La mobilità alternativa e green nel 2016 in Italia ed in Abruzzo

09 Marzo 2016   12:28  

In quale modo si sta trasformando il modo di spostarsi negli ultimi anni?

Di certo si è sviluppato un modo innovativo di intendere la mobilità, che fa da specchio al diffondersi della filosofia verde ed ecosostenibile in sempre più campi.

Si è modificata ad esempio la percezione dell'automobile, che dall'ambito dei beni di consumo è passato a quello dei servizi, da oggetto più o meno tecnologico da possedere alla condivisa fruibilità, nel tentativo di salvaguardare il rispetto dell'ambiente. Uno dei fenomeni più diffusi negli ultimi tempi in Europa, è infatti il car sharing, la vettura condivisa. In questo modo si rinuncia al possesso del veicolo privato pur continuando a mantenere la flessibilità delle proprie esigenze di mobilità.

Le motivazioni che hanno spinto molti cittadini ad optare per la pratica di condivisione della macchina interessano non solo il rispetto per l’ambiente e ma anche il taglio dei costi legati al mantenimento del mezzo privato, l'investimento per l'acquisto iniziale, l'assicurazione, la manutenzione, il parcheggio.

Se in Europa le regine del car sharing rimangono le capitali nordiche, visto che in testa alle classifiche troviamo Berlino e Londra, non possiamo non menzionare che anche nel Belpaese questo tipo di servizio ha avuto il boom e a capeggiare questa rivoluzione troviamo il capoluogo meneghino che già a fine 2013 nutriva una flotta di 1.500 vetture e di 90.000 utenti, e che a tutt’oggi ha in mano l’80% del mercato, seguito da Torino.

In Italia troviamo attualmente 12 città attive nel car sharing, con 18 diverse compagnie, e un esercito complessivo di ben 6.000 vetture e 500.000 utenti. Ma la vera novità in quest’ambito sta nella diffusione di un car sharing ulteriormente alternativo, tutto verde e quindi a bassissimo impatto ambientale. Sempre a Milano troviamo ad es esempio Sharengo che già conta una flotta di 150 vetture elettriche.

Nonostante questo tipo di servizio presenti costi di gran lunga più alti rispetto al sistema tradizionale, il carsharing tutto elettrico ha riscosso un grande successo di pubblico ed ha già fatto molti proseliti, soprattutto tra le amministrazioni locali, dal momento che sono venute meno tutte le critiche rivolte alla condivisione dell’auto dalla motorizzazione tradizionale.

Certo il car sharing è sicuramente un passo importante nel clima di generale incremento della mobilità alternativa, tuttavia un fattore altrettanto importante, e che sicuramente darebbe un contributo notevole in questa direzione, almeno in Italia, riguarda lo svecchiamento del parco auto.

Nello Stivale infatti l’età media delle auto è di 9 anni e 11 mesi, e questo primato negativo, che al Sud tocca ulteriori picchi d’anzianità (Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia con un’età media superiore ai 12 anni!) ci piazza ai fanalini di coda della classifica europea.

L’alternativa, per chi non intende rinunciare alla proprietà dell’auto, sta dunque nel cambiare mezzo, e nel vendere la propria auto usata, per poterne acquistare una nuova, magari che allegerisca l’inquinamento ambientale ed anche il portafoglio.

Le auto vetuste infatti, oltre a non avere degli standard di sicurezza aggiornati, hanno un livello di emissioni di sostanze nocive più elevato rispetto a quello delle auto più recenti.

Oltrettutto, grazie alla nuova legge di Stabilità del 2016, in Italia sono previsti diversi sconti per chi decide di comprare una vettura nuova, previa la demolizione della vecchia.

Se dunque a livello nazionale il panorama mobilità alternativa appare in fermento, stessa cosa non si può dire per la regione dei confetti, che solo ultimamente sembra voler invertire tendenza. In Abruzzo la situazione appariva ancora un pochino stagnante: fino al 2012 infatti l’Aquila insieme a Reggio Calabria si piazzava tra le ultime città italiane in fatto di mobilità sostenibile.

E fino al 2014 si premeva su mobilità e rigenerazione urbana come le colonne portanti dell’azione “Green Deal” per condurre la regione verso l’uscita della crisi verde e l’incremento della qualità della mobilità.

All’epoca anche Legambiente lanciò un appello ai Comuni e alla Regione. Secondo le dichiarazioni del direttore di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, sarebbe stato necessario essere più convinti nelle scelte ambientali e la classe dirigente dovrebbe dimostrarsi più temeraria nell’accettare le sfide al cambiamento verso il risparmio energetico e la mobilità sostenibile.

A far registrare un cambiamento di rotta in positivo, e dare un colpo di coda all’inversione di tendenza, ci ha pensato tuttavia un ambizioso progetto di Bike sharing, avviato lo scorso dicembre, e che dispone di un budget di 4 milioni 850 mila euro.

La progettazione interesserà ben 77 comuni, e sono previste 175 stazioni che serviranno 931.000 unità su un totale di 1. 300.000 abitanti.

Il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, ha dichiarato che si tratta di una "scelta di campo che punta su cicloturismo e ciclovie per offrire all'utenza infrastrutturazione lenta e piacevole attraverso questa forma di mobilità alternativa.”


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