Lega Pro, niente riforma. A meno di clamorose sorprese

Chieti, L'Aquila e Teramo, ora tocca a voi

17 Luglio 2012   18:28  

Ormai sembra certo. A meno di clamorose sorprese, la riforma della Lega Pro andrà in onda solo dall’ estate prossima.

Certo, sul tema il consiglio federale di dopodomani si esprimerà a votazione, quindi nulla è scontato. Ma ormai le speranze di vedere tre gironi di C unica sembrano ridotte al lumicino, nonostante abbiano alzato bandiera bianca altre tre formazioni storiche come Foggia, Spal e Siracusa, che hanno rinunciato a presentare ricorso avverso la loro esclusione. Como, Latina e Chieti hanno risolto le proprie problematiche (partiranno probabilmente col -1 in classifica). Resterebbero da valutare solo le posizioni di Andria, Treviso, Campobasso, Casale e Valle d’Aosta, le cui proprietà oltre ad aver presentato ricorso, ostentano sicurezza. Difficile che di queste cinque ne rimangano escluse ben tre per arrivare alla quota fatidica di 66 (adesso siamo a 69). Più probabile che ai nastri di partenza siano quasi tutte presenti. Con varie penalizzazioni, ma presenti.

E pure se alla soglia di 66 ci si dovesse arrivare, c’ è sempre l’ ipotesi concreta di due gironi da 16 in Prima e due da 16-18 in Seconda.

Insomma, difficile che la riforma si vari, almeno stando alle dichiarazioni del “ragioniere”, padre padrone della Lega Pro, Mario Macalli. Che ultimamente si è affannato a ripetere alle emittenti di mezza Italia il seguente mantra: “I riferimenti normativi per cambiare non ci sono e c’è troppa differenza tra le fideiussioni di Prima e Seconda Divisione. Quindi, niente riforma”. Se sia un modo per cercare di imporre un pensiero che solo lui condivide o se stia cercando di rendere meno inviso e più partecipato al grande pubblico un concetto che lo ha sempre visto in posizione minoritaria tra i papaveri della Lega, solo lui lo sa. 

A noi sembra che Macalli si stia giocando la rielezione del 2013 ed il suo quinto mandato di fila, cercando di incassare il favore e l’ appoggio dei presidenti di Prima Divisione. Che da questa mancata riforma riceveranno in dono la rassicurazione di un campionato di transizione senza retrocessioni ed usciranno, in vista della riforma 2013/2014, con le tasche piene grazie al minutaggio.

Quindi, care compagini di Lega Pro abruzzesi, sotto con programmi e allestimento rose, addentrandosi in un mercato finora paralizzato e circoscritto solo ai fuoriquota. Ripetiamo, di logico e prevedibile la Lega Pro ci ha fatto vedere ben poco ultimamente, quindi tutto resta possibile. Ma questo è lo scenario che sembra destinato a concretizzarsi. Quindi, prepariamoci ad un campionato in cui arrivare primi o settimi sarà ininfluente, ma in cui metà girone circa retrocede, tra le retrocessioni fisiologiche (per far posto alle promosse daal D) e quelle imposte dalla futura riforma (per arrivare a 60). Certo, alcune predestinate a tornare in D, come abbiamo già scritto, si potrebbero già individuare. Ma il pericolo di toppare la stagione ed essere risucchiate dal vortice c’è, considerando le classiche rivelazioni della stagione da mettere in conto, compagini navigate per la categoria tipo Lamezia ed Aprilia ed il ritorno dalla D di piazze come Salerno e Martina. Insomma, con il solito occhio al bilancio, non potrà essere un campionato da prendere sotto gamba.

Buon lavoro a tutte. 

Alessandro Fallocco


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