La Fnsi: 'Via i pensionati dalle redazioni''

17 Ottobre 2013   14:08  

No a giornalisti che vanno in pensione e pero' continuano a lavorare in redazione o con rapporti di collaborazione con la testata presso cui erano in precedenza occupati senza che vengano pero' reiscritti alla Gestione principale dell'Inpgi e assoggettati alle regole sui limiti di cumulo previsti dall'Istituto.

Come pure no ad abusi in casi di Cigs e contratti di solidarieta'. E' quanto chiede la Fnsi con una circolare a firma del segretario generale Franco Siddi indirizzata ai comitati di redazione, alle strutture sindacali regionali di categoria e a Inpgi e Casagit e Fondo pensione complementare.

Siddi scrive che "sempre di piu' - stando a diverse segnalazioni critiche e evidenze pubblicamente trasparenti nella lettura quotidiana dei giornali - capita che colleghi a qualsiasi titolo collocati in quiescenza appaiano ordinariamente e continuativamente a lavoro nella stessa testata rispetto alla quale avevano dichiarato cessata l'attivita', conseguendo cosi' il diritto a ricevere l'assegno di pensione".

Il segretario della Fnsi sottolinea che i piani di riorganizzazione e ristrutturazione con proposte di riduzione di organico "continuano ad arrivare sul tavolo del confronto sindacale senza soluzioni di continuita'.

Non c'e' una soluzione aritmeticamente definibile per qualsiasi problema ma su alcuni elementi e' indispensabile essere assolutamente chiari rispetto alle proposte di qualsiasi piano anche a costo dell'impopolarita' o del disagio verso qualche collega".

Il prepensionamento e' uno dei canali piu' "sfruttati" - sottolinea Siddi - per alleggerire la tensione sociale nei momenti di difficolta' e di riorganizzazione aziendale. Allo stesso modo funziona, nelle ricadute sociali, qualche progetto di esodo anticipato verso la scelta libera della pensione.

"In entrambi i casi, spesso, i colleghi pensionati stabiliscono rapporti di prosecuzione di una qualche forma espressiva dell'attivita' professionale, coerente con la natura di una professione che non si smette mai di praticare".

Stante anche la gravita' della crisi occupazionale "cio' crea ulteriori tensioni sociali e determina danni reali al sistema di protezione previdenziale di tutta la categoria".

E "chiunque svolga un lavoro assimilabile ad una prestazione subordinata, per continuita', per incarico gerarchicamente ricevuto, per attivita' in redazione o all'esterno ma con chiaro collegamento organico con la redazione, deve essere reiscritto alla gestione principale dell'Inpgi e assoggettato alle regole sui limiti di cumulo previsti dall'istituto".

E "non vale la circostanza della liceita' di comportamento aziendale e di individuo per il solo fatto che tra le due parti sia stata stipulata una qualche forma di prestazione convenzionale definita di lavoro autonomo entro un tetto di 21645,16 euro (limite entro il quale non scattano tagli per i divieti di cumulo). Conta la natura della prestazione".

L'inserimento ordinario nell'attivita' redazionale "da' luogo ad un nuovo calcolo degli organici redazionali stessi" e "di conseguenza, in occasione dell'esame di piani di riorganizzazione che contengono proposte di riduzione dell'organico, gli organismi sindacali sono vivamente pregati di far osservare che i presunti 'esuberi' richiesti dall'azienda vanno immediatamente ridotti di un numero pari ai colleghi pensionati occupati irregolarmente, ma evidentemente non ritenuti soprannumero".

E inoltre "e' opportuno segnalarli all'Inpgi perche' si possa procedere alla verifica ed al recupero dei contributi omessi e dovuti per tutti questi casi". "Analogo rigore - dice la Fnsi - va posto nella attuazione dei piani di cassaintegrazione e nei contratti di solidarieta'''

 


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