicuranti emersi in seguito alla riunione del 30 marzo 2009 , cinque giorni prima del tragico sisma. Altri due esposti sono stati infatti presentati questa volta dall'avvocato Fabio Alessandroni, che difende numerosi familiari delle vittime, nonché l'ex presidente Adsu Luca D'Inocenzo indagato a sua volta per il crollo della casa dello studente.

Al Procuratore Alfredo Rossini e al sostituto Fabio Picuti, Alessandroni ha consegnato anche studi, relazioni e documenti che la Commissione grandi rischi non avrebbe preso in considerazione nelle sue conclusioni rassicuranti. Tra questi documenti uno studio del Cnr, in cui si stimava molto alto, pari al 35%, il rischio di un terremoto devastante a L'Aquila.

La commissione grandi rischi, lo ricordiamo si riunì il 30 marzo 2009 a L'Aquila, vi presero parte Bernardo De Bernardinis, vice capo del dipartimento della Protezione Civile, Mauro Dolce, direttore dell'ufficio sismico, Giulio Selvaggi, direttore del Centro Nazionale Terremoti, quattro esperti tra cui il presidente dell'Ingv Enzo Boschi, l'assessore alla protezione civile della Regione Abruzzo Daniela Stati, tre funzionari della Regione, tre della Protezione Civile, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e tre vice prefetti del capoluogo. La commissione fu presieduta da Franco Barberi, presidente vicario della Commissione grandi rischi

Gli esperti convenuti giunsero alla conclusione che a L'Aquila non ci sarebbe stato nulla da temere, che le continue e crescenti scosse rappresentavano un graduale rilascio di energia, che al massimo sarebbe caduto qualche cornicione.

Rassicurazioni, questa l'ipotesi accusatoria, che hanno indirettamente provocato la morte di tanti aquilani, e anche dei ragazzi rimasti sotto le macerie della casa dello studente, che quella notte maledetta del sei aprile sono rimasti a dormire in edifici non a norma anti-sismica, nonostante le continue scosse premonitrici della catastrofe, fidandosi della parola degli esperti.

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