29 Febbraio 2012   10:25  

La pastorizia è stata un'attività preminente in Abruzzo. Una regione quindi che disponeva di un'abbondante produzione laniera grazie alla fiorente industria armentizia, non poteva non utilizzare la lana anche in campo artistico.

La transumanza ha contraddistinto per secoli la vita dei pastori. Lungo i tratturi, le vie armentizie per le quali si menavano le gregge sui pascoli della Puglia, insostituibile mezzo di comunicazione fra civiltà diverse, sono risaliti usi, tradizioni, forme culturali, modelli espressivi.

Proprio da qui sembra essere arrivata la lavorazione del tappeto a Pescocostanzo. Schiave turche, acquistate sui mercati pugliesi dalle famiglie facoltose del paese, insegnarono alle donne locali quest'arte ora purtroppo dismessa.

Anche le "tarante", coperte di lana pesanti e colorate, senza "dritto" nè "rovescio", tessute a mano dagli artigiani di Taranta Peligna, sono legate alla pastorizia; come i paliotti e le coperte di Tossicia.

Arazzi, tappeti, coperte sono i manufatti della tessitura, che è passata nei secoli per le mani operose delle donne, da Scanno a Pescocostanzo a Taranta Peligna, Castel di Sangro, Fara San Martino, Lanciano, Bucchianico, Sulmona, Castel del Monte, Pietracamela, Nereto, Penne, principali centri di produzione. Quasi in ogni casa si trovava il telaio sul quale si tesseva il corredo per le giovani spose.

Oggi, seppure in forma ridotta, l'attività continua. La bottega dell'artigiano tessile tradizionale e presente nel territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo e in quello della Majella e offre una gamma di prodotti fatti a mano su telaio, con filati ecologici come pure la canapa, il cotone, il lino.

Centri ancora attivi:

- Taranta Peligna (coperte, tappeti, tele rustiche)
- Tossicia / Loc. Azzimano (paliotti tessuti a mano e coperte)
- Sulmona (tappeti e coperte)
- Penne (arazzi)
- Civitella Alfedena (artigianato tessile tradizionale)


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