La crisi non risparmia i mercati rionali: meno avventori e meno affari

Le conseguenze dell'interminabile crisi economica che si é abbattuta sul nostro paese e non solo non risparmia nessun settore dell'economia, tantomeno i consueti mercati rionali a cadenza settimanale.

Basta farsi un giro per quello che ogni venerdì si tiene lungo corso Marrucino, una volta atteso con impazienza dalle massaie della parte alta della città per fare acquisti a prezzi inferiori rispetto a quelli dei negozi, massaie che si riversavano in massa nella principale via cittadina rendendo molto difficoltoso il transito pedonale per la calca di acquirenti che veniva a crearsi.

Oggi la situazione é molto cambiata: a metà mattinata, solitamente un orario cruciale per gli acquisti, di gente in giro tra le bancarelle se ne vede molta meno rispetto a neanche troppo tempo fa, in cui si faceva letteralmente fatica a camminare. Lo ammettono con rammarico gli stessi venditori, che hanno visto calare drasticamente il proprio volume d'affari.

"In generale abbiamo accusato tutti un calo non indifferente", precisa uno di loro, venditore di articoli per la casa, "i soli che ancora riescono a barcamenarsi sono i commercianti che vendono generi alimentari, di cui le persone non possono fare a meno, ed articoli floreali. Per il resto, l'andamento é poco allegro".

Molta è inoltre la gente che, pur non rinunciando a curiosare per diversi minuti di fronte ai vari banchi, soprattutto quelli che espongono vestiti, scarpe ed intimo, il più delle volte va via senza acquistare nulla.

"I miei incassi sono calati all'incirca del 40%", afferma un venditore di abbigliamento, "poiché le persone in generale dispongono di meno denaro rispetto al passato. Molti sostano ad osservare ed a chiedere il prezzo della merce, ma non procedono ad alcun acquisto. Al massimo, cercano di ottenere uno sconto a tutti i costi, e compatibilmente con le nostre possibilità cerchiamo di venire loro incontro".

Già intorno a mezzogiorno, poi, molti ambulanti cominciano a smobilitare ed a riporre la merce nei propri furgoni, inequivocabile segnale di resa allo scarso volume di affari.

Lorenzo Ciccarelli