La Francia Inizia i Raid Aerei in Siria. Hollande Avverte i Francesi con un Tweet

28 Settembre 2015   05:00  

Il primo raid aereo francese in Siria ha "completamente" distrutto un campo d'addestramento dei miliziani dello Stato Islamico, nella parte orientale del paese. E' il bilancio fornito dal presidente francese Francois Hollande sull'azione condotta dall'aviazione francese contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria.

Hanno partecipato sei aerei, fra cui cinque caccia Rafale, che hanno "completamente" distrutto un campo di addestramento a Deir al Zour, nella parte orientale della Siria, ha detto Hollande. Il presidente francese, intervenuto a margine di un evento al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, ha spiegato che l'obiettivo colpito è stato individuato durante precedenti missioni aeree di ricognizione.

Un'operazione, annunciata dall'Eliseo in un comunicato, condotta "nel rispetto della nostra autonomia d'azione, in coordinamento con i partner regionali", conferma la determinazione francese a "lottare contro la minaccia terroristica" dello Stato Islamico. "Colpiremo ogni volta che la sicurezza nazionale sarà in gioco".

Hollande aveva annunciato il 7 settembre l'intenzione di condurre raid aerei contro lo Stato Islamico anche in Siria. In precedenza Parigi si era limitata a colpire l'Is in Iraq, con il via libera del governo di Baghdad che invece non c'è da parte di Damasco.

Renzi: evitare una Libia bis - Da New York, il premier Matteo Renzi avverte: sulla Siria bisogna evitare che ci siano ''iniziative come quelle in Libia", dove "all'intervento armato non ha fatto seguito una scommessa politica". Il premier giudica ''positivo'' il fatto che la Siria sia tornata ad avere una ''centralità nel dibattito internazionale'', perché come dice il segretario generale dell'Onu ''e' una macchia''. E ''non si può non coinvolgere la Russia" e quindi ''ben venga il processo di riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia, che è fondamentale'', sottolinea Renzi. "E' importante evitare che si ripeta un Libia-bis'', bisogna invece avere uno "sguardo strategico'' che comprenda tutta l'area. "L'Italia non fa blitz ma collabora con la coalizione internazionale'', insiste.

Nyt, 30mila stranieri hanno raggiunto l'Is - Sono circa 30mila gli stranieri entrati in Siria dal 2011 per combattere a fianco dello Stato Islamico e il numero dei volontari è raddoppiato lo scorso anno, scrive il New York Times, citando le stime dell'intelligence americane. I 30mila "foreign fighters" in Siria, fra cui 250 partiti dagli Stati Uniti, provengono da oltre 100 paesi diversi. Un anno fa l'intellignece di Washington stimava che i volontari stranieri dell'Is fossero circa 15mila, provenienti da 80 paesi. L'anno scorso gli americani era un centinaio.


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