Le richieste di Confindustria Abruzzo al governo che verrà

20 Febbraio 2013   17:35  

''La crisi economica e sociale che negli ultimi anni ha caratterizzato l’Italia, molto più di quanto sia valso per altri paesi dell’Europa, ha avuto effetti devastanti. Basti pensare che il tasso di disoccupazione a livello

nazionale è passato dal 6% del primo trimestre 2007 all’11% della fine del 2012. Nello stesso periodo, il Prodotto interno lordo nazionale è sceso di oltre il 5%.

La prossima legislatura dovrà necessariamente consentire al Paese di superare questa emergenza; in tal senso, non sono più rinviabili interventi volti alla realizzazione di riforme che agiscano nel medio termine, quello di una legislatura appunto. Tra le riforme più urgenti, si evidenziano il superamento del “bicameralismo perfetto”, la conseguente drastica riduzione dei parlamentari, l’abbattimento dei costi della politica (anche attraverso l’abolizione dei vitalizi e la riduzione delle indennità previste per i parlamentari e per i consiglieri regionali nonché l’abolizione, o almeno la drastica riforma, del finanziamento dei partiti), la riforma della legge elettorale.

Coloro che si candidano alla guida del Paese dovranno ridare efficienza e nuova competitività alle imprese, tutelare le fasce più deboli ed offrire opportunità alle giovani generazioni.

Per questo c’è bisogno di politiche coraggiose che migliorino le istituzioni, ad iniziare dalla semplificazione delle regole.

Le imprese, i lavoratori e le lavoratrici, le persone e le famiglie hanno sopportato immensi sacrifici in questi ultimi anni; è giunto il momento di ridare loro prospettive e fiducia in un futuro migliore, specialmente per i giovani. In questo senso, il prossimo Governo ed il prossimo Parlamento dovranno puntare a rendere effettivi il rispetto della legalità, la semplificazione e la modernizzazione della macchina amministrativa e la libertà di intrapresa.

I dati economici e sociali relativi all’Abruzzo sono altrettanto drammatici, come dimostra il tasso di disoccupazione giunto ad oltre l’11% nel 2012. Particolarmente allarmante è anche il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione del numero di imprese. In un simile contesto, l’Abruzzo si colloca con una serie di peculiarità e situazioni congiunturali e strutturali (infrastrutturazione inadeguata, sistema imprenditoriale sottodimensionato e sottocapitalizzato, ricostruzione delle aree terremotate, rischio di deindustrializzazione, difficoltà di accesso al credito, …) che la pongono in una situazione di relativo svantaggio rispetto ad altre realtà economiche regionali. Pertanto, è necessario che le Istituzioni e tutte le espressioni politiche si adoperino sinergicamente - in sede regionale, nazionale ed europea - a garantire strumenti e risorse adeguati per un ritorno alla crescita ed allo sviluppo dell’economia abruzzese.

Pur riconoscendo l’importantissimo ruolo ormai assunto dalla Regione nelle politiche di sviluppo territoriali, non può negarsi che altrettanto fondamentali siano le scelte strategiche ed operative che il Governo italiano riuscirà a mettere in campo - e ad imporre a livello nazionale ed europeo - per supportare e sostenere l’azione stessa della Regione.

Nel rimandare ai documenti proposti da Confindustria nazionale (di cui alleghiamo copia), Confindustria Abruzzo non può non richiamare l’attenzione su alcune delle indicazioni di intervento già sollecitate a livello nazionale:

realizzare effettivamente le tanto attese riforme istituzionali e la semplificazione amministrativa

puntare su un tasso di crescita di almeno il 2% annuo

porre alla base di questo processo di crescita la logica industriale centrata sul manifatturiero

incrementare l’innovazione

creare posti di lavoro più qualificati

sostenere i conti con l’estero, aumentando la competitività delle esportazioni italiane

moltiplicare il valore aggiunto nei settori non manifatturieri

abbassare rapidamente il peso del debito pubblico sul PIL, riducendo la spesa pubblica,

recuperando l’evasione, ricorrendo ad un piano organico di dismissioni del patrimonio pubblico.

Naturalmente, oltre che ai temi di carattere nazionale appena richiamati, un particolare impegno viene richiesto da Confindustria Abruzzo ai candidati in Abruzzo con riferimento ad una serie di interventi a valenza nazionale:

1) riconoscimento delle aree di crisi regionali (Valle Peligna, Val Vibrata, Val Sinello e Val Pescara)

individuate dalla Giunta Regionale in aggiunta a quella del Cratere de L’Aquila;

2) possibilità, in tempi rapidi, di rimodulare la programmazione dei fondi FAS, attraverso la concentrazione su misure strategiche e progetti cantierabili;

3) determinazione e disponibilità di risorse nazionali per il finanziamento dei Contratti di Sviluppo Nazionali presentati da imprese capofila della Regione Abruzzo, per i quali il MISE ha richiesto, invece, il finanziamento tramite risorse regionali;

4) porre in essere azioni di rafforzamento del sistema creditizio, anche attraverso un adeguato monitoraggio dell’effettiva efficacia, a livello locale, degli accordi nazionali e la valorizzazione del ruolo dei Consorzi Fidi;

5) inserimento dell’Abruzzo nel nuovo obiettivo intermedio previsto nella proposta della Commissione UE nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020 dei Fondi strutturali, in modo da assicurare all’Abruzzo un maggiore sostegno finanziario rispetto al posizionamento attuale (Obiettivo Competitività) all’interno della geografia dei Fondi strutturali europei. E’ questo un obiettivo assolutamente strategico per ridare all’Abruzzo prospettive di ritorno alla crescita ed allo sviluppo;

6) assicurare i finanziamenti ed il sostegno politico necessari per la ricostruzione della città di L’Aquila e del cratere, trasformando questa in un’opportunità di sviluppo per l’intera economia regionale. Questo argomento merita un’attenzione particolare ed immediata, non sono quindi più tollerabili ritardi, inadempienze e rimpalli di responsabilità;

7) sempre con riferimento alle problematiche relative al post-sisma, impedire che le aziende colpite dal sisma siano obbligate a restituire gli oneri contributivi che superano la soglia del “de minimis”, in quanto assimilati a contributi di stato. Tale agevolazione era stata infatti riconosciuta a fronte di un evento disastroso che non può essere paragonato agli incentivi alle assunzioni o agli investimenti;

8) promuovere la definitiva ed immediata approvazione ed implementazione dell’ipotesi avanzata dal Ministro per la Coesione Territoriale, F. Barca, di concedere l’agevolazione fiscale de minimis per micro e piccole aziende operanti in città – quali Pescara - che erano state candidate come Zone Franche Urbane (ZFU, Delibera CIPE n. 14/2009). In particolare, ai candidati parlamentari che si presentano in Abruzzo

Confindustria Abruzzo chiede di attenzionare ogni attività che la Regione e l'Amministrazione comunale debbano esercitare affinché venga - senza ulteriori rinvii - riconosciuta ed attivata la ZFU di Pescara;

9) trasformare gli indirizzi contenuti nella Strategia Energetica Nazionale in impegni strutturali del Paese per gli orientamenti della politica energetica nazionale, favorendo quindi gli ingenti investimenti privati che da anni aspettano di essere realizzati sul territorio della regione Abruzzo;

10) giungere all’approvazione dell’Intesa Generale Quadro sulle Infrastrutture trasmessa alla Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle infrastrutture. Nel frattempo, è comunque necessario procedere senza ulteriori indugi alla realizzazione dei progetti già approvati ed in particolare di quelli “minimi” datempo deliberati, quali l’aeroporto, i porti industriali e, più, in generale, le infrastrutture necessarie per mettere in rete quelle già esistenti (cd. ultimo miglio). 

11) sviluppare una programmazione che reinserisca l’Abruzzo tra i territori beneficiari di opere strategiche nazionali. In tal senso, una particolare attenzione merita la proposta di realizzare un sub-corridoio nazionale, legato ai corridoi europei, che accomuni le regioni del Centro Italia rilanciando e riqualificando la direttrice est–ovest del nostro Paese in termini di competitività ed efficienza;

12) accelerare le procedure per lo sblocco totale dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, il che si trasformerebbe in un’iniezione di liquidità che favorirebbe, a sua volta, la realizzazione di investimenti privati;

13) Turismo:

- favorire lo sviluppo del turismo, specialmente con riferimento alle aree interne, in un’ottica prettamente eco-sostenibile che promuova anche la valorizzazione delle tipicità agro-alimentari e dei centri minori;

- pianificare, integrare e razionalizzare su tutto il territorio regionale e nazionale gli investimenti per lavori pubblici, infrastrutture, agricoltura, ambiente, formazione affinché possano concretamente valorizzare l’Agenda delle DMC – Destination Mangement Company;

- abolire la tassa di soggiorno o, in subordine, uniformarla a livello nazionale, tale da contemplare due regolamenti specifici: il primo per le città d’arte, per il turismo d’affari e congressuale, il secondo per le località turistiche prettamente stagionali;

- approvare il Piano dei Bacini Sciistici per la salvaguardia dell’intero indotto del turismo invernale;

- promuovere investimenti infrastrutturali per la razionalizzazione della mobilità nelle aree interne con sistemi di trasporto multimodali, innovativi ed ecosostenibili;

- tutelare le imprese turistiche alberghiere delle aree costiere nell’offerta di un servizio turistico integrato che preservi il diritto di ombreggio in spiaggia;

- riordinare le aliquote IVA: il settore alberghiero sconta un significativo differenziale negativo rispetto ai principali paesi concorrenti. Si propone di inserire il settore alberghiero nell’ambito di applicazione delle aliquote c.d. ridottissime, al fine di stimolare la competitività del settore ed il quadro complessivo di flussi turistici nel nostro paese;

- prevedere sgravi contributivi per le imprese del settore in quanto la materia prima delle strutture ricettive è proprio il personale dipendente.

Se quelle sopra descritte sono solamente delle indicazioni parziali e delle raccomandazioni di massima che Confindustria Abruzzo ritiene di dover indirizzare ai candidati che si presentano in Abruzzo, il vero impegno che viene loro chiesto è quello di cambiare subito e per sempre il modo di fare politica.

L’etica e la legalità devono diventare i binari entro cui deve viaggiare il comportamento di chi ambisce a governare il Paese.

Fare politica, oggi più che mai, richiede vero impegno, competenze e senso di responsabilità, oltre che un’assoluta tempestività, dati i tempi più veloci della moderna economia. In quest’ottica, Confindustria

Abruzzo intende valutare in primo luogo l’operato di chi ha già ricoperto ruoli di responsabilità nel Parlamento Italiano chiedendo ai diretti interessati ragione degli obiettivi che hanno effettivamente perseguito e conseguito.

In secondo luogo, a tutti i candidati imporrà un rapporto continuo e diretto che non si esaurisca con la sola fase della campagna elettorale ma renda manifeste le azioni effettivamente svolte per favorire la crescita e lo sviluppo dell’Abruzzo.

Da parte sua, Confindustria Abruzzo riafferma la sua disponibilità a mettere a disposizione le proprie risorse e competenze ed a collaborare con chiunque ponga al centro della propria azione politica i reali interessi dei cittadini, degli imprenditori e delle imprese abruzzesi.''

 


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