La Marineria di Pescara vuole la verità sul dragaggio, Grosso: "Vogliamo accedere agli atti"

18 Febbraio 2013   15:38  

La Marineria di Pescara continua a domandarsi come mai i lavori di dragaggio del porto canale non siano ancora partiti, ed ora pretende chiarezza sulle ragioni di tale ritardo.

Mimmo Grosso, portavoce dei marittimi, ha espresso più dettagliatamente le richieste dei lavoratori del porto: "Dal momento che, dopo mesi di parole e promesse, i lavori di dragaggio non sono ancora partiti, la Marineria chiede di poter accedere agli atti relativi, in modo da poter finalmente sapere con esattezza per quale motivo non sono state ancora intraprese le operazioni di escavo dei fanghi del fiume, che in base agli accordi sarebbero poi dovuti essere stati portati in Belgio. Una volta che avremo preso conoscenza di tali motivazioni, valuteremo il da farsi, e se sia il caso di chiedere l'intervento della magistratura."

"Oltretutto - continua Grosso-  ci chiediamo quanto ancora dovremo aspettare prima di poter riprendere a lavorare. L'escavo del fiume sarebbe dovuto durare complessivamente ben 85 giorni dalla consegna dei lavori. Ne va, lo ricordiamo ancora una volta, della sorte di 166 famiglie e 60 imprese ormai allo stremo".

Intanto, a vessare i marinari di Pescara per il prossimo 22 febbraio arriva la drammatica svolta: è stato predisposto il pignoramento dell'abitazione in cui un lavoratore del porto risiede da circa 60 anni.

Lorenzo Ciccarelli


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