Lavoratori Compel: "Di fronte ai nostro disagi un sindaco arrogante, unica soluzione: ce ne andiamo"

18 Settembre 2012   13:01  

"Ieri sera abbiamo avuto la conferma che, quello che sospettavamo da tempo, è realtà: in questa città non c’è UNA SOLA istituzione politica che si preoccupi di affrontare in maniera seria il problema dell’occupazione. Centinaia di posti di lavoro persi o a rischio, nel disinteresse generale di coloro che dovrebbero invece tenere legate le persone a questa città, per fare in modo che non si spopoli. Anche un bambino capisce che una città può ripartire solo dal lavoro. Il nostro sindaco NO!"

E' la lettera che i lavoratori e le lavoratrici InterCompel  e P&A Service inviano per tramite del sindacalista Alfredo Fegatelli di segretario provinciale della Fiom-Cgil.

"Siamo ancora sconcertati dalla scena pietosa a cui abbiamo assistito ieri sera nel tendone di Piazza Duomo. Un gruppo di lavoratori quasi licenziati e disperati, che va a chiedere aiuto al Sindaco della città e si trova di fronte una persona esagitata e arrogante, che prende a parolacce le rappresentanze sindacali, che si pone come unico problema quello di fare uno scaricabarile tra la Provincia, il Prefetto, la Regione. Come se lui non c’entrasse nulla, come se il nostro problema non fosse anche un suo problema, come se si fosse dimenticato di essere il primo cittadino di questa città. Ebbene, qualcuno glielo ricordi, gli ricordi quali sono le sue facoltà, gli ricordi cosa può fare e cosa non può fare per intervenire in nostro favore, gli ricordi soprattutto che, se è seduto su quella poltrona, è anche grazie al voto di qualcuno di noi. E ricordategli anche che è un Sindaco di sinistra, semmai se ne fosse dimenticato, che ha avuto l’onore e il privilegio di essere delegato dai cittadini aquilani a risolvere i problemi dell’intera comunità. D’altronde erano di sinistra anche gli altri consiglieri presenti all’assemblea, che si sono ben guardati dall’intervenire, nonostante fossero ben a conoscenza della vertenza INTERCOMPEL e P&A."

 

"Qualcuno ricordi loro - continuano i lavoratori per tramite di Fegatelli- che essere di sinistra vuol dire affondare le proprie radici nelle lotte operaie, vuol dire aver combattuto, anche a costo della libertà personale, per il diritto al lavoro e la dignità di tutti i lavoratori, uomini e donne. Ma erano altri tempi, era un'altra Sinistra. A questo punto prendiamo atto che dei lavoratori in questa città non importa niente a nessuno, che il LAVORO NON è una priorità. Dunque ANDIAMOCENE, SI SALVI CHI PUO’!"


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