La Regione dovrà ricorrere a mutuo di 100 mln, Febbo: "Pericoloso ritorno al passato"

09 Dicembre 2015   13:50  

 “Un ritorno al passato, risultato di un modus operandi che prevede elargizioni da una parte e inevitabile aumento del debito dall’altra che fanno della Regione dalfonsiana una Regione dalle 2 facce”.

E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo commentando la necessità da parte della Regione di accendere un mutuo da circa 100 milioni, che già la prossima settimana sarà proposto in Consiglio regionale.

Tra l’altro su questo argomento sono intervenuti anche gli uffici interni della Regione che hanno espresso un parere negativo che pesa come un macigno alla luce di quanto evidenziato dalla Corte dei Conti. E’ arrivata infatti un’altra bocciatura, la seconda – aggiunge Febbo – da parte dell'Organo di controllo che ha sanziona l’Abruzzo perché non ha ancora presentato il bilancio di previsione del 2015.

Un Bilancio che secondo la Corte dei Conti non offre copertura finanziaria a nuove spese non prevedendo stanziamenti per gli esercizi futuri. Ora sembra più chiaro il motivo dei 380 mila euro messi in Bilancio per la nomina di 2 giudici della Corte dei Conti: nomina mai fatta prima, perché oggi?”.      

“Vorrei ricordare – mette in evidenza Febbo - che mentre oggi, dopo quasi 2 anni di governo si deve già correre ai ripari, al momento del nostro insediamento (nel 2009) trovammo una situazione disastrosa con oltre 4 miliardi di euro di debiti.

Dopo 5 anni e mezzo siamo riusciti a risanare la sanità, migliorando da un lato il Bilancio e risollevando dell’altro i Lea (Livelli essenziali di Assistenza).

Il centrosinistra invece è costretto a ricorrere a un mutuo nonostante non sia costretto a pagare, a differenza nostra, ben 65 milioni di euro di cartolarizzazioni”.  

“Del resto è chiaro come si sia preferito impegnare i fondi per scopi tutt’altro che indispensabili per la nostra regione - aggiunge il Consigliere regionale di Forza Italia - basta ricordare ad esempio la partecipazione Barcolana di Trieste, la più recente presenza al Cop 21 di Parigi, con tanto di consistente delegazione, o ancora i progetti faraonici del Presidente D’Alfonso pronto a utilizzare risorse Fas per la costruzione del Ponte del Mare (fortunatamente bocciato dalla Soprintendenza) o ancora 350 mila euro per beni immateriali (riconoscimento, cioè finanziamento, manifestazioni beni materiali).

Non solo, destano ancora enorme scalpore gli 8 milioni di euro destinati alla Sanità privata mentre nel pubblico si preferisce chiudere e tagliare indiscriminatamente sul territorio regionale.  

Tutto accompagnato da una incessante comunicazione auto celebrativa fatta di continui spot elettorali attraverso, affissioni 6x3, spazi acquistati solo su alcune emittenti televisive, siti internet o i grandi eventi promozionali per esaltare le proprie (costose) gesta come la demolizione dell’ex Cofa.

Che dire poi dell’esoso salvataggio di Abruzzo Engineering?  O della decisione di rivoluzionare la macchina organizzativa regionale spostando funzionari dell’agricoltura in altri uffici a fare tutt’altro salvo poi decidere di affidarsi, a pagamento, al lavoro di soggetti esterni negli uffici dell’agricoltura? 

A più riprese inoltre ho rimarcato come molte Delibere adottate dalla giunta non contengono stanziamenti certi e immediati ma promettono risorse senza copertura, tant'è che molte di esse vengono approvate senza il parere del Servizio Bilancio come ad esempio il provvedimento relativo agli interventi per il dissesto idrogeologico (che interessa 87 Comuni per un importo pari a 29 milioni di euro) ma l’elenco potrebbe continuare.

Intanto il mondo della Cultura abruzzese, come Marrucino e Braga ad esempio, attende ancora i contributi promessi e deliberati nel mese di settembre.

Come attendono gli annunciati interventi i centri di ricerca abruzzesi – conclude Febbo - ancora in attesa di vedere tramutate in atti concreti le promesse del governo regionale”.


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