La finanza arresta tre imprenditori, con l'accusa di simulazione vendita beni aziendali

17 Settembre 2013   11:31  

 Hanno simulato la vendita di beni aziendali per sottrarli ai creditori e all'erario, ma sono stati scoperti dagli uomini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Foggia che li hanno arrestati in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare.

Si tratta di due imprenditori, fratelli di 44 e 48 anni di San Paolo di Civitate (Fg), accusati di bancarotta fraudolenta e di un altro imprenditore di 47 anni di Rossa San Giovanni, in provincia di Chieti, accusato di aver simulato un credito nei confronti della societa' in fallimento.

Nel corso delle indagini i finanzieri hanno anche sequestrato tre 3 immobili, oggetto della distrazione patrimoniale, per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

 I finanzieri hanno accertato che i due fratelli, titolari delle quote societarie di un autosalone con sede in un comune dell'alto tavoliere - per procurare, dicono gli investigatori, a loro o ad altri un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori e all'erario - avrebbero distratto e dissipato il patrimonio della societa' attraverso la cessione delle attivita' aziendali ad una nuova societa' costituita ad hoc.

"Gli indagati - sostengono gli inquirenti - avevano portato in decozione la fallita azienda con un passivo di circa un milione e 400mila euro e nella procedura fallimentare si era insinuato anche il 47enne residente nel chietino, che aveva presentato domanda - nel frattempo accolta dalla curatela - di ammissione al passivo del fallimento, per un credito fraudolentemente simulato pari a 921.600 euro.


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