Le Regioni Contro Matteo Renzi, "Con i Tagli a Rischio Farmaci Salvavita". Il Governo, "No a Tasse"

03 Novembre 2015   06:43  

Matteo Renzi è ai ferri corti con i presidenti delle regioni ed avrebbe convocato una riunione a Palazzo Chigi per il prossimo mercoledì.

Il commento caustico del Premier sarebbe stato: "Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio".

L'ex sindaco di Firenze contesta, infatti, la linea "pignona" dei governatori regionali che si lamenterebbero troppo dei tagli alla sanità.

Il suo ragionamento sarebbe che "sulla sanità ci sono più soldi del passato". "Meno di quelli che chiedono le regioni - avrebbe argomentato il presidente del Consiglio - ma più di quelli che avevano a disposizione".

"Il punto è che le tasse devono scendere" è il pensiero del premier, a quanto si apprende da fonti di governo, rivolto alle regioni sulla questione dei fondi per la sanità nella legge di stabilità. "Non consentirò a loro di aumentare le imposte ai cittadini, non si può scaricare sempre sugli italiani. Eliminino piuttosto gli sprechi", sarebbe l'invito del premier ai governatori.

Sergio Chimparino, portavoce delle regioni, però non ci sta e proprio ieri al termine della riunione dei governatori sulla legge di stabilità, aveva rivelato di avere "inviato una lettera per chiedere un incontro urgente al presidente del Consiglio perché giovedì dovremmo dare un parere sulla legge di stabilità e serve un incontro prima, per avere elementi politici e tecnici per dare un parere".

Le Regioni, ha evidenziato Chiamparino, esprimono "preoccupazioni sul pluriennale" perché "come rilevato dagli stessi tecnici del Senato i tagli 2017, 2018 e 2019 rischiano di determinare forti criticità per la sopravvivenza stessa del sistema regionale".

"Per il 2016 prendiamo atto positivamente dell'aumento del fondo per un miliardo" rispetto al 2015, ha aggiunto Chiamparino, specificando però che "le esigenze per far fronte alle scadenze contrattuali, ai farmaci salvavita, al piano vaccinale e ai nuovi Lea sono circa il doppio, cioè un miliardo in più. Quindi rappresenteremo queste esigenze augurandoci sia possibile accrescere le risorse per la sanità nel 2016".

Tornando sulle sue dimissioni, 'congelate' in attesa dell'ok definitivo alla legge di stabilità, Chiamparino ha precisato che "non è cambiato nulla e non sono legate alla manovra": "Resteranno appena finita la fase della legge di stabilità. Sono legate ad altre ragioni: alla situazione finanziaria della mia Regione e anche al fatto che ritengo che il sistema delle Regioni abbia bisogno di una forte iniezione di cambiamento e mi interessa acquisire tutta la libertà politica che ritengo necessaria per misurarmi su questo tema".


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