La provincia ''non'' de l'Aquila

di Mario Camilli

03 Aprile 2010   11:14  

Dopo la "non" città de l'Aquila, il terremoto un'altra conseguenza, questa volta sul piano politico elettorale, l'ha causata: la provincia "non" de L'Aquila. Non vi è dubbio, già a scorrere i risultati delle provinciali collegio per collegio, ma soprattutto per le dichiarazioni esplicite come non mai del federale celanese Pdellino Piccone, che chi ha vinto lo fatto chiedendo il voto contro "l'Aquilana" Pezzopane e contro gli "aquilani" che avrebbero così drenato, in questa epoca di crisi, tutte le risorse per la ricostruzione, lasciando al resto della provincia soltanto le briciole.

Brutta storia insomma che la dice lunga sul cinismo di certi modi di far politica. Ma, e questo è il paradosso, anzi la morale della storia, se un cinismo ha potuto prevalere alla fine è perché un altro se ne era consumato prima. Non fu forse la Pezzopane a "tradire" per prima preferendo l'elezione di un "marsicano" invece che di Srour alle scorse regionali? E, se la matematica non è una opinione, alla presidente sono mancati proprio i voti raccolti da Mimmo il "vendicatore".

Insomma una partita che avrebbe dovuto vedere entrambi gli schieramenti, di fronte a un tale disastro quale il terremoto, giocare con candidati "aquilani" in nome di una "provincia" solidale e, almeno per questa occasione "aquilanocentrica" senza campanilismi di sorta nello spirito di una ricostruzione immediata e di qualità. Ma tant'è.

Cosa dire? Alla Pezzopane, una considerazione laconica: chi la fa l'aspetti. Che ha avuto purtroppo la conseguenza di mettere contro i cittadini della "non" provincia. Alla destra un atto di accusa contro l'indicazione di un candidato "non" aquilano che va nella tradizione ormai ultra decennale di commissariamento del centro destra aquilano e che non promette niente di buono per il futuro.

Agli aquilani una esortazione a farsi paladini della battaglia per l'abolizione delle province e per la riassunzione del ruolo di capoluogo della regione selezionando, sia a destra che a sinistra, nuove classi dirigenti, autonome e forti capaci di calamitare consensi ma anche progetti e voglia di futuro.

Al nuovo presidente della provincia oltre agli auguri una battuta: che al volo dell'Aquila non si sostituisca lo svolazzo Del Corvo.

Mario Camilli

 


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